Giornalisti domani in piazza a Firenze per informazione e lavoro

Le richieste al governo nel documento che sarà consegnato al Prefetto. Presentata risoluzione da Di Giorgi (PD)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 maggio 2021 14:50
Giornalisti domani in piazza a Firenze per informazione e lavoro

Giornalisti in piazza, domani 1 giugno 2021, alle 11, in via Cavour, a Firenze, con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sul profondo stato di difficoltà in cui si trova, in Italia, il sistema dell'informazione, vittima di leggi superate e di una crisi economica senza precedenti nell'editoria. La manifestazione – organizzata a livello nazionale dalla Fnsi e in Toscana dall'Associazione Stampa e dal Consiglio regionale dell'Ordine – si terrà contemporaneamente nei capoluoghi di regione italiani.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è un’occasione unica per rilanciare il settore e progettare il futuro. L’informazione, pilastro della democrazia di ogni paese, non può venire esclusa dalle risorse del Piano. I giornalisti in piazza (e in diretta social sui canali della Fnsi, la piazza di Firenze sarà raccontata e commentata da Chiara Brilli, consigliere nazionale Fnsi e componente del direttivo Ast, chiedono quindi al Governo un impegno serio per risolvere problemi che si trascinano da decenni. Le priorità figurano nel documento che anticipiamo e che sarà consegnato al prefetto di Firenze, Alessandra Guidi, dal presidente dell'Ast, Sandro Bennucci e dal presidente del Consiglio dell'Ordine della Toscana, Carlo Bartoli.

"Sono vicina ai giornalisti che saranno domani in piazza per chiedere la riforma della cassa di previdenza professionale, gravata dal carico eccessivo delle prestazioni pensionistiche a fronte di una platea di lavoratori attivi che si è andata sempre più assottigliando negli anni; e per sollecitare provvedimenti, non più procrastinabili, nella lotta contro il precariato, che, nel settore dell’informazione assume forme particolarmente odiose, con giornalisti pagati pochi euro ad articolo" dichiara l'On. Rosa Maria Di Giorgi, capogruppo Pd in commissione Cultura.

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"A tal proposito, con i colleghi Pellicani, Sensi, Verini, Rotta, piccoli, Nardelli, Lattanzio, Rossi, Prestipino Nitti ed Orfini, abbiamo presentato in commissione cultura una risoluzione per impegnare il Governo ad anticipare l'attuazione della legge 58 (L 28/6/2019) per l'allargamento della platea contributiva dell’Inpgi. E a promuovere un confronto volto a superare il precariato e l'applicazione di contratti giornalistici per quella vasta platea di giornalisti che svolge l'attività professionale inquadrata giuridicamente come prestazioni di lavoro autonomo, ma sempre a favore di aziende editoriali;Nella risoluzione si chiede all'esecutivo anche di intervenire per l'abolizione del carcere per i cronisti, la proposta di legge giace in Senato: nel giugno del 2020. Ad intervenire in tempi rapidi per approvare la legge contro le querele bavaglio, divenute una vera emergenza democratica".

"Infine di dare immediata attuazione alla legge sull’equo compenso 233/ 2012, che fissa una soglia minima di pagamento. La pandemia covid ha messo in luce tutte le debolezze del nostro sistema Paese. Per questo con i fondi del Next Generation EU dobbiamo intervenire al fine di correggere le storture, rafforzando le nostre istituzioni, ed attraverso queste, la tenuta delle nostre democrazie. Da questo punto di vista un ruolo centrale è svolto dall'informazione, perché un Paese civile ha bisogno di buona informazione, altrimenti sono le istituzioni stesse che vengono indebolite".

"In tal senso non è più rinviabile la piena attuazione dell’articolo 21 della Costituzione. Che vuol dire creare finalmente le condizioni per una riforma radicale che tuteli maggiormente la libertà dell'informazione, in una stagione in cui la crisi del settore è drammatica".

“Buona occupazione per la qualità del lavoro e del prodotto editoriale e basta precarietà, di questo ha bisogno il sistema dell’informazione in Italia. Lo svuotamento delle redazioni e in atto da tempo, così come da tempo si fa ricorso a prestazioni pagate poco euro a redattori che in redazione non possono mettere neanche piede, e non mi pare che si siano fatti passi avanti sulla strada di una uscita possibile dalla crisi.Il cambiamento è necessario e non rinviabile. Bene fanno i giornalisti italiani e toscani a scendere in piazza, domani 1° giugno a Firenze, nell'ambito della Giornata di informazione e di lotta sul diritto ad informare ed essere informati, a loro il sostegno mio personale e della Cgil Toscana” dichiara Dalida Angelini segretaria generale della Cgil Toscana.

“Dalla parte dei giornalisti che giustamente scendono in piazza per sensibilizzare sulla grave crisi che incombe sul sistema dell’informazione di tutto il Paese. Per creare una coscienza critica nei cittadini servono giornalisti che siano in grado di raccontare senza condizionamenti e ricatti, cioè con editori in grado di garantire occupazione di qualità e lotta al precariato. A nome di tutta la UIL Toscana esprimo solidarietà e vicinanza ai giornalisti che domani saranno in piazza a Firenze e in contemporanea in altri capoluoghi di regione” interviene Annalisa Nocentini, Segretario Generale UIL Toscana.

“Pieno e convinto sostegno dalla Cisl Toscana alla mobilitazione, organizzata a livello nazionale dalla Fnsi e in Toscana dall’Associazione Stampa e dal Consiglio regionale dell’Ordine, che domani vedrà i giornalisti scendere in piazza in tutti i capoluoghi di regione italiani.” Ad esprimerlo è il segretario generale della Cisl Toscana, Ciro Recce. “Quelle per la qualità del lavoro, contro la precarietà, per una giusta retribuzione sono battaglie che ovviamente la Cisl condivide e sostiene. Nel caso dei giornalisti poi, queste diventano ancor più battaglie per il bene di tutti, perché solo difendendo la qualità del lavoro giornalistico si può difendere fino in fondo la libertà e la qualità dell’informazione, nutrimento indispensabile della democrazia.

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