La scoperta fatta dall’Istituto Humanitas e dall’Ospedale San Raffaele di Milano che una molecola detta MBL (Mannose Binding Lectin) sarebbe la prima linea di difesa contro il Covid e sue varianti insieme ai risultati di un'altra ricerca genetica, stavolta condotta da un team internazionale ma con il contributo dall'Università Tor Vergata di Roma, rivelerebbero come l'immunità innata possa essere la chiave di volta nella lotta al Coronavirus.
Cos'è l'immunità innata e qual è la differenza con l'immunità acquisita?
Si definisce immunità innata o aspecifica la prima linea di difesa dell'organismo presente sin dalla nascita, che riesce a respingere virus e batteri. Viene chiamata anche immunità naturale o ereditaria ed è il sistema di difesa più antico comune a tutti gli organismi pluricellulari che ancora non hanno sviluppato un sistema immunitario completo.
L'immunità acquisita invece è la seconda linea di difesa ed è chiamata anche specifica perché attiva risposte immunitarie specifiche verso i microrganismi patogeni. Questo secondo tipo di immunità può essere acquisita o in modo naturale e attivo: quando il sistema immunitario conserva memoria delle malattie già incontrate e risponde efficacemente; in modo naturale e passivo: quando al neonato vengono trasferiti direttamente anticorpi provenienti dalla madre oppure in modo artificiale, tramite l'iniezione di vaccini e sieri.
La risposta immunitaria sarà tanto più efficace e potenziata quanto più le due tipologie di immunità riescono a sovrapporsi e cooperare.
Entrambe le ricerche, il cui contributo italiano è stato fondamentale, hanno evidenziato come alcuni geni presenti sin dalla nascita e la loro eventuale alterazione possono rappresentare una svolta nella lotta al nuovo Coronavirus.
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