Gara tpl: sul trasferimento dei beni c'è il rispetto degli accordi firmati nel 2017

Fattori e Sarti (Sì): “Il PD fa quadrato attorno all'assessore Ceccarelli e dà semaforo verde alla liquidazione". Stella (FI): "La Regione Toscana sospenda l'aggiudicazione del servizio fino alla sentenza del CdS". il sindaco di Prato Biffoni: "Evitiamo accelerazioni dannose, tra poche settimane ci sarà la sentenza"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 ottobre 2019 09:11
Gara tpl: sul trasferimento dei beni c'è il rispetto degli accordi firmati nel 2017

FIRENZE - Nella vicenda del trasferimento di beni da Mobit (azienda composta dagli attuali gestori del servizio di tpl su gomma) ad Autolinee Toscane (aggiudicataria della lunga gara per il lotto unico regionale), la Regione - come ha sempre fatto - rispetta obblighi e tempi previsti negli accordi sottoscritti dalle parti, anche se alcuni soggetti sembrano sorprendersi quando gli impegni sottoscritti vengono attuati davvero. La contestazione da parte di Cap del cronoprogramma fissato dalla Regione Toscana per il trasferimento dei beni da Mobit ed Autolinee Toscane va contro non soltanto all'Accordo sottoscritto dalle parti il 29 dicembre 2017 - che le impegnava a non ostacolare lo svolgimento delle attività propedeutiche all'avvio del servizio (tra le quali rientra a pieno titolo il passaggio dei mezzi e delle strutture all'azienda aggiudicataria) - , ma anche contro l'articolo 15 dello stesso contratto-ponte, firmato nel 2017 dalle aziende di trasporto toscane che costituiscono Mobit e che specifica chiaramente i termini e le procedure da attuare a fine contratto. Nello stesso articolo 15 si legge che, nel caso in cui i soggetti direttamente interessati non trovino una soluzione condivisa, sarà la Regione Toscana a fissare, entro 15 giorni dal mancato accordo, un cronoprogramma.

Ed è quanto è stato fatto. Dunque nessuna decisione arbitraria, ma solo rispetto dei patti sottoscritti. 

Ecco quanto si legge nell'art.15: "entro il centoventesimo giorno precedente la scadenza del presente contratto, l'aggiudicatario definitivo presenta alla Regione una proposta di cronoprogramma contenente le date opportunamente distribuite di stipula dei contratti di trasferimento dei beni. Entro tre giorni dalla presentazione, la Regione convoca l'Affidatario e l'aggiudicatario per l'elaborazione definitiva del cronoprogramma da concludersi nei 15 giorni successivi. In caso di mancato accordo tra le parti entro il suddetto termine, la Regione approva autonomamente, nei 15 giorni successivi, il cronoprogramma e lo comunica alle parti per la sua attuazione".

Si precisa inoltre che nel caso in cui venissero comunicate dalle parti impossibilità oggettive, non dipendenti dalle loro volontà, o vi fosse una decisione giudiziale che incida sull'espletamento del servizio, la Regione farà le sue valutazioni, sempre nell'interesse pubblico. I contenuti del contratto-ponte e dell'Accordo del 29 dicembre 2017 sono stati richiamati dalla Regione anche nella lettera inviata lo scorso 25 settembre, dove tra l'altro si legge che: "Regione Toscana, alla luce dei fatti intercorsi, approva in via definitiva il cronoprogramma nella versione proposta dall'aggiudicatario definitivo, fermo restando che le date ivi indicate sia per i rogiti che per la stipula dei contratti di locazione degli immobili, sia per i trasferimenti dei bus, dei veicoli e del personale, potranno subire adeguamenti temporali in ragione delle tempistiche di pubblicazione del dispositivo o della sentenza che definisce i giudizi pendenti al Consiglio di Stato (R.G.

9624/2016; 9725/2016; 9177/2017)."

“Il Pd ha deciso di bocciare la nostra razionale proposta che prevedeva di fermare la liquidazione delle attuali 12 società che gestiscono il trasporto pubblico locale regionale in attesa della sentenza del Consiglio di Stato, prevista fra poche settimane. Chiedevamo di scrivere un nuovo cronoprogramma, da concordare con Autolinee Toscane e Mobit, in attesa di capire chi ha davvero vinto la gara per la gestione del servizio nell’intera regione. Affidare in maniera definitiva il trasporto pubblico regionale ad Autolinee Toscane quando la sentenza del Consiglio di Stato potrebbe ribaltare la situazione è una scelta assurda che ci espone ad enormi rischi patrimoniali, oltre a pregiudicare lo stesso servizio a danno della cittadinanza e dei lavoratori”, affermano Tommaso Fattori e Paolo Sarti, consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra. “Ancora più assurde le motivazioni addotte dal Pd, che da una parte ha affermato di condividere nel merito le preoccupazioni e i contenuti della nostra proposta, dall’altra ha inteso far quadrato attorno alle decisioni dell’assessore Ceccarelli chiedendo più tempo, ossia di rimandare il voto sulla nostra richiesta di qualche settimana.

Ma il tempo non c’è e si sarebbe dovuto sospendere immediatamente l’attuale cronoprogramma, che prevede un processo di liquidazione delle 12 aziende che si avvierà a metà novembre per concludersi entro l’anno. Prudenza e buon senso esigono che si attenda la sentenza del Consiglio di Stato: l’interesse pubblico, economico e patrimoniale deve essere tutelato nell’eventualità di una sentenza sfavorevole per Autolinee Toscane Spa”, continuano i consiglieri. “Tra l’altro era stato proprio il Consiglio regionale, a febbraio, ad aver impegnato la Giunta ad affidare definitivamente la concessione del TPL solo a seguito della pronuncia del Consiglio di Stato, senza basarsi sulla sola sentenza della Corte di Giustizia Europea, in modo da evitare l’attivazione di nuovi contenziosi tra Mobit e Autolinee Toscane.

Ma proprio ora che siamo vicini alla sentenza, la giunta innesca una vera e propria bomba nel sistema e obbliga le 12 società toscane alla vendita dei propri beni, mezzi, e immobili al raggruppamento Autolinee Toscane, guidato dai francesi di RATP. Il Pd regionale, invece di aiutarci a disinnescare la bomba chiede più tempo, ma così salta tutto in aria”, concludono Fattori e Sarti.

"La Regione Toscana sospenda l'aggiudicazione del servizio di Trasporto Pubblico Locale, in attesa della prossima sentenza del Consiglio di Stato, in programma tra quattro mesi". Lo chiede il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (FI), dopo che Mobit (il consorzio che raggruppa le imprese toscane del settore) ha presentato al Tar della Toscana la richiesta di sospensiva dell'aggiudicazione ad Autolinee Toscane del servizio sull'intero territorio regionale per nove anni, disposta dalla Regione nelle scorse settimane senza attendere le sentenze del Consiglio di Stato sui ricorsi precedenti.

L'udienza è stata fissata per il 26 febbraio 2020. "La Regione ha deciso di andare avanti nella procedura di affidamento già dal 1° Gennaio 2020 - ricorda Stella -. Si tratta di una decisione avventata perché comporta che già da Novembre prossimo è fissato il calendario per il trasferimento dei beni mobili, immobili e autobus e la conseguente estromissione dal servizio degli attuali gestori dal 1° Gennaio 2020. Se non ci sarà la sospensione di tutte le procedure - in attesa della sentenza del Consiglio di Stato - le aziende che attualmente gestiscono il servizio rischiano di subire un danno irreparabile, anche nell'eventualità di sentenza favorevole".

"Nel rispetto degli esiti delle gare, dei diritti delle aziende e della garanzia dei servizi per i cittadini credo che il buon senso imponga di aspettare quanto meno la sentenza che arriverà tra poche settimane dal Consiglio di Stato". Il sindaco Matteo Biffoni interviene sulla vicenda della gara del Tpl, esprimendo preoccupazione per quanto sta avvenendo in queste ultime ore: "Non entro nel merito della vicenda perché non mi compete. Credo semplicemente che procedere con passi importanti come la vendita di immobili a solo poche settimane da una sentenza che si pronuncerà sulla vicenda della gara regionale mi sembra un'accelerazione inutile e dannosa.

Su questo concordo quanto dichiarato anche giovedì scorso dall'assessore regionale Ceccarelli. A questo punto auspico che venga aspettato il pronunciamento del tribunale per non incorrere il rischio di fare passaggi che potrebbero essere non definitivi". Biffoni ribadisce la necessità di garantire il servizio ai cittadini e il futuro dei lavoratori: "Evitare ulteriore caos serve anche per poter dare maggiore serenità a tutti, ai lavoratori delle aziende e agli utenti del servizio pubblico locale".

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