Imprese fiorentine: per il Covid crescita dimezzata rispetto al 2019

Firenze, l'economia a 4 mesi dal lockdown: performance peggiori della media italiana. Cioni, CNA: "Il sistema regge ma occorre sostegno, a livello locale e centrale"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 luglio 2020 11:56
Imprese fiorentine: per il Covid crescita dimezzata rispetto al 2019

A 4 mesi dal lockdown il sistema economico fiorentino sembra reggere meglio del previsto: dal 31 marzo al 30 giugno 2020 le imprese attive, seppur di poco, sono cresciute: dello 0,3% globalmente e dello 0,2% l’artigianato. Ma l’apparenza, spesso, inganna.

I dati vanno sempre contestualizzati – spiega Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana – Paragonati alla media della situazione italiana (crescita dello 0,6% per le imprese attive nel loro totale e dello 0,5% per l’artigianato) la performance della Città Metropolitana di Firenze risulta sensibilmente peggiore e, soprattutto, confrontati con quelli dell’anno precedente, i dati fiorentini evidenziano una crescita dimezzata rispetto al 2019”.

L’entità dell’impatto della pandemia è immediatamente percepibile dal dato relativo alle nuove iscrizioni al Registro Imprese: a Firenze sfidano lockdown e pandemia 848 imprese nate tra la fine di marzo e la fine di giugno del 2020, si tratta comunque di 895 “nuove nate” in meno (il 51%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Analoga la situazione dell’artigianato che registra una diminuzione del 48% rispetto alle iscrizioni del 2019.

Ancora una volta, la prestazione di Firenze è peggiore della media italiana che diminuisce fortemente in nuove imprese, ma in maniera più contenuta: -37% globalmente e -23% per l’artigianato.

L’economia del nostro territorio è sospesa pericolosamente tra i danni senza precedenti provocati dalla pandemia e un difficile ritorno alla crescita, quando non difficilissimo per tutte le attività legate al turismo - continua Cioni – Ancora il tessuto economico regge, ma oltre che penalizzato è allo stremo e va sostenuto, sia a livello locale che nazionale”.

“Mosse come la mancata proroga delle scadenze fiscali del 20 luglio, insostenibili per imprese chiuse da decreto con enormi problemi di liquidità, i ritardi della cassa integrazione, la burocrazia di enti come Inps o Inail che ostacola le imprese, il credito promesso che fatica ad arrivare, la pubblica amministrazione che ha enormi difficoltà a lavorare in smart working o uffici pubblici come la mobilità di Firenze che decidono addirittura di chiudere per ferie, ignorando il principio della turnazione, vanno in tutt’altra direzione. Il vero banco di prova sarà l’autunno ed è un periodo tremendamente vicino. Non c’è più tempo” conclude Cioni.

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