Fratelli d’Italia contesta il nuovo spazio polivalente ispirato al Fac dell’Avana: non la scelta di utilizzo degli spazi interni, ma il messaggio politico che sui quotidiani è stato trasmesso da parte della giunta.
“L’isola caraibica, ultimo residuo di un ideologia spietata e sanguinaria, non è il nostro modello di riferimento -dichiara Alessandro Draghi (Fratelli d’Italia)- Da anni si aspetta il completamento di un’opera e, finalmente, nel 2021 il bando per i 2000 mq di spazio a San Donato, destinati a tutti i cittadini da 0-99 anni.
Poi l’anno dopo l’ex sindaco Nardella vola a Cuba e si innamora dei vertici castristi della capitale, nasce in quel momento forse l’ispirazione? Ci dobbiamo anche aspettare che il centro verrà intitolato a Che Guevara? Per accedere alla struttura che requisiti saranno imposti: tessera del PD e della Cgil in tasca? Noi siamo per la libertà non per la dittatura”.
“Ci vuole ostinata rigidità pregiudiziale per reagire in modo pavloviano al nome di Cuba, come fatto da Fratelli d’Italia -dichiara Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune- Parlano di ideologia spietata e sanguinaria, ma non hanno avuto da ridire quando durante la pandemia personale sanitario dell’isola caraibica è stato messo a disposizione del nostro Paese. La Repubblica resiste all’embargo degli Stati Uniti, tra mille difficoltà. Invece che difendere il principio di sovranità ecco che si sceglie di raccontare un’improbabile equiparazione tra tessere del PD e Che Guevara.
Il messaggio politico che scandalizza Fratelli d’Italia andrebbe invece declinato in un altro senso. Il Consiglio comunale ha approvato un atto che chiede di valorizzare l’importante donazione di opere d’arte arrivata a Firenze dopo l’alluvione. Si dia concretezza a questo. Perché i rapporti tra il nostro territorio e Cuba siano non sono commerciali, ma politici, istituzionali e sociali, dialogando con il ricco tessuto di associazioni di amicizia nei confronti del popolo cubano”.