La Fiorentina regala, l'Empoli ringrazia e passa il turno

Sciagurata serie di errori durante i 90' e nei rigori finali: meritata l'eliminazione dalla Coppa Italia

Paolo
Paolo Pellegrini
05 dicembre 2024 00:11
La Fiorentina regala, l'Empoli ringrazia e passa il turno
Fotografie di Fabio Vanzi

Non ho voglia di commentare una partita buttata via così sciaguratamente, dopo aver sentito alla fine, scendendo dalla tribuna, discorsi del tipo “Meglio così, almeno si pensa allo scudetto”. Ma per carità. E’ una sconfitta, e una sconfitta che brucia. Maledettamente. Una sconfitta che ha una sola spiegazione: il gusto di farsi del male da soli. Una sconfitta che, fissiamocelo bene in testa, significa l’eliminazione dalla Coppa Italia. Che di per sé potrebbe anche non essere un male, del resto proseguendo avresti incocciato nella Juventus e, bene che potesse andare, poi Atalanta o Bologna, e quindi Atalanta.

Ed è anche vero che in questo modo ti togli dai piedi il fardello di qualche impegno di più nella marcia. Ma nella marcia verso cosa? La Champions? Mah, punti alla Champions e ti costringi a una umiliazione del genere, perdere in casa contro un Empoli nulla più che onesto, distante un abisso nella classifica del campionato, e sprecando lo sprecabile in termine di occasioni mancate, di passaggi sbagliati, di indecisioni e dormite colossali? Senza contare che la Coppitalia alla fine qualcosa vale, perché sarebbe intanto un trofeo da esporre in bacheca (e di anni dall’ultimo ne son passati ormai ventiquattro, perché siamo già proiettati al 2025), e poi un passaporto in mano te lo mette, se non ce la fai con la classifica del campionato.

Eppure, la FerroFiesole ha applaudito. Chiamatelo pure effetto Bove. L’unica spiegazione agli applausi dopo una sconfitta del genere, spiegazione condita dalla coreografia con quel bel “4” disegnato dalle bandierine (son bravi davvero, questi ragazzi, ed erano anche tanti, certo la gran massa dei pur 17.618 presenti al Franchi, compresi una settantina di empolesi), e dal tabellone elettronico con la foto del ragazzo e quella bella frase, “Torna presto Edo. Ti vogliamo bene”, e infine – prima del fischio d’inizio – dalla simpatica sortita dei compagni di squadra e dell’intero staff, che hanno srotolato due teli, “non volevi la maglia... eccoti lo striscione!!!” e poi “Edo ti aspettiamo” tra due bei cuori. Chiamatelo effetto Bove, purtuttavia, se ha significato anche per i giocatori paura, braccino (sì, come nel tennis, dai), testa altrove, blocco psicologico.

No, scusate, non ci sto. Era una partita da vincere. Magari, in primis, proprio per fare un bel regalo a Edo. E ai tifosi, sempre vicini e sempre pronti. E a sé stessi, non foss’altro per una questione di dignità. E invece. A che serve partire a razzo collezionando quattro angoli (tutti, alla fine sei, comunque senza mai frutto, qualcuno battuto orrendamente, e anche questo dovrebbe essere un segnale...) se dopo appena 4’ ti ritrovi sotto perché un difensore prestato al centrocampo per chissà quale scelta, visto che con Bove giocavi a tre e senza Bove ma con Quarta – il dio del pallone perdoni l’irriverente confronto – in mediana giochi a due, ebbene quel giovanotto lì si fa soffiare il pallone dai piedi, e l’avversario vola alla porta senza che il portiere – ecco un’altra storia tutta da capire – non abbozza la minima uscita.

Segnale pericoloso ma chiaro, quella dormita di Quarta. Gli farà eco quella di Comuzzo, ahiahi sotto gli occhi di Spalletti, che ha consentito il 2-2 del rapace Esposito; ma intanto era già super palese che il Chino Experimental a centrocampo, e con il solo Cataldi accanto, era un’idea balzana, e sarebbe stato un fallimento. Intendiamoci, non il solo. Perché Colpani deve decidersi se finalmente cominciare a incidere sul serio: qualche buona giocata, certo, “veli” interessanti e appoggi intelligenti, soffocati però da imprecisioni, lentezze, e peggio ancora cross fuori misura oppure tocchetti mosci, ben imitati comunque a ripetizioni da altri in maglia viola, vedi Dodo che alterna folate imprendibili a errori puerili, e non è il solo.

Un altro è Sottil: ha il merito del 2-1 ma il pallone va in porta perché deviato dalla schiena di Gosens (un altro in serata da rivedere) però alterna malamente cose discrete a momenti indecifrabili. Proprio come una bella serie di decisioni dell'arbitro Giua, che con il vizietto dell'arbitraggio all'inglese sorvola su falli clamorosi e ne fischia altri che non sono nemmeno mezzi falli, e quanto alla gestione dei cartellini... ma lasciamo perdere, che non ci abbiano ad accusare di fissazioni.

E poi c’è Kean. Segna e scaccia il primo incubo, e c’è voluta addirittura un’ora. Lotta e si danna, come sempre, e fa a sportellate a più non posso con gente che non gli risparmia nulla. Ma grazia malamente il buon Seghetti – portierino classe 2005: a Empoli il coraggio ce l’hanno, da queste parti un po’ meno, eppure Martinelli è fors’anche più bravo di lui – con due inzuccate, la prima più facile da segnare che da sbagliare e invece sbatte sulla traversa e torna in terra, la seconda con il pallone che in realtà sarebbe dentro, ma solo per tre quarti, forse un po’ più di potenza...

E comunque Seghetti si distende benissimo anche su un tocco malizioso di Beltran, anche lì magari un pizzico di forza in più... Tornando a Kean, è infine lui a eseguire la condanna, con quel rigoraccio sparato in Ferrovia, mentre Ranieri il suo se lo fa parare perché fiacco e prevedibile. E così si vola fuori. E male.

PS: se è vero quello che si sente e si legge, Bove non rigioca. Almeno in Italia. O, se rigioca, chissà tra quanto. Quindi, signori: quel posto va coperto. Attrezzarsi subito, e bene. Qualche occasione c’è. Costosa e forse a strisce indigeste, ma c’è. Da prendere al volo.

Fiorentina-Empoli 5-6 d.c.r. (2-2) (primo tempo 0-1) Fiorentina (4-2-3-1): Terracciano; Dodo, Comuzzo, Ranieri, Gosens (74’ Parisi); M. Quarta (52’ Richardson), Cataldi; Colpani (52’ Ikoné), Beltran (74’ Gudmundsson), Sottil (82’ Kouamé); Kean. All. Palladino Empoli (3-5-2): Seghetti; Marianucci, Ismajli (63’ Viti), Tosto; Sambia (82’ Gyasi), Belardinelli (63’ Maleh), Henderson, Ekong, Cacace (63’ Pezzella); Solbakken (74’ Colombo), Esposito. All. D'Aversa

Marcatori: 4’ Ekong, 59’ Kean, 70’ Sottil, 75’ Esposito Arbitro: Giua di Olbia (assistenti Mondin-Di Monte, quarto ufficiale Arena, Var Meraviglia_Di Paolo)

Note: ammoniti: 36’ Marianucci, 73’ Gosens, 82’ Pezzella. Angoli 6-6. Spettatori 17.618

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