“Il Festival di Sanremo aggiusti il tiro sull'immagine della donna”

La consigliera di parità della Regione Toscana, Maria Grazia Maestrelli, interviene sulle polemiche che stanno crescendo intorno all’edizione 2020 della kermesse canora

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 gennaio 2020 16:49
“Il Festival di Sanremo aggiusti il tiro sull'immagine della donna”

“Prima che sia troppo tardi, sarebbe bene che la direzione artistica del Festival di Sanremo aggiustasse il tiro sull’immagine della donna che sta emergendo da questa fase preparatoria della manifestazione. Non era partito bene il direttore artistico Amadeus, per come aveva presentato le dieci ‘bellissime’ co-conduttrici, e davvero imbarazzante la possibilità che sia prevista la partecipazione di un rapper nel cui repertorio ci sono canzoni con vere e proprie istigazioni al femminicidio. Bene, dunque, hanno fatto le consigliere nazionali di parità Cipriani e Molendini a sollecitare un intervento della Commissione parlamentare per l’indirizzo e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi”.

Interviene così la consigliera di parità della Regione Toscana, Maria Grazia Maestrelli, sulle polemiche che stanno crescendo intorno all’edizione 2020 della kermesse canora.

“La bellezza – continua - non è certo un problema, ma non si può far passare l’idea che sia la sola qualità necessaria per fare spettacolo ad alto livello. Non è accettabile che la principale industria culturale del paese rischi di veicolare un’immagine parziale e stereotipata della donna nella società, in evidente contrasto, oltretutto, con la nostra Costituzione, con le Convenzioni europee ed anche con lo stesso contratto di servizio che lega la Rai allo Stato. Giustamente le consigliere nazionali ricordano nella loro lettera alla Commissione l’impegno quotidiano a tutela e difesa di donne discriminate nei luoghi di lavoro. Sarebbe davvero grave – conclude Maestrelli - se dalla tv pubblica uscissero messaggi in contrasto con il dovere di salvaguardare sempre la dignità delle donne, affinché non sia mortificata attraverso umiliazion i di genere”.

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