Quest’ultima settimana la Polizia di Stato ha espulso 5 cittadini stranieri, la maggior parte dei quali, oltre a non essere in regola con gli obblighi sul soggiorno, sono stati denunciati nel corso della loro permanenza in Italia per diversi episodi sfociati soprattutto in reati contro la persona, contro il patrimonio o nell’ambito dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Il Questore Maurizio Auriemma ha dato esecuzione a questi provvedimenti emessi (ad eccezione di uno disposto dall’Autorità Giudiziaria) dal Prefetto di Firenze, con l’immediato imbarco verso il proprio Paese di Origine o, in alternativa, con l’accompagnamento degli stessi in Centri per Rimpatri della Penisola da dove, ultimate a loro volta le procedure di rito, verranno rimpatriati.
Nello specifico, queste procedure amministrative, seguite ed elaborate dagli agenti della Squadra Espulsioni dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Firenze hanno interessato principalmente cittadini stranieri originari dell’Albania, Nigeria e Marocco.
Tra questi anche un cittadino marocchino di 23 anni ed uno di 30; il primo era finito in carcere per una serie di illeciti (indagato tra l’altro anche per sequestro di persona), il secondo principalmente per reati contro la persona (tra i quali è stato indagato anche per maltrattamenti in famiglia). Una volta scarcerati da Sollicciano, sulla base della loro acclarata irregolarità sul territorio italiano, sono stati espulsi con contestuale decreto di trattenimento presso un CPR del Centro Italia firmato dal Questore di Firenze, in attesa di essere rimpatriati nel proprio Paese di origine.
Su un cittadino albanese di 44 anni, fermato invece durante un servizio straordinario di controllo del territorio delle volanti e delle pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine Toscana coordinate dalla Questura, è risultato pendente un’espulsione giudiziaria emessa dal Tribunale di Firenze in sostituzione della reclusione a seguito di una condanna per una frode. Lo stesso è stato accompagnato dalla Squadra Espulsioni dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Firenze all’aeroporto di Fiumicino dove è stato poi imbarcato per essere rimpatriato nel Paese di origine. Anche quest’ultimo, come gli altri, non potrà rientrare in Italia per i prossimi 3 anni. Stessa cosa per un altro cittadino albanese di 27 anni al quale era stato rifiutato il permesso di soggiorno.
Nelle ultime settimane sono complessivamente 16 i cittadini stranieri nei cui confronti si sono concluse in tempi record le procedure di espulsione dall’Italia a cura della Polizia di Stato.
L’Ufficio Immigrazione continua incessante la sua importante e delicata attività che, oltre a garantire la migliore accoglienza possibile ai cittadini stranieri che decidono di lasciare la propria terra d’origine con il sogno di una nuova vita, propone e dà materiale esecuzione alle espulsioni di coloro che, non rispettando le regole, vengono denunciati in più circostanze dalle nostre forze di polizia cittadine.
Sono favorevoli le parole della prefetta Francesca Ferrandino nell’intervista odierna uscita su La Repubblica Firenze in merito alla necessità e importanza di realizzare un Centro per il Rimpatrio in Toscana per poter fronteggiare al meglio il fenomeno dell'immigrazione irregolare.
"Abbiamo ribadito in tutte le lingue del mondo che i CPR sono strutture di detenzione dove i diritti umani vengono calpestati. Tentare di imporli in Toscana, una terra che ha scelto un sistema di accoglienza diffusa e umana, è un errore perché il modello toscano funziona, rispetta la dignità delle persone e siamo convinti che debba essere valorizzato e implementato, non smantellato” dichiara il segretario del Pd Emiliano Fossi commentando. “Diritti e giustizia non si possono sacrificare per risposte emergenziali che non affrontano le radici del fenomeno migratorio.
Le esperienze dei CPR nelle altre regioni italiane hanno mostrato i loro limiti: queste strutture trattengono le persone in condizioni inumane e degradanti, senza garantire un’efficace gestione dei rimpatri. Come Partito democratico della Toscana ci opponiamo fermamente all’introduzione di un CPR sul nostro territorio. Noi crediamo che l’accoglienza diffusa sia l’unica soluzione possibile per affrontare la questione migratoria con serietà e umanità, senza rinunciare ai valori che da sempre contraddistinguono la nostra Toscana" conclude Fossi.
"Noi lo diciamo da sempre, parimenti a ad alcuni sindaci del PD, che nel recente passato si mostravano possibilisti, prima dell'elezione della Schlein come segretario. Se il Segretario dem Fossi continua a equiparare i Cpr a campi di concentramento non si troverà mai una soluzione ai delinquenti irregolari presenti sul territorio. Ora non lo diciamo solo noi, ma anche la prefetta che, fino a prova contraria, rappresenta lo Stato Italiano nel nostro territorio.
Ci auguriamo quindi che alle parole seguano i fatti, con la collaborazione fattiva di tutti i livelli istituzionali coinvolti. A Fossi diciamo che, se non gli sta bene il Cpr, gli immigrati irregolari che compiono reati in attesa di essere espulsi li può ospitare a casa sua" dichiarano i consiglieri del gruppo Fratelli d'Italia a Palazzo Vecchio Angela Sirello (capogruppo), Alessandro Draghi, Matteo Chelli e Giovanni Gandolfo.
"Ritenere necessario un CPR per la gestione dell'immigrazione vuol dire ammettere la sconfitta dello Stato. Le parole della Prefetta di Firenze di oggi sono preoccupanti, perché sappiamo bene come sia sistematica l'assenza di riconoscimenti di dignità di chi si ritrova in questi Centri, lager fuori da ogni controllo che con il Ddl sicurezza peggioreranno ancora. Non solo, si sottovaluta sistematicamente la violazione costante dei diritti di chi si ritrova senza libertà -dichiarano Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune e Ciccio Auletta di Diritti in Comune: Una città in comune - Rifondazione Comunista Pisa- Riteniamo fondamentale ribadire la nostra assoluta contrarietà a qualsiasi ipotesi di CPR in Toscana.
Porteremo questa posizione nelle manifestazioni a cui parteciperemo già nella giornata odierna . A Verona, dove le gravi parole di Salvini sono diventate un presidio organizzato dalla Lega, dopo l'omicidio di Moussa Diarra (a cui risponderà una manifestazione antirazzista). A Firenze, dove ricorderemo la necessità della pace e le responsabilità dei governi occidentali a fronte di guerre che devastano il pianeta, alimentando circuiti di disperazione e sfruttamento".