Greenhouse Talk. A Venezia, nuovi incontri e conversazioni sul futuro dell'architettura

La seconda edizione di Greenhouse Talk, evento promosso dall’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a Roma e dedicato alla riflessione sui grandi temi legati allo sviluppo dell’architettura, si svolgerà a Venezia il 5 e 6 giugno, durante la vernice della 14. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Partecipano agli incontri Joe Osae-Addo (Ghana), Guus Beumer (Olanda), Giovanna Borasi (Italia), Ole Bouman (Olanda), Aric Chen (Hong Kong), Pippo Ciorra (Italia), Reinier de Graaf (Olanda), Nanne de Ru (Oland), Pezo von Ellrichshausen (Cile), Bijoy Jian (India), Michelle Provoost (Olanda), Daan Roosegaarde (Olanda), Ma Yansong (Cina), Cino Zucchi (Italia).

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 aprile 2014 18:49
Greenhouse Talk. A Venezia, nuovi incontri e conversazioni sul futuro dell'architettura

Il 5 e 6 giugno 2014 l’Hotel Monaco & Grand Canal di Venezia ospiterà la nuova edizione di Greenhouse Talk, evento promosso dall’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a Roma e curato quest’anno da Hans Ibelings, critico e storico dell’architettura, direttore di The Architecture Observer. Dopo il successo della prima edizione svoltasi nel 2012, Greenhouse Talk offrirà al pubblico una nuova serie di conversazioni mattutine, legate al tema "Fundamentals" scelto da Rem Koolhaas per la 14.

Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Come di consueto, i numerosi e prestigiosi ospiti chiamati a riflettere sull’evoluzione dell’architettura in ambito internazionale, offriranno il loro contributo nella forma di un colloquio ospitato in un ambiente raccolto e privilegiato a margine della kermesse veneziana. Greenhouse Talk intende affrontare due tematiche che sono alla base della cultura progettuale architettonica: il futuro della professione e quello della rappresentazione dell’architettura.

Due argomenti sempre più attuali e stringenti che, nello scenario complesso delle nuove esigenze sociali, dei mutati assetti geopolitici, della crisi economica, impongono di essere sviscerati, compresi, ridefiniti secondo modelli alternativi, capaci di interpretare una realtà sempre meno stabile, in viaggio verso nuove configurazioni.

L’incontro del 5 giugno, dal titolo Fundamentals #1. What will be the future of the architectural profession?, indaga i possibili sviluppi futuri della professione architettonica, in questo momento imbrigliata nella crisi del mercato, oltre a essere al centro di un fenomeno che vede le diverse discipline legate alla progettualità incrociarsi, sovrapporsi, lambire l’una i confini dell’altra. Ormai da anni la crisi economica ha diminuito la domanda di edilizia, questo almeno nei Paesi europei, anche in relazione alla contrazione numerica della popolazione. Nell’ultimo secolo se da un lato è aumentata la specializzazione, dall’altro molti progettisti si sono trovati a superare i tradizionali confini della propria disciplina. Si tratta di una fase transitoria o questi differenti approcci porteranno a una sostanziale trasformazione della professione?

La mattina del 6 giugno altre riflessioni, correlate alle precedenti, introducono il tema della seconda conversazione dal titolo Fundamentals #2. Representation of architecture. Negli ultimi decenni, ma già all’inizio del secolo scorso, la pratica di esporre, di raccontare, di rappresentare progetti di architettura è cresciuta. E con essa la costruzione di luoghi deputati ad accogliere non solo progetti, ma anche frammenti di architettura. Musei, centri di architettura, istituti, biennali sono proliferati negli ultimi quaranta anni soprattutto in Europa e nel Nord America.

"Se l’architettura sta cambiando -continua Ibelings-, quali potrebbero essere le conseguenze sulla sua rappresentazione? In questo momento i principali musei e le loro attività sono ispirati dalla sensibilità occidentale. La migrazione del potere economico verso Est contribuirà a definire un approccio alternativo nel settore della rappresentazione dell’architettura?".

Nella foto, il curatore Hans Ibelings

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