Il lupo è tornato nei boschi di ... Montelupo

Alcuni eventi accaduti nei giorni scorsi ne danno prova inconfutabile. Lupi veri, non incroci con cani. Cosa fare

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 giugno 2021 16:38
Il lupo è tornato nei boschi di ... Montelupo
ph Tommaso Nuti

Da qualche tempo si parla di avvistamenti a Montelupo Fiorentino e nei giorni scorsi si è registrato un episodio di predazione in un piccolo allevamento: due caprette tibetane uccise sul versante che dall’Arno sale verso Malmantile.

Fino a qualche anno fa i lupi sembravano scomparsi, oggi si registra un incremento di esemplari di questa specie che si muovono lungo tutta la dorsale appenninica, spostandosi molto velocemente anche in altre zone. I lupi hanno un'area di movimento quotidiano molto ampio che può superare addirittura i cento chilometri: quindi il criterio di stanzialità degli esemplari adulti va riportato su questa scala, che prescinde dal singolo bosco, collina, o territorio comunale.

La Toscana è tra le regioni al momento ove il ritorno di questo mammifero, indiscusso protagonista delle fiabe per bambini, è avvenuto in maniera importante. Nel nostro territorio i fenomeni di ibridazione tra lupi e canidi sono assenti e gli esemplari analizzati, ad esempio a seguito di incidenti stradali, si sono sempre rilevati lupi (Canis lupus) ‘puri’ con livree bellissime.La presenza del lupo non deve però impaurire l’uomo, ma indurlo ad acquisire consapevolezza e ad adottare i comportamenti conseguenti.

Il lupo di per sé è un animale schivo che si tiene lontano dall’essere umano, di cui ha fondamentalmente timore.La difficoltà che oggi sembra caratterizzare la convivenza tra i mammiferi predatori e l'uomo ha tra le sue radici anche le profonde trasformazioni sociali che hanno accompagnato la fine della cultura contadina. L'antropizzazione dei boschi da un lato e la perdita delle conoscenze basilari in merito ai comportamenti da tenere sono elementi di criticità nella relazione fra uomo e lupo.

Ciascun bambino veniva in passato edotto sui comportamenti da tenere in caso di incontro con animali selvatici. Dopo la seconda guerra mondiale l'Italia ha perso la sua dimensione rurale e quindi queste conoscenze fondamentali sulla relazione con l’ambiente naturale.Fra le indicazioni da tenere presente, ricordiamo di non lasciare fuori dalle abitazioni - soprattutto in contesto rurale - resti di cibo, perché gli animali potrebbero essere attirati dall’odore, e a non lasciare liberi i cani durante le passeggiate nei boschi e nei campi: il lupo infatti ha paura dell’uomo, ma può attaccare un altro animale con cui si crea la dinamica “cacciatore/preda” e tale situazione può divenire pericolosa anche per l'accompagnatore.

D’altra parte le norme vigenti per la custodia dei cani e degli animali da cortile, prevedono accorgimenti che, se seguiti, rendono assai improbabili episodi di predazione ad opera dei lupi.«I lupi sono tornati a popolare i nostri boschi, complice l’abbondanza di prede tra cui caprioli e cinghiali. Non bisogna averne paura ma, partendo da questa consapevolezza, imparare a farne nuova conoscenza e a conviverci, evitando di creare situazioni critiche che potrebbero mettere a rischio i nostri animali di affezione o da cortile.

Il timore ancestrale che ci incutono deve essere di stimolo per recuperare l’alfabeto di conoscenze e cautele che apparteneva ai nostri nonni e che da decenni abbiamo perduto», afferma l’assessore all’ambiente Lorenzo Nesi.Il Comune ringrazia Emiliano Mori, Duccio Berzi e Tommaso Nuti (autore della foto), per i contributi scientifici offerti.

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