In Toscana mancano sei mila infermieri

Stella (FI): "La Regione faccia massiccio e urgente piano assunzioni"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 Luglio 2025 14:47
In Toscana mancano sei mila infermieri

In Toscana mancano sei mila infermieri. L'annuncio dei sindacati è drammatico, perché significa che manca il 25% del personale infermieristico nella nostra regione.

«Non siamo davanti a una semplice svista tecnica, non ci crediamo affatto, ma a una scelta estremamente grave che mina nel profondo il cuore stesso di un sistema sanitario nazionale che rappresenta già un malato cronico abbandonato a se stesso». Con queste parole, Marco Ceccarelli, Segretario Nazionale del COINA – Sindacato delle Professioni Sanitarie, commenta con preoccupazione la bozza di fabbisogno formativo 2025–2026 elaborata dal Ministero della Salute e presentata alle Regioni, che prevede addirittura 543 posti in meno nei corsi universitari per infermieri di base rispetto allo scorso anno (da 26.832 a 26.289).

«Ci chiediamo seriamente – prosegue Ceccarellia che gioco stia giocando la politica di casa nostra con la salute dei cittadini. Mentre i pronto soccorsi esplodono e gli ospedali si svuotano di personale, anziché investire nella formazione degli infermieri di primo livello, si riducono i posti disponibili. È un segnale pericolosissimo, che contraddice ogni impegno pubblico sul rafforzamento del SSN.»

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Secondo il COINA, l'Italia soffre già di una carenza strutturale di oltre 150 mila infermieri rispetto agli standard europei, una soglia ben lontana dalle irrisorie cifre denunciate dalla nostra Federazione (da quanto tempo leggiamo che mancano 65 mila infermieri? Forse da prima del Covid?. In questo contesto, un taglio anche solo “numericamente contenuto” diventa devastante: «È un colpo sotto traccia alla possibilità stessa di garantire cure tempestive e continuità assistenziale. Il personale esistente è allo stremo, e l’età media dei professionisti si alza di anno in anno. Dove saremo tra cinque, dieci anni senza un ricambio generazionale vero?» domanda il Segretario.

Il COINA lancia un appello diretto alle Regioni, che ora sono chiamate a esprimersi sull’accordo: «Le Regioni non possono restare a guardare. Chiediamo con urgenza una correzione immediata di questa bozza. E sarebbe gravissimo – oltre che grottesco – se proprio dalle Regioni fosse partita l’indicazione di ridurre i numeri formativi. In tal caso, il danno sarebbe doppio: politico e strategico. Un harakiri imperdonabile.»

Conclusione amara ma netta: «Tagliare oggi significa abbandonare il futuro. Se non si investe ora negli infermieri di base, l’intero impianto dell’assistenza sanitaria crollerà sotto il suo stesso peso.»,

«Non vorremmo mai che accadesse che, alla luce dell’imminente inserimento dell’assistente infermiere nel nostro SSN, rispetto al quale non abbiamo mai smesso e non smetteremo mai di batterci per denunciare i rischi di tale provvedimento, Governo e Regioni non stessero già immaginando, in una sorta di gioco pericoloso e perverso, che gli infermieri di base in un prossimo futuro non serviranno più alla causa, ed per questo che è stato deciso di diminuire i posti a loro riservati, proprio perché ci sarà chi li sostituirà», conclude Ceccarelli Segretario Nazionale del COINA.

"E' urgente che la Regione appronti un massiccio piano di assunzioni, accanto a una valorizzazione della professione in termini economici, mentre invece gli interventi normativi della Regione Toscana non vanno in questa direzione: gli infermieri vanno valorizzati a tutti i livelli, altrimenti il sistema non reggerà ancora a lungo" afferma il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella.

"La carenza di organico in campo sanitario è la ragione principale per cui in Toscana oltre il 60% delle prestazioni hanno liste d'attesa oltre i tempi prestabiliti - accusa Stella -. I dati stanno peggiorando nel tempo, sia per gli esami strumentali che per le visite specialistiche: in due casi su tre la tempistica non è rispettata. Se non si corre ai ripari, con maggiori investimenti, il sistema è destinato a implodere, nonostante l'eroismo di migliaia di professionisti della sanità toscana che si sobbarcano turni di lavoro molto duri".

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