Il tampone positivo e la vergogna

Quando chi si ammala si sente in colpa

Paola
Paola Marangio
04 novembre 2020 14:59
Il tampone positivo e la vergogna

Buongiorno dottoressa, sono risultata positiva al covid sono in quarantena e sto rispettando tutte le procedure. Da quando ho avuto il risultato del tampone positivo vivo un senso di vergogna che non riesco a placare. Forse sto diventando matta, mi sembra che tutti ce l’abbiano con me.

Elena

No Elena, non sta diventando matta.

Purtroppo questo virus potremmo quasi definirlo virus psicologico: una delle cose che causa è proprio l'ambivalenza nei sentimenti che proviamo.

Un tempo chi si ammalava, a prescindere dalla malattia, si preoccupava per sé e suscitava dispiacere negli altri, oggi chi si ammala prova esattamente quello che prova lei: si sente in colpa, si vergogna, quasi chiede scusa agli altri per essersi ammalato!

Le persone attorno al malato non riescono a provare genuino dispiacere ma vivono una ambivalenza fatta di compassione e rabbia.

È l'effetto covid19.

Va compreso e non bisogna pensare di essere diventati matti se ci si vergogna o maligni se si prova rabbia.

Capire quello che ci succede, sapere che è normale che accada ci rende liberi di parlarne. Mi vergogno e ne parlo perché so che è la malattia che mi fa provare vergogna; provo rabbia mio malgrado e ne parlo perché so che è l'influenza del virus a farmi provare rabbia.

Nascondere la propria positività al covid19 oltre che in un certo senso illegale (perché va facilitata la tracciabilità delle persone potenzialmente contagiate), è principalmente un meccanismo che attiva un circolo vizioso della vergogna e della rabbia. In questo momento il modo per prendersi cura degli altri è prendersi cura di sé cercando di non ammalarsi. Una volta contagiati il modo per continuare a prendersi cura degli altri sarà proprio dirlo affinché si possa tenere tutti in sicurezza.

Dissimulare per farsi benvolere non è una buona strategia, inizi a parlarne con qualcuno e vedrà che sarà ricambiata con gratitudine per quel che fa per non contagiare e non con diffidenza perché si è ammalata.

In bocca al lupo, che il tampone negativo arrivi presto!

La Psicologa Risponde — rubrica a cura di Paola Marangio

Paola
Paola Marangio

Psicologa, psicoterapeuta e mediatrice familiare. Referente del sito PsicologiaFirenze.it. Membro dello staff clinico e didattico dell’Istituto di Terapia Familiare di Siena, ha lavorato nell’equipe del Centro di Terapia Familiare della ASL 10 di Firenze e si è occupata delle valutazioni psico-ambientali delle commissioni medico legali INPS. Collabora con la cooperativa sociale Matrix onlus in ambito della disabilità e psichiatria. Per inviare quesiti scrivere a: marangio@psicologiafirenze.it

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