Grandi Molini Italiani e PromoLog: Regione e Comune richiedono di revoca della mobilità

Cambio appalto all'Hotel Machiavelli Palace di Firenze: salvi i 7 posti di lavoro. Unicoop Tirreno: la trattativa non decolla. Stop a finanziamenti pubblici se imprese delocalizzano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 febbraio 2017 17:34
Grandi Molini Italiani e PromoLog: Regione e Comune richiedono di revoca della mobilità

FIRENZE– Revocare la mobilità e utilizzare gli ammortizzatori sociali. Hanno ribadito la richiesta a Grandi Molini Italiani e Promolog la Regione insieme al Comune di Livorno a fronte della procedura di mobilità che le due società hanno attivato nei confronti di 30 dei 45 dipendenti dello stabilimento. L'istanza è stata avanzata nell'ambito dei tre incontri che si sono tenuti ieri nella sede della presidenza della Regione ai quali hanno partecipato il consigliere del presidente Gianfranco Simoncini, l'assessore Francesca Martini del Comune di Livorno e a tutti e tre i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Al primo incontro era presente anche il segretario Massimo Provinciali dell'Autorità portuale di Livorno, interessata dalla possibile realizzazione di un lavoro di riqualificazione della banchina che, aumentando il pescaggio possa permettere l'attracco di navi di maggior dimensione.

Il secondo incontro era con i rappresenti dell'azienda e Confindustria. Il terzo ha visto la presenza di tutti i soggetti interessati. In particolare nell'incontro con l'azienda, Simoncini, per conto del presidente Rossi, ha chiesto il ritiro delle procedure di mobilità e l'utilizzo di ammortizzatori sociali che nel Comune di Livorno possano servirsi delle nuove previsioni (inserite nel Job Act sulla base delle richieste della Regione Toscana), di un anno aggiuntivo di casa integrazione straordinaria valido per le aree di crisi complessa. Una richiesta motivata anche dal fatto che nel precedente incontro con l'Autorità portuale, quest'ultima aveva informato di aver stanziato 5 milioni di euro per la realizzazione dei lavori di riqualificazione della banchina e che le opere propedeutiche ai lavori con gara d'appalto e quant'altro, sarebbero state attivate appena l'azienda avesse dato certezza sulla prosecuzione dell'attività lavorativa e in particolare sulle attività dopo il 2020. A fronte della posizione dell'azienda che ha confermato la volontà di procedere verso la mobilità, pur dichiarandosi disponibile a un confronto sul numero degli esuberi, l'assessore Martini e il consigliere Simoncini hanno ribadito la richiesta a Grandi Molini Italiani di revocare la mobilità e utilizzare gli ammortizzatori. Hanno inoltre preso atto che l'Autorità portuale invierà una richiesta all'azienda per conoscere i lineamenti di sviluppo dopo il 2020, sottolineando l'impegno, che l'Autorità portuale ha ribadito nell'incontro con tutte le parti in causa, di attivare le procedure a fronte della volontà concreta dell'azienda di garantire continuità allo stabilimento di Livorno con livelli occupazionali adeguati. Per una verifica delle riposte dell'azienda è stato riconvocata una riunione di tutti i soggetti interessati per lunedì 27 febbraio. La Regione auspica che il quadro di disponibilità messa in campo dalle istituzioni pubbliche trovi una risposta positiva da parte della proprietà di Grandi Molini e PromoLog.

Unicoop Tirreno, 4.400 dipendenti in 168 punti vendita (iper, supermercati e minimercati) tra Toscana, Umbria, Lazio e Campania, dopo aver presentato un piano anti crisi con 600 esuberi, il ridimensionamento della sede amministrativa di Vignale Riotorto, e la chiusura/cessione di 18 punti vendita, non si rende disponibile a realizzare un accordo di solidarietà. Un accordo, fino a 36 mesi di riduzione collettiva dell'orario, utile a ridurre i costi ma necessario a garantire i posti di lavoro. La Coop del Tirreno dichiara la volontà di tagliare i salari dei lavoratori (circa 2.800 euro annuì medi per i lavoratori a tempo pieno) per un lungo tempo. Sulle chiusure e/o cessioni, poi, risulta assolutamente incerto il futuro dei punti vendita, dichiarati tutti cedibili ma destinati, in caso contrario, alla chiusura.

Attivare al più presto un tavolo regionale sulla crisi aziendale di Unicoop Tirreno per preservare i 481 esuberi. Lo chiede una mozione presentata dalla consigliera regionale Ilaria Giovannetti (Pd) e approvata dall’aula del Consiglio Regionale.

Paolo Andreani, segretario nazionale della Uiltucs, afferma: “Unicoop Tirreno deve prima tagliare il numero delle auto aziendali, (200 circa per 2 milioni di euro) e ridurre le differenze inventariali che (sul bilancio 2015 hanno pesato per circa 10 milioni di euro). Altro che tagliare i posti di lavoro ed i salari di coloro che garantiscono quotidianamente il fatturato lavorando anche di domenica”.  La Uil pone condizioni chiare per negoziare un accordo: la sostanziale riduzione del numero degli esuberi, l'utilizzo del contratto di solidarietà e un protocollo per regolamentare le eventuali cessioni.

Il tutto per salvaguardare effettivamente i livelli occupazionali e il salario degli addetti. “Intanto - afferma Marco Conficconi, segretario generale della Uiltucs Toscana – Coop continua ad ungere, in modo particolare in Toscana, con più di 1,5 milioni di euro le varie attività politico/ sociali”. Intanto – prosegue Conficconi – Coop continua a spendere più di 4 milioni di euro in collaborazioni discutibili (pensionati, ex dirigenti, ex sindacalisti, familiari di dirigenti, etc) e programmi gestionali che, per sua stessa affermazione, neppure sa utilizzare”.

“Intanto - conclude il segretario della Uiltucs Toscana - Coop continua a spendere ingenti risorse in stipendi di dirigenti posti "a riposo" nel tentativo di non perdere ulteriormente la faccia”. La Uiltucs, incalzano Andreani e Conficconi, “ha chiesto ai dirigenti di Unicoop Tirreno di portare al prossimo appuntamento del 23 febbraio a Roma, il dettaglio di tutte le richieste poste al tavolo: ci devono dire, sia sull’integrativo che su tutti gli altri argomenti, nessuno escluso, quali sono i costi attuali, quali le loro proposte finali e che tutele intendono dare a tutti i lavoratori.

Senza queste informazioni dettagliate per noi la trattativa finisce qui”.

Assicurare la continuità produttiva e il mantenimento dell'azienda nell'area industriale di Sesto Fiorentino. Questo l'obiettivo della Regione, ribadito giovedì dal consigliere del presidente per il lavoro Gianfranco Simoncini, intervenuto all'assemblea indetta dai lavoratori della Richard Ginori. Simoncini ha ricordato il pressing della Regione per arrivare rapidamente alla chiusura del confronto per l'acquisizione dell'area, dopo la presentazione della proposta formale da parte di Richard Ginori ai liquidatori.

Tutto questo anche in considerazione del fatto che Regione e Comune hanno ribadito che non consentiranno speculazioni sull'area che dovrà restare a destinazione industriale. Una rapida conclusione della vicenda con il mantenimento dell'azienda a Sesto Fiorentino, oltre a consentire l'attuazione del piano industriale, servirà anche a trovare una soluzione positiva per la questione del Museo di Doccia per cui, proprio in queste ore, il governo si è detto disponiile ad una acquisizione da parte del pubblico. Simoncini ha anche fatto presente che nei giorni scorsi ha informato le strutture del Ministero dello Sviluppo Economico, sottolineando la possibilità di un intervento del Ministero a tutela di un'azienda unica nel panorama nazionale e richiamando il senso di responsabilità ed il sacrificio che i lavoratori hanno messo in campo anche con l'accordo firmato recentemente.

Mettere in atto ogni sforzo per superare la situazione di conflitto e tensione sociale determinata dal passaggio di proprietà e dalla riorganizzazione interna, in particolare per quei lavoratori per i quali ad oggi non è prevista la ricollocazione in altre attività. E' quanto hanno chiesto a Cementir-Sacci la Regione e i Comuni di Greve in Chianti e San Casciano Val di Pesa. All'incontro, che si è tenuto giovedì in palazzo Strozzi Sacrati, hanno preso parte il consigliere per i problemi del lavoro del presidente Rossi, Gianfranco Simoncini, i sindaci, Paolo Sottani e Massimiliano Pescini, e i rappresentanti dell'azienda. Le istituzioni hanno ribadito la necessità di dare una risposta positiva ai lavoratori che non sono ancora stati ricollocati in alcuna attività produttiva.

L'azienda ha manifestato la disponibilità a cercare di garantire al massimo la ricollocazione e a valutare interventi volti a favorire la ricollocazione dei dipendenti rimasti senza occupazione. Regione e Comuni hanno espresso l'auspicio che già nella riunione prevista la settimana prossima in Prefettura sia possibile verificare soluzioni per superare le difficoltà di questi lavoratori della Cementir-Sacci.

“Subordinare i finanziamenti pubblici a favore di Ericsson per il progetto FI-PI-LI3 al progressivo riassorbimento nel sito pisano dei dipendenti trasferiti a Genova”. Questo uno dei dispositivi contenuti nella mozione sulla multinazionale svedese che il Consiglio regionale della Toscana ha votato all’unanimità. Il testo, frutto di una sintesi di due diverse mozioni presentate da Movimento 5 stelle e Sì – Toscana a sinistra cui si è aggiunto il Partito democratico con la firma del consigliere Andrea Pieroni, impegna la Giunta ad attivarsi per chiedere alla multinazionale di “sviluppare iniziative per creare nuove opportunità di lavoro che possano consentire l’implementazione delle attività presso il sito pisano”.

L’azienda dovrà inoltre impegnarsi per concedere modalità di telelavoro ai 18 dipendenti trasferiti in Liguria, in modo da “giustificare gli investimenti regionali” che potranno essere “revocati se non corrispondenti” con gli obblighi contrattuali. La mozione è stata illustrata dalla consigliera Irene Galletti (M5s) e in sede di dichiarazione di voto Tommaso Fattori (Sì – Toscana a sinistra) ha ribadito la necessità di “occuparci dell’atteggiamento predatorio del territorio dimostrato dalle multinazionali”.

“Con questo atto – ha detto il consigliere Pieroni - proseguiamo la buona prassi di trovare unitarietà su una questione che interessa decine di lavoratori”.

Firmata presso l'Unità di Crisi di Palazzo Medici Riccardi l'intesa a salvaguardia delle cameriere ai piani (una delle quali in congedo di maternità), operanti nella struttura alberghiera. Si è svolto lunedì scorso il primo e risolutivo incontro presso l'Unità di Crisi Metropolitana per la difficile situazione venutasi a determinare nell'ambito dell'appalto inerente il servizio "pulizia e rifacimento camere" dell'Hotel Machiavelli Palace di Firenze. Presenti le istituzioni (Città Metropolitana e Comune di Firenze), l'azienda cessante, TTL Solidal Scarl, l'azienda subentrante GEO 2014 Soc.

cooperativa e la FILCAMS CGIL. La situazione che dopo il licenziamento delle dipendenti, non aveva trovato sbocco nel confronto sindacale, ha trovato positiva risoluzione attraverso la sottoscrizione di un verbale di accordo nel quale l'azienda GEO 2014 si è impegnata ad assumere entro il primo marzo prossimo tutte le lavoratrici. I contratti saranno a tempo indeterminato e alle stesse condizioni economiche e contrattuali precedenti compresa l'anzianità maturata e maturanda.

In evidenza