Il Consiglio regionale boccia la sfiducia al presidente Rossi

Non passa, a larga maggioranza, la mozione dell'opposizione di destra su caso Calamai. Marcheschi "il licenziamento stona perche' Rossi solo un anno fa l'aveva presentata come la migliore dirigente in assoluto". Il capogruppo del Partito democratico, Leonardo Marras: "Questa mozione e' un atto di gravita' assoluta"

Redazione Nove da Firenze
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02 maggio 2019 19:18
Il Consiglio regionale boccia la sfiducia al presidente Rossi

(DIRE) Firenze, 2 mag. - Sul caso Calamai e' ancora scontro fra il centrodestra e la Giunta regionale. Nel corso di una comunicazione all'Assemblea toscana, l'assessore con delega alla Presidenza, Vittorio Bugli, difende la scelta del governatore della Toscana di rimuovere Monica Calamai dalla guida della direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale. Rientra pienamente nelle prerogative del presidente della Regione in base a quanto indicato dalla legge e confermato da una solida giurisprudenza in materia, e' il cuore del ragionamento dell'assessore.

Ma la questione diventa interamente politica con il centrodestra che incardina la mozione di sfiducia contro il presidente Rossi, traendo spunto dalla cacciata dell'alto dirigente. La revoca di Calamai, spiega Vittorio Bugli, "era una questione da decidere con celerita'. Calamai ha manifestato la volonta' di andare a ricoprire altri incarichi in altre Regioni, anche in tempi ravvicinati e questo era incompatibile con la sua permanenza in Toscana". Tale situazione di incertezza, avverte, "sarebbe diventata difficilmente sostenibile per non dire grave visto che abbiamo davanti a noi ancora un anno di legislatura".

In effetti, segnala, "la direzione dell'assessorato deve quotidianamente gestire processi e procedimenti complessi che hanno ricadute sulla salute dei toscani". Un discorso che vale ancora di piu' in questo momento, visto che "il tavolo degli adempimenti istituito dal ministero dell'Economia richiede un presidio costante, ma anche certo e duraturo che non puo' essere garantito da chi ha manifestato la volonta' di uscire da un sistema regionale".

La ricostruzione di Bugli, pero', non convince il capogruppo di Fratelli d'Italia, Paolo Marcheschi: "Avere una risposta cosi' stringata neanche dal presidente, ma dall'assessore e' abbastanza deludente per l'assemblea- sostiene l'artefice dell'atto contro Rossi-. La mancanza dell'interlocutore diretto penalizza il dibattito. L'opposizione non pone a tutti i Consigli una mozione di sfiducia. Ci sono casi gravissimi per cui si chiede e oggi siamo di fronte a uno di questi casi". Per Marcheschi "il licenziamento di Calamai stona perche' Rossi solo un anno fa l'aveva presentata come la migliore dirigente in assoluto".

Un anno nel corso del quale, accusa il consigliere di Fdi, "ha fatto solo disastri". In particolar modo l'esponente di destra elenca le questioni che portano la coalizione a chiedere a Rossi di dimettersi: "Le liste d'attesa si sono allungate, le sale operatorie sono state chiuse, ci sono stati casi come quello del dottor Carini, di cattedropoli a Careggi, il conflitto fra primari, il caso Giaccone, numerose soppressioni di reparti in tanti ospedali, molte fughe di eccellenze, l'impasse di Estar, le perdite di esercizio delle Asl nel 2017 pari a quasi 140 milioni".

Questo, conclude il consigliere di opposizione, "e' il sistema toscano generato da dirigenti autorevoli che un anno fa venivano presentati come eccellenza e che adesso diventano inopportuni e imbarazzanti".

"La sanita' toscana e' stata distrutta da colui che oggi e' governatore della Regione, e che prima era l'assessore alla Sanita'. Vent'anni di potere, Rossi come Mussolini. Parla di antifascismo, scrive libri sulla rivoluzione socialista, e poi sono 20 anni che non si schioda dalle poltrone che contano". È l'affondo del portavoce dell'opposizione in Consiglio regionale, Jacopo Alberti (Lega), contro il presidente della Toscana, Enrico Rossi, nel corso del dibattito sulla mozione di sfiducia contro il governatore.

Un atto presentato dal centrodestra a seguito della decisione di Rossi di rimuovere Monica Calamai dalla guida della direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale. L'esponente del Carroccio, prendendo la parola in assemblea toscana, ricostruisce in maniera molto polemica il percorso istituzionale del presidente della Regione: "Prima nominato, poi eletto, legittimamente- aggiunge-, e poi grazie ad accordi politici di cui tutti siamo a conoscenza, rieletto, per poi farsi il suo partitino.

Un 'Ventennio rossiano', in cui ha usato la poltrona del governatore della toscana per fare carriera politica. Quella carriera, tuttavia, se l'e' stroncata da solo, con decisioni dittatoriali". Alberti prosegue il suo j'accuse contro il governatore: "I recenti scandali della sanita' toscana, le inchieste, la mancanza dei medici e operatori, fanno emergere una situazione disastrosa, e le responsabilita' sono di chi e' stato al potere fino a oggi- conclude-. Votiamo la sfiducia, perche' la Toscana vada a nuove elezioni il prima possibile".

Il Consiglio regionale boccia a larga maggioranza la mozione di sfiducia contro il presidente della Toscana, Enrico Rossi. E alla fine del dibattito il centrodestra si trova da solo nel sostenere l'atto che vorrebbe spingere il governatore a un passo indietro. A esprimersi favorevolmente sono soltanto 7 consiglieri, 22 rispondono negativamente in aula, mentre 6 si astengono. "Abbiamo respinto con un colpo di tacco una burla del centrodestra che oggi dopo le vacanze pasquali ci voleva far perdere mezza giornata di lavoro in Consiglio in una discussione inutile", chiosa in maniera sferzante il capogruppo del Partito democratico, Leonardo Marras.

"Se non si tratta di un gioco- aggiunge- questa mozione e' un atto di gravita' assoluta, perche' un conto e' la politica sanitaria, un altro conto e' mettere in discussione la facolta' di nominare e quindi revocare un dirigente apicale. Questa facolta' rimane un ambito intangibile. Si tratta quindi di un errore concettuale". La mozione di sfiducia fa seguito alle comunicazioni dell'assessore con delega alla presidenza, Vittorio Bugli, sul caso della rimozione dalla direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale di Monica Calamai.

È proprio Bugli a difendere la decisione del presidente Rossi di rimpiazzare l'alta dirigente. Al tempo stesso rispedisce al mittente le critiche dei consiglieri regionali di minoranza sull'assenza del governatore durante il dibattito. "C'e' stato poco rispetto da parte del presidente nel non partecipare a questa discussione? Che rispetto c'e' stato allora nel presentare una mozione di sfiducia, con la quale si chiedono le dimissioni di un presidente regolarmente eletto, giusto per poter parlare di sanita'?.

È una bella pretesa chiedere rispetto senza darlo". (Cap/ Dire)

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