‘La buona scuola’ fiorentina: in Palazzo Vecchio per discutere della riforma Renzi

Appuntamento ieri della vicesindaca Giachi con i presidi. Fism Toscana: “Mancano 30 mln al fondo storico, istituti paritari sempre più in difficoltà”. Enrico Rossi all'Assemblea: "A fianco delle famiglie e degli insegnanti". L'Associazione Genitori A.Ge. nenuncia il sito "manipolato"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 novembre 2014 17:46
‘La buona scuola’ fiorentina: in Palazzo Vecchio per discutere della riforma Renzi

L’appuntamento era ieri a Palazzo Vecchio con la vicesindaca e assessora all’educazione Cristina Giachi. La ‘buona scuola’ immaginata dal governo Renzi è stata al centro dell’incontro, durato circa due ore, che ha visto riuniti numerosi presidi di Firenze. Il Comune ha voluto riflettere insieme ai dirigenti dei comprensivi e delle scuole superiori presenti sul territorio dei principi enunciati nel rapporto del governo. ‘La buona scuola’ è infatti il documento che dovrebbe guidare la legislazione in materia, cui ha fatto seguito una consultazione e una grande campagna d’ascolto lanciata dal governo lo scorso settembre: in questi mesi cittadini, studenti, genitori, docenti, presidi, hanno potuto dare i propri suggerimenti sul sito www.labuonascuola.gov.it. «Nel promuovere questo incontro – ha spiegato la vicesindaca Giachi – volevo riflettere con i protagonisti del mondo della scuola che sono miei interlocutori nel lavoro ordinario di amministrazione del comparto educativo.

È stato istruttivo per me, e ho imparato molto. La consultazione in rete si chiuderà oggi poi il Miur metterà al lavoro un gruppo di esperti per esaminare i risultati emersi in questi due mesi nella piazza della riforma social 2.0». «Di sicuro – ha sottolineato – il progetto di riforma del governo un obiettivo l’ha centrato: quello di far discutere tutte le componenti, dagli insegnanti agli studenti al personale Ata guardando alla scuola del futuro. Lo dimostrano i documenti presentati ieri dai dirigenti scolastici così come lo avevano dimostrato gli studenti nell’assemblea organizzata martedì scorso a San Bartolo a Cintoia.

Abbiamo formulato un piccolo documento di sintesi condiviso tra noi che inseriremo nella consultazione».“Mancano 30 milioni di euro al fondo storico per le scuole paritarie italiane. L'auspicio è che si riescano a recuperare con emendamenti alla finanziaria, altrimenti molti istituti non statali rischiano serie difficoltà, come avvenuto in quest'ultimo anno”. A lanciare l'allarme è il presidente della Fism Toscana, Leonardo Alessi, nel corso dell'assemblea regionale dell'Associazione, che si è svolta oggi al Convitto della Calza di Firenze, e alla quale hanno preso parte il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi; il vicesindaco di Firenze, Cristina Giachi; il vicario generale dell'Arcidiocesi di Firenze, monsignor Andrea Bellandi; la d.ssa Rosa De Pasquale, referente Usr per le scuole paritarie e il professor Franco Nembrini, fondatore e direttore della scuola “La Traccia” di Calcinate (Bg). Quella delle scuole paritarie è una realtà importante in Toscana, con centinaia di istituti di ogni ordine e grado, 4mila dipendenti e 30mila alunni, 18mila dei quali nella fascia di età 3-6 anni (il 20% del totale nella nostra regione).

La crisi economica e la denatalità sono altri due fattori che acuiscono le difficoltà del settore. “In tutta questa vicenda – ha sottolineato Alessi – la Regione Toscana ha fatto la sua parte, stanziando un 'buono scuola' di 3.5 milioni di euro nel triennio, per venire incontro alle difficoltà di numerose famiglie a pagare le rette scolastiche, che pure sono in media di 120 euro mensili: segno che le nostre sono scuole popolari. Le domande per il buono scuola sono state circa 10mila. Ringraziamo la Regione e il presidente Rossi, e chiediamo loro di avere il coraggio di continuare su questa strada”. Nell'apprezzare “la volontà del governo di investire sull'educazione con il documento 'Labuonascuola'”, il presidente della Fism Toscana ha però evidenziato come “in quel documento c'è un errore grave, ovvero è tutto incentrato sulla scuola statale, mentre la legge Berlinguer 62/2000 sancisce che il sistema educativo nazionale è composto da istituti dello Stato e istituti paritari.

Il nostro è un modello organizzativo – ha rimarcato Alessi – incentrato sull'autonomia organizzativa, e questo secondo noi deve essere anche l'obiettivo delle scuole statali”. Un problema “non indifferente” per le scuole paritarie, però, resta quello dell'Imu. Al riguardo, la speranza è che “gli enti locali applichino con sempre maggiore convinzione il protocollo d'intesa Anci Toscana-Fism. L'accordo, firmata lo scorso aprile – ricorda Alessi – prevede una serie di azioni comuni e di aiuti che le amministrazioni comunali potranno dare, riguardo ad agevolazioni su tasse come l'Imu e la Tasi, alle scuole paritarie, proprio perché non chiudano.

Noi offriamo servizi a tutti i cittadini, ed è positivamente significativo che la Regione Toscana lo abbia riconosciuto decidendo di non aprire nuove sezioni Pegaso in quei territori in cui sono già presenti nostri istituti”."Abbiamo voluto sostenere le famiglie e allo stesso tempo impedire che molti insegnanti ed educatori perdessero il posto. Per questo abbiamo investito nelle Sezioni Pegaso e nei Buoni scuola, e oggi, nel momento in cui lo Stato assorbe di nuovo le sezioni un tempo tagliate, sono felice di aver compiuto questa scelta in grado di mettere al primo posto la persona e il lavoratore e non la finanza, come vorrebbe un pensiero purtroppo ingiusto ma dominante nella nostra società".

Con queste parole il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi è intervenuto stamane all'Assemblea regionale della FISM. Rivolgendosi ai numerosi insegnanti intervenuti Rossi li ha ringraziati per l'invito ma anche, e soprattutto, perché "Se il Paese regge la crisi e sarà in grado di superarla è grazie a chi, come voi, ogni mattina si alza e fa il proprio dovere di cittadino. E il vostro impegno è ancora più importante perché educate e formate oltre 18.000 bambini, il 20% dei piccoli toscani che va alla scuola materna". Il presidente, concludendo il suo intervento, si è soffermato sul positivo rapporto instaurato con la Federazione e il suo presidente Leonardo Alessi - che nel suo intervento ha riconosciuto il ruolo della Regione Toscana e ricordato come i contributi siano triplicati mentre diminuivano i finanziamenti nazionali - e con l'Ufficio scolastico del ministero, presente all'assemblea con la dirigente regionale Rosa De Pasquale.

"E' grazie a questa relazione virtuosa che siamo riusciti, lavorando ad un comune obiettivo, a dare una risposta concreta a migliaia di famiglie su tutto la Toscana".

Una proposta dell'Associazione genitori A.Ge. Toscana in difesa degli Organi collegiali viene tenuta ”in attesa di approvazione” da tre giorni, impedendo che venga votata, quando altre proposte di A.Ge. Toscana si sono collocate tutte fra “Le più popolari”. Attesi tre giorni, inviata inutilmente una email di sollecito alla Segreteria tecnica del Ministero dell'Istruzione, responsabile dell'area di discussione “Sblocca scuola”, la proposta in rosso con la dicitura "in attesa di approvazione" è stata mostrata a Catania in occasione del convegno Uciim "Responsabilità e compiti dei Genitori per la costruzione di una Buona Scuola attraverso gli Organi Collegiali", organizzato dalla presidente provinciale prof.ssa Angela Giardinaro e dal presidente Uciim della città di Catania preside Giuseppe Adernò. Immediata la risposta degli oltre quaranta genitori presenti: denunciamo il fatto, prepariamoci a votare la proposta se e quando sarà pubblicata e postiamo anche noi “W il Testo unico 297/94: attuiamolo prima di abrogarlo” con il testo “È illusorio pensare che sostituendo una buona legge con una più 'snella' le cose migliorino.

Prima attuiamoli, gli Organi Collegiali, e poi vediamo se è vero che non funzionano. Non è mai stata fatta una seria formazione degli eletti; i Forags, che potrebbero farla, sono lasciati languire: l'impressione è che si vogliano i genitori fuori dalla scuola, non volendo ammettere che, laddove i genitori sono competenti e consapevoli, contribuiscono sostanzialmente al miglioramento della qualità dell'offerta formativa”. 

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