La forza del destino, l’on the road dell’amore di Giuseppe Verdi

Da venerdì 4 a sabato 19 giugno 2021 al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Nicola
Nicola Novelli
29 maggio 2021 14:42
La forza del destino, l’on the road dell’amore di Giuseppe Verdi

FIRENZE- Venerdì 4 giugno (19:00), lunedì 7, giovedì 10, mercoledì 16 e sabato 19 giugno 2021 (15:30) al Teatro del Maggio musicale fiorentino, sarà in scena La forza del destino di Giuseppe Verdi, nel nuovo allestimento della Fura dels Baus, per la regia di Carlus Padrissa. Scene di Roland Olbeter, costumi Chu Uroz, luci e video Franc Aleu.

Eccezionale il cast degli artisti, guidato dal Direttore Zubin Mehta. Leonora è Saioa Hernández, Don Carlo di Vargas Amartuvshin Enkhbat, Don Alvaro Roberto Aronica, Preziosilla Annalisa Stroppa, Padre Guardiano Ferruccio Furlanetto, Fra Melitone Nicola Alaimo, il marchese di Calatrava Alessandro Spina, Mastro Trabuco Leonardo Cortellazzi, Curra la giovane Valentina Corò, l’alcade Francesco Samuele Venuti, il Un chirurgo Roman Lyulkin. Solisti del Coro Ferruccio Finetti, Leonardo Melani, Nadia Pirazzini, Luca Tamani. Maestro del Coro Lorenzo Fratini.

“Sono felice di avere Carlus Padrissa e Zubin Mehta in questo progetto -ha detto stamani in conferenza stampa il sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino Alexander Pereira- c’è sempre un po’ di scaramanzia intorno al titolo verdiano, ma io sono convinto che sarà uno spettacolo interessante e di avanguardia. Zubin, che ama molto La forza del destino, sta facendo un lavoro meraviglioso, che non cerca di compiacere il pubblico, quanto piuttosto di esprimere il proprio gusto interiore e quindi, forse, una delle sue grandi realizzazioni”.

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“Questa è una compagnia ideale a cui si aggiunge la Fura dels Baus con cui ho già lavorato in passato -ha spiegato il maestro Mehta- L’opera si concentra sull’amore, un tema tipico della fase verdiana che culmina con Trovatore. Ma troviamo anche il razzismo tra gli argomenti di una storia di cui è protagonista un indio Inca, una altro aspetto che Carlus sa mettere in luce”.

“Sapevo che è un’opera difficile -racconta Carlus Padrissa- ma tornando a studiarla ho compreso e accettato la sfida alle cose impegnative. E’ una storia complessa, con tante emozioni diverse, l’amore, la vendetta, la morale, la religione, che animano una terra sempre in movimento dei riflessi dell’esistenza umana. A poca distanza da Firenze sorge Virgo, l’interferometro che con un’antenna di sei chilometri consente anche la caccia ai buchi neri (uno dei tre centri al mondo che possono fare questo). Come la sede scientifica toscana capta onde che giungono sulla terra da anni luce di distanza, così quest’opera eterna ritorna del corso del tempo nei nostri teatri. E ogni sera si ripeterà il miracolo di una storia d’amore impossibile. Sulla scena abbiamo proprio voluto rendere questa dimensione infinita, utilizzando tutti e 70 i metri del palcoscenico teatrale”.

Padrissa è legato a Firenze sin dalle sue vacanze giovanili nei primi anni ’80. Poi dagli anni ’90 c’è tornato numerose volte con gli spettacoli della Fura dels Baus. Uno dei primi spazi fiorentini ad accoglierli fu la stazione Leopolda, che sorge proprio a poche decine di metri di distanza dal nuovo Teatro dell’Opera. Era l’enorme volume della ex stazione un luogo ideale per sostenere l’espressività coinvolgente e itinerante della compagnia catalana. Singolare coincidenza Carlus Padrissa stavolta adatta il palcoscenico del Maggio musicale alle proprie esigenze drammaturgiche facendolo assomigliare all’edificio attiguo. Forza del destino, è il caso di affermare.

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