Il misterioso tamburo della Civetta rompe il silenzio di Siena

Oltre l’emergenza: Antonio Dami giunge, con i suoi ritmi, nelle case di Uncinello e Petriccio. Ogni pomeriggio,45 minuti di musica per donare speranza

Giuseppe
Giuseppe Saponaro
25 aprile 2020 08:12
Il misterioso tamburo della Civetta rompe il silenzio di Siena
Antonio Dami suona in via Gallerani

Ha 55 anni e suona da quando ne aveva 5. Tradizionalmente per il Palio ma, in questo periodo, solo per regalare emozioni e per alleviare il peso della solitudine nei giorni del “io resto a casa”. Antonio Dami è, da giorni, sempre li: in via Gallerani. Una strada in discesa che lascia alle sue spalle le vie di Uncinello per “buttarsi” nel verde del Petriccio di una Siena, mai come in questi giorni di emergenza sanitaria, mite. Non siamo nelle mura del centro storico ma le storie belle arrivano anche da qui.

In una comoda tuta ginnica, dalle 18.45 alle 19.30, si esibisce, da solo, per un pubblico non presente. In realtà, c’è tanta gente: sono tutti tra le mura delle proprie case. Proprio li dove, puntale, quel suono giunge: ritmato, lineare e chiaro. Complice il silenzio delle strade della città, quel tamburo, con le sue vibrazioni, riesce a coprire spazi che, normalmente, non supererebbe. Giunge, dunque, a tanti che, in questi giorni, si sono chiesti da dove la musica provenisse.

Svelato il mistero: “ho solo il desiderio di regalare speranza e chi mi ascolta. Il tamburo è uno dei simboli della contrada e ritengo importante suonare oggi che si sente la mancanza di uno degli aspetti più belli dell’essere contradaioli: la socialità”. Poi, orgoglioso, precisa: “Io sono della Civetta”. Mentre Antonio parla, mi guardo intorno: sembriamo soli ma non lo siamo. Occhi grati osservano il nostro musicista dall’alto dei balconi, dietro le finestre. Alcuni sono qui, altri ascolteranno da più lontano cercando di capire dove questo “moderno pifferaio magico” effettivamente si trovi.

Mi ringraziano. Mi salutano passando a debita distanza. Per me, che ho suonato tanti anni nel corteo storico del Palio, anche questa è una forma di grande soddisfazione. Diversa ma ugualmente gratificante”. Antonio sorride: lo leggo nei suoi occhi dato che la bocca è coperta, giustamente, dalla mascherina.

Suona li, proprio li perché ci abita: quella è la sua strada. Quelli i suoi vicini. Quella la sua musica: la ascolteremo, ancora, puntuale alla stessa ora. Fino a quando? “Fino a quando tutto questo non sarà finito”. Rullo di tamburo: benvenuti nel mistero di una Siena che non finisce mai di stupire. Grazie Antonio, a domani.

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