Inps di Firenze: pensionati in presidio

Martedì 14 (ore 10-12) presidio dei sindacati pensionati all’Inps regionale di Firenze per chiedere modifiche al Decreto del Governo sulla rivalutazione delle pensioni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 luglio 2015 16:05
Inps di Firenze: pensionati in presidio

Presidio davanti alla sede regionale dell’Inps, a Firenze (via del Proconsolo n° 10), il prossimo martedì 14 luglio, da parte dei sindacati pensionati di Cgil, Cisl e Uil, che chiedono miglioramenti al DL 65, presentato dal Governo a seguito della sentenza della Corte Costituzionale sulla rivalutazione delle pensioni e attualmente in discussione in Parlamento.

Il presidio si svolgerà dalle 10 alle 12, mentre i Segretari regionali di Spi, Fnp e Uil pensionati incontreranno il Direttore regionale dell’Inps, Paolo Sardi. Iniziative analoghe si svolgeranno a Roma, davanti al Pantheon, e in tutti i capoluoghi di regione italiani, nell’ambito di una mobilitazione nazionale.

I sindacati pensionati chiedono in particolare che venga ristabilito il montante delle pensioni in essere, per "impedire che il danno subito diventi permanente. Con il provvedimento deciso dal Governo infatti non soltanto si restituisce solo una parte degli arretrati, ma - ed è l’aspetto più grave - lo si fa come una tantum: quindi i pensionati riavranno una parte di quello che hanno perso in questi anni, ma solo per il passato, mentre non potranno contarci per il futuro, ricevendo d’ora in avanti una pensione più bassa".

Inoltre si chiede che "venga definito un meccanismo di perequazione/rivalutazione in grado di garantire nel tempo il potere d’acquisto delle pensioni che, come ha ricordato la Corte Costituzionale, sono “retribuzione differita”. Decurtandole in modo permanente, di fatto, il Governo non riduce una prestazione, ma si appropria di qualcosa che non è suo".

“Chiediamo solo giustizia ed equità. Non siamo affatto dei privilegiati - dicono Spi, Fnp e Uil pensionati - ma cittadini che, con il proprio lavoro, hanno contribuito alla crescita economica e sociale di questo Paese e adesso, da pensionati, sempre più spesso sono chiamati a riempire i vuoti generati dalla contrazione dello stato sociale.”

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