La Boxe fiorentina colpisce ancora

Serata di grande sport venerdì scorso a Scandicci, grazie al nuovo titolo italiano di Fabio Turchi. Ma l'economia e la politica fiorentina quando si decideranno ad accorgersene?

Nicola
Nicola Novelli
26 dicembre 2016 22:40
La Boxe fiorentina colpisce ancora
Fotografie di Monica Caleffi

Pubblico di appassionati alla vigilia di Natale, ma ennesima delusione per la differita TV che non onora degnamente la boxing night fiorentina del 23 dicembre. Eppure venerdì scorso al Palasport di Scandicci Fabio Turchi si è conquistato la cintura di campione italiano dei Massimi Leggeri, un nuovo titolo che si aggiunge al prestigioso palmares della scuola pugilistica fiorentina. E la serata scandiccese ha offerto agli spettatori anche la vittoria lampo dell'altro gioiello del pugilato cittadino, Mohammed Obbadi, il fresco campione dell'Unione Europea, che detiene dallo scorso 19 novembre.

Nonostante non si sia registrato il tutto esaurito del 2015, l'affluenza ha raggiunto le 800 presenze. I fortunati hanno potuto assistere a una avvincente serata di sport, a differenza di chi era rimasto a casa confidando nella diretta TV di Raisport, che invece ha trasmesso la differita dopo la mezzanotte. Il pugilato fiorentino continua stare in vetta alla disciplina nazionale, pur dopo il probabile ritiro del campionissimo Bundu, ma intorno non molti sembrano accorgersene davvero. Perché?

Quando Leonard Bundu, il pugile fiorentino originario della Sierra Leone, conquistò il titolo europeo dei pesi Welter, si registrò di un ritorno di fiamma del pubblico cittadino, come non si vedeva dai tempi di Mazzinghi. Eppure nonostante le storiche imprese in terra britannica, il Leone dei Welter non ha mai ricevuto adeguato sostegno in città, né dal punto di vista di una degna ribalta mediatica e logistica (nonostante riempisse il Mandela anche trasmesso via satellite nottetempo), né dal punto di vista degli sponsor, pur essendo un esempio di eleganza e sportività.

Al termine della saga a stelle e strisce di Leonard Bundu, in molti avrebbero temuto un ritorno nell'ombra della nobile arte. Invece grazie l'esempio del grande campione, alla scuola del maestro Boncinelli sono cresciute almeno altre due promesse. Oggi Turchi e Obbadi sono realtà conclamate, entrambi marciano con le proprie gambe verso traguardi lusinghieri. E il pubblico degli appassionati li stima e li accompagna. Come venerdì sera in 800 a Scandicci, nonostante gli impegni prenatalizi.

A mancare è il parterre, che, contrariamente a quanto ci sarebbe da attendersi non è gremito di giornalisti, amministratori ed esponenti dell'economia. La città preferisce angustiarsi con le contraddizioni e le bizzarie del calcio, piuttosto che aprire gli occhi su un fenomeno importante e quasi unico nel panorama nazionale. Prova ne sia che il manager di Bundu e oggi dei due nuovi astri fiorentini, il Team Loreni Boxe di Brescia, si è ritrovato a organizzare riunioni di prestigio un po' ovunque in Italia, grazie a sponsor e amministrazioni pubbliche lungimiranti, ma da nessuna parte ha mai conquistato le folle viste al seguito di Bundu al Mandela Forum di Firenze.

E anche la televisione italiana sembra aver perduto l'occasione di raccontare una storia travolgente, quella di Leonard Bundu, costretto infine a cercare la meritata fortuna a Las Vegas. Turchi e Obbadi sono giovani. Difficile dire se mostreranno la stessa stoffa del loro campione modello. Di certo possiamo auguragli maggior fortuna con sponsor e Tv. Già oggi se la meritano.

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