La RAI in Toscana è a rischio tagli e accorpamenti

Il suggerimento è di ridurre la capacità produttiva attraverso la cessione di asset strategici

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 maggio 2014 14:11
La RAI in Toscana è a rischio tagli e accorpamenti

 Pluralismo dell’informazione, produzione culturale e tenuta occupazionale sono messi in serio pericolo per effetto del taglio dei 150 milioni di euro previsti per il 2014 dal Art. 21 del DL 66. Come da indicazione del Coordinamento Nazionale dei sindacati Slc Cgil, Fistel CISL, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind-ConfSal tenutosi a Roma il giorno 8 maggio 2014, in tutte le sedi regionali Rai e nei plessi aziendali dei centri di produzione di Roma, Milano, Torino e Napoli il giorno 12 maggio si sono svolte in contemporanea le assemblee dei lavoratori della RAI. A Firenze l'assemblea si è tenuta alla presenza dei rappresentanti territoriali e con la partecipazione del Comitato di redazione Usigrai.

"I contenuti dell’ Art. 21 dl DL 66 che con un taglio a fondi già previsti nel bilancio aziendale 2014 e con modifiche alla legge Gasparri che indicano, alla governance RAI, come agire per sopperire a questo esproprio economico attraverso interventi sulle Sedi regionali e con la rinuncia a pezzi strategici di azienda, rischiano seriamente di minare il futuro del servizio pubblico radiotelevisivo. Inoltre tale articolo rischia anche di mettere in discussione la bontà di un decreto che contiene importanti novità per le fasce più deboli.

Le Sedi regionali sono l’espressione massima di una televisione pubblica che svolge un servizio ai cittadini degno di una moderna democrazia, pertanto i paventati tagli o accorpamenti in macroaree non possono che trovare tutta la contrarietà di chi ha uno sguardo attento al ruolo e ai dovere della concessionaria di servizio pubblico.

Il suggerimento, contenuto nell’articolo, di ridurre la capacità produttiva attraverso la cessione di asset strategici come Raiway non può che trovare ancora una volta la totale opposizione di chi ha cuore il bene dell’azienda, non è la prima volta che si tenta di smembrare l’apparato di distribuzione del segnale televisivo in nome di strategie dal dubbio effetto, fino ad oggi la risposta dei Sindacato è stata ferma e decisa ed ancora una volta i lavoratori della RAI si dichiarano, come emerso dalle assemblee, disposti a mobilitarsi in difesa di un patrimonio che appartiene a tutti i cittadini italiani.

Ancora una volta il dubbio che interessi privati esterni alla RAI pilotino le logiche che portano a così importanti e pericolose decisioni aggiungono preoccupazione ad una situazione economica già compromessa, i soggetti interessati ad acquisire gli asset strategici che verrebbero messi in vendita per far cassa, senza che i fondi reperititi venissero impiegati in investimenti per lo sviluppo futuro dell’azienda, troverebbero terreno fertile per lo loro manovre; l’annoso problema del conflitto di interessi è sempre in agguato".

L’assemblea dei lavoratori RAI ha dato mandato di intraprendere tutte le forme di mobilitazione che sono nelle disponibilità dei Sindacati. Sollecitate: "l’apertura delle procedure di raffreddamento e conciliazione, azioni di presidio e diffusione al fine di sensibilizzare la cittadinanza (vero soggetto danneggiato da l’eventuale perdita di un bene così prezioso) e richiamo all’attenzione delle istituzioni politiche tutte, oltre che delle associazioni, della società civile e del mondo della cultura e dell’informazione.

Già nel pomeriggio della stessa giornata una rappresentanza di lavoratori della Sede RAI di Firenze ha incontrato il Presidente della commissione cultura del Comune di Firenze Leonardo Bieber che ha raccolto le preoccupazioni espresse.

Si invitano pertanto tutti i soggetti sensibili al mantenimento di un bene comune a farsi avanti per difendere il nostro patrimonio culturale" conclude la RSU di Rai.

In evidenza