Giovanni da Verrazzano navigatore e gentiluomo, il libro di Hagge

La presentazione mercoledì 20 marzo da "Libraccio"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 marzo 2024 21:20
Giovanni da Verrazzano navigatore e gentiluomo, il libro di Hagge

Firenze, 18 marzo 2024 – Grande navigatore, umanista, uomo di scienza come d’azione, Giovanni da Verrazzano è ricordato principalmente per il viaggio oltreoceano che lo portò nel 1524 per primo occidentale nella baia di New York, e quindi ad esplorare le coste orientali degli attuali Stati Uniti d’America. A lui è dedicato il libro firmato dal giornalista scrittore Marco Hagge e intitolato Giovanni da Verrazzano. Navigatore e gentiluomo (ed. Pagliai, con illustrazioni di Bruno Solís e prefazione di Eugenio Giani). Il volume sarà presentato mercoledì 20 marzo alle 18.00 alla libreria Libraccio (Via de’ Cerretani, 16r), alla presenza dell’autore. Interverranno Luigi Giovanni Cappellini, presidente della Fondazione Giovanni da Verrazzano, e Riccardo Ventrella, responsabile Relazioni e Progetti internazionali del Teatro della Toscana.

Il saggio, recentemente pubblicato anche in inglese, fa luce sulla biografia del navigatore toscano attraverso un’accurata indagine storica e filologica, incentrata in particolare sui suoi documenti autografi. Dopo un’analisi delle conoscenze geografiche nel XV secolo, da cui emergono figure di spicco come il geografo Paolo dal Pozzo Toscanelli o lo stesso Amerigo Vespucci, la narrazione abbraccia la storia di Giovanni, offrendo il ritratto di un viaggiatore coraggioso che fu anche una penna più che raffinata, e che nel 1524 compì un’importante traversata transatlantica per esplorare poi vaste zone della costa americana.

Uomo d’azione, inserito a pieno titolo nella vita pubblica e in una rete ben strutturata di relazioni politiche, Giovanni da Verrazzano fu anche un abile politico e imprenditore, nonché un personaggio dalle spiccate doti umane: evidente, ad esempio, è il rispetto che portò agli indigeni, con i quali trattava da pari a pari. “Un caso più unico che raro”, ammette Hagge, “nella storia delle scoperte geografiche”.

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