Firenze, 11 dicembre- Penalizzato l’Appennino e compromesso il riconoscimento di forme di tutela di territori che, in Toscana, affrontano già molte difficoltà. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, nella Giornata internazionale della montagna, lancia l’allarme sui criteri introdotti dalla legge di revisione della classificazione montana, ovvero il testo (legge 131/2025 ) che introduce parametri ‘rigidi’ (altitudine e pendenza) per classificare i Comuni ‘montani’.
Una decisione che penalizza particolarmente i comuni della fascia appenninica, fondamentali per la coesione territoriale e lo sviluppo sostenibile della Toscana. “Dei 149 comuni toscani che oggi sono classificati come montani e gli oltre 500 mila cittadini che li abitano, oltre la metà rischiano di rimanere fuori dalle misure di valorizzazione e tutela” afferma il presidente in conferenza stampa in palazzo Strozzi Sacrati.
Al centro la ricaduta della legge nazionale in Toscana dove, come ricorda il presidente, sono previste nel Bilancio regionale in approvazione misure di valorizzazione della montagna grazie alla legge regionale sulla Toscana Diffusa (l.r.11/2025): “Dieci milioni di capitale sociale per progetti di riqualificazione urbana o di riqualificazione servizi o opere; e un milione di parte corrente per incentivi agli esercizi nei borghi e in conto affitto per le giovani coppie”.
“Il provvedimento attuativo che il Governo presenterà alla prossima Conferenza Unificata Stato Regioni rischia di creare montagne di serie A e di serie B”, continua Giani. La Regione per parte sua ha già dimostrato il suo impegno concreto: “Abbiamo investito importanti risorse regionali per opporci alla chiusura di piccoli plessi scolastici, per sopperito al ridimensionamento di presidi sanitari e per rafforzare i trasporti pubblici locali, così da invertire lo spopolamento e mitigare la vulnerabilità idrogeologica”.
Marina Lauri, responsabile politiche della montagna di Anci Toscana, ringrazia la Regione per il riconoscimento al settore, cita l’impegno di Anci - la presidente Susanna Cenni e la Consulta della Montagna coordinata da Luca Marmo stanno coinvolgendo Comuni e parlamentari toscani per attivare una mobilitazione a tutti i livelli - e argomenta: “Il nuovo sistema di classificazione potrebbe avere un impatto dirompente per l’assegnazione delle risorse della nuova legge sulla montagna, che al momento sono scarse, con 200 milioni all’anno a livello nazionale per il triennio 2025-2027, e su molti altri importanti dispositivi di sostegno, come le risorse della Toscana Diffusa e la Strategia nazionale delle aree interne. È necessario introdurre nuovi criteri come la distanza dai servizi, la solidità economica, il rischio idrogeologico, altrimenti la metà dei Comuni montani nella nostra regione è a rischio”.
D’altra parte la Costituzione italiana, agli articoli 9, 44 e 119, dedica specifica attenzione alla montagna, imponendo allo Stato precisi doveri: sostegno allo sviluppo e alla valorizzazione, tutela del suo paesaggio e del patrimonio storico-artistico, riequilibrio dei costi della montanità, garantendo parità di servizi alle comunità appenniniche già fragili. La partita, chiosa Giani, va oltre la Toscana: “Ormai si parla di Italia Diffusa”.
Confcooperative Toscana Nord esprime preoccupazione per le nuove disposizioni sui criteri di classificazione dei comuni montani, recentemente indicate nella legge n. 131/2025, che rischiano di penalizzare alcune aree dell’Appennino.“Storicamente gli Appennini rappresentano le montagne più vissute e abitate d’Italia, scelte da secoli come luogo di vita dalle popolazioni italiche - sottolinea Lorenzo Giuntini, presidente di Confcooperative Toscana Nord. - La preoccupazione già espressa da Anci e Regione riguarda anche la cooperazione: se da un lato è comprensibile la necessità di razionalizzare le risorse, dall’altro il rischio è quello di sostenere maggiormente territori già avvantaggiati, mentre altri – spesso più fragili – potrebbero restarne esclusi”.
Giuntini evidenzia come ci sia “una rinnovata sensibilità verso le azioni di rilancio dei territori in difficoltà. Siamo testimoni di uno sforzo concreto per mettere in campo politiche di sviluppo efficaci, anche attraverso risorse economiche che per Confcooperative sarebbe auspicabile consolidare, se non incrementare. Le sfide per riportare vivibilità e sostenibilità nelle nostre montagne sono grandi - conclude il presidente -: serve uno sforzo comune, senza creare divisioni o rivalità”.“Il ruolo delle cooperative di comunità è fondamentale - commenta Beatrice Flore, presidente della Cooperativa Le Lari di San Marcello Piteglio, in provincia di Pistoia - Difendere la residenzialità montana e promuovere lo sviluppo economico della Toscana diffusa è una responsabilità che richiede continuità e coesione tra tutti gli attori del territorio.
Le politiche locali hanno spesso valorizzato il nostro operato; non possiamo ora fare passi indietro sui supporti alle azioni di sviluppo locale. Ci sentiamo parte di un percorso in movimento verso una meta importante: chiediamo che i nuovi criteri siano definiti con attenzione, evitando di rimanere “in mezzo a un guado” e consentendo alle sfide dei nostri territori di proseguire”.
Confcooperative Toscana Nord ribadisce dunque la propria disponibilità a collaborare con istituzioni e soggetti locali per garantire che ogni decisione tenga conto delle reali esigenze dei territori montani e della cooperazione che vi opera. esprime preoccupazione per le nuove disposizioni sui criteri di classificazione dei comuni montani, recentemente indicate nella legge n. 131/2025, che rischiano di penalizzare alcune aree dell’Appennino.
“Storicamente gli Appennini rappresentano le montagne più vissute e abitate d’Italia, scelte da secoli come luogo di vita dalle popolazioni italiche - sottolinea Lorenzo Giuntini, presidente di Confcooperative Toscana Nord. - La preoccupazione già espressa da Anci e Regione riguarda anche la cooperazione: se da un lato è comprensibile la necessità di razionalizzare le risorse, dall’altro il rischio è quello di sostenere maggiormente territori già avvantaggiati, mentre altri – spesso più fragili – potrebbero restarne esclusi”.
Giuntini evidenzia come ci sia “una rinnovata sensibilità verso le azioni di rilancio dei territori in difficoltà. Siamo testimoni di uno sforzo concreto per mettere in campo politiche di sviluppo efficaci, anche attraverso risorse economiche che per Confcooperative sarebbe auspicabile consolidare, se non incrementare. Le sfide per riportare vivibilità e sostenibilità nelle nostre montagne sono grandi - conclude il presidente -: serve uno sforzo comune, senza creare divisioni o rivalità”.
“Il ruolo delle cooperative di comunità è fondamentale - commenta Beatrice Flore, presidente della Cooperativa Le Lari di San Marcello Piteglio, in provincia di Pistoia - Difendere la residenzialità montana e promuovere lo sviluppo economico della Toscana diffusa è una responsabilità che richiede continuità e coesione tra tutti gli attori del territorio. Le politiche locali hanno spesso valorizzato il nostro operato; non possiamo ora fare passi indietro sui supporti alle azioni di sviluppo locale.
Ci sentiamo parte di un percorso in movimento verso una meta importante: chiediamo che i nuovi criteri siano definiti con attenzione, evitando di rimanere “in mezzo a un guado” e consentendo alle sfide dei nostri territori di proseguire”.Confcooperative Toscana Nord ribadisce dunque la propria disponibilità a collaborare con istituzioni e soggetti locali per garantire che ogni decisione tenga conto delle reali esigenze dei territori montani e della cooperazione che vi opera.