Guess delocalizza: saltano 90 posti di lavoro a Firenze

Domani lunedì 21 marzo sciopero con presidio (ore 8,15-12) all'Osmannoro. KME: 12 ore di sciopero per occupazione, sicurezza e piano industriale. La Ugolini & c. di San Casciano “invita” i lavoratori a ridursi l'orario di lavoro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 marzo 2016 18:53
Guess delocalizza: saltano 90 posti di lavoro a Firenze
L'immagine è tratta dal sito www.guess.eu

Firenze, 20-3-2016- Guess di via dei Cattani (Osmannoro, Firenze): domani lunedì 21 marzo sciopero dalle 8,15 alle 12 con presidio nel piazzale antistante all'azienda, in concomitanza col previsto incontro tra sindacato e azienda che dovrebbe finire alle 12. Giovedì scorso l'azienda ha comunicato alla Filctem Cgil e alla Rsu che delocalizzerà a Lugano (Svizzera) le funzioni sviluppo, prodotto e stile (finora gestite dalla struttura fiorentina). Questo implica la perdita di 90 posti di lavoro a Firenze (personale altamente qualificato: stilisti e sviluppatori del prodotto, maggior parte donne dai 30 ai 40 anni, molte con figli), circa la metà di quelli attuali.

Venerdì scorso c'è stato uno sciopero di tutta la giornata. “No al trasferimento, non capiamo la decisione dell'azienda, qui c'è un know how che in Svizzera non c'è. L'azienda ritiri la decisione e apra un confronto per mantenere la struttura fiorentina”, dice Alessandro Picchioni di Filctem Cgil Firenze. Intanto, l'azienda ha fatto sapere che da martedì arriveranno a Firenze i manager di Lugano per fare proposte di assunzione nella sede svizzera ai lavoratori di Firenze. “Chiediamo di stoppare questa modalità di approccio individuale ai lavoratori”, chiede Picchioni.

“Pieno sostegno ai lavoratori della Guess di Osmannoro, che rischiano di perdere il posto per una scelta aziendale difficilmente comprensibile. Le istituzioni territoriali devono essere al loro fianco per salvaguardare una importante realtà produttiva dell’area e, purtroppo, anche il vuoto politico in cui si trova Sesto Fiorentino rischia di essere un ulteriore elemento di debolezza”. Lorenzo Zambini, candidato del Pd, sostenuto da Partito Socialista e Popolari per Sesto, alle prossime primarie del Centro Sinistra, interviene esprimendo sostegno ai dipendenti Guess e invitando le istituzioni locali a fare quanto possibile per salvaguardare una realtà di valore del tessuto produttivo dell’area fiorentina. “La struttura si trova sul confine con Firenze – spiega Zambini -, ma sarebbe stato importante un intervento congiunto da parte dei due enti locali, per dare più forza a questa azione in sinergia con le rappresentanze sindacali.

Rischiamo di perdere novanta posti di lavoro per una delocalizzazione in Svizzera, incomprensibile per molti versi, considerato che si colpirebbe personale altamente qualificato. Lunedì mattina – conclude Zambini – sarò con i lavoratori in sciopero , per testimoniare loro la mia vicinanza e il mio impegno”.

Le commesse diminuiscono e la Ugolini & c. di San Casciano in Val di Pesa che opera nel settore della produzione di apparecchiature elettroniche di alta tecnologia, comunica ai 24 lavoratori che ridurrà il loro orario di lavoro da full time a un part time diversificato a seconda delle necessità aziendali. “Questa la notizia che ci arriva all'indomani di un incontro in cui come Fiom avevamo proposto all'azienda di ricorrere all'uso degli ammortizzatori sociali rinnovando il contratto di solidarietà in scadenza il prossimo 31 marzo e ci è stato invece risposto che la Ugolini non è più in grado di sostenere i costi derivanti dall'utilizzo dello stesso” dichiara Claudia Ferri della segreteria della Fiom Cgil di Firenze.

“Siamo di fronte all'ultima frontiera della crisi che vede un'azienda rifiutarsi di versare il contributo di cassa integrazione previsto per le ore di ammortizzatore eventualmente richieste perché a seguito dell'aggravio dei costi per le imprese è divenuto troppo caro. Il riferimento è alla riforma sul riordino degli ammortizzatori sociali introdotta col Jobs Act, che comporta per Ugolini il pagamento del 9% in più dei contributi rispetto a quelli versati per il contratto di solidarietà attualmente attivo.

Questi lavoratori, che finora si sono sempre dimostrati disponibili e comprensivi verso l'impresa, tanto da ritrovarsi più volte ad aspettare stipendi arretrati, si trovano oggi davanti ad un aut aut: dovranno decidere tra la proposta unilaterale di riduzione di orario che per alcuni dipendenti arriva fino a dieci o sei ore la settimana, costituendo di fatto un licenziamento mascherato, o un licenziamento vero e proprio. Si scaricano così interamente sulle spalle dei più deboli gli effetti estremi di un sistema di misure in sostegno al reddito che si dimostra non funzionale rispetto alla crisi in essere.

Chiediamo quindi a Ugolini di rivedere il suo atteggiamento di chiusura e tornare al tavolo di trattativa per individuare un percorso condiviso e sostenibile che tuteli i lavoratori e con essi l'attività.”

Il coordinamento nazionale Fim-Fiom-Uilm di KME ha proclamato 12 ore di sciopero, di cui quattro ore di sciopero generale di tutti i siti di KME per il giorno 23, e le altre otto in data da definire per una manifestazione di tutti i lavoratori a Firenze. Sciopero degli straordinari e di tutte le forme di flessibilità. Prima l'idroponico, poi una trattativa con Eredi Gnutti Metalli che non arriva mai a conclusione, poi la non riaccenzione del forno verticale di Fornaci di Barga, poi il declassamento del centro direzionale di Firenze a centro servizi verso la cui concreta costituzione non siamo stati informati di nulla, poi la cessione di KME France a Cupori ancora di proprietà di KME al 51%.

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