Firenze, lavorano pelle di lusso, ma vivono nei loculi - Foto -

Li chiamano "Capannoni alveare", sembra quasi un nome carino, ma è l'orrore all'ombra del lusso

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 settembre 2014 12:21
Firenze, lavorano pelle di lusso, ma vivono nei loculi - Foto -

Guardia di Finanza e Arma dei Carabinieri, della Direzione Territoriale del Lavoro, dell’ I.N.P.S., dell’A.S.L., dei NAS, della Polizia Municipale di Signa e dei Vigili del Fuoco, hanno sottoposto a controllo 2 capannoni ubicati in Signa, via Pistoiese, dove operavano 7 ditte, gestite tutte da soggetti di etnia cinese: confezionavano capi di abbigliamento ed accessori di pelletteria.

La pelletteria è il settore economico che esportiamo come modello di virtù in tutto il mondo, la Cina è il Paese del futuro e la Toscana aspetta a gloria il nuovo turismo orientale. Tutto bello, finché non si apre il sipario.Capannoni suddivisi in porzioni, ognuna occupata da una ditta. 51 lavoratori di origine cinese: 31 completamente “in nero”, 5 clandestini e 20 irregolari.

Tre datori di lavoro sono stati denunciati all’Autorità giudiziaria fiorentina per il reato di impiego di manodopera clandestina. Sette provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale. Inoltre, sono state constatate sanzioni amministrative per complessivi euro 143.850.

Nella parte interna dei capannoni erano stati ricavati “loculi” adibiti a dormitorio per gli operai che attraverso dei cunicoli, occultati da moduli di cartone, consentivano il collegamento diretto ai contigui laboratori mentre altre parti dell’immobile erano state attrezzate a cucina in assenza della prevista autorizzazione per l’attività di preparazione e di somministrazione di pasti. I Vigili del Fuoco hanno provveduto alla rimozione di 11 bombole di GPL.

I locali, adibiti a laboratorio-dormitorio (1.700 mq), in assenza delle autorizzazioni edilizie, sono stati sottoposti a sequestro e i 7 cittadini cinesi responsabili delle ditte sono stati denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Firenze per violazione all’art. 44 lett. b DPR 380/2001.

Nei primi nove mesi del 2014, gli interventi in materia di lavoro sommerso, tutela delle condizioni di sicurezza e di salute dei lavoratori hanno consentito di verificare complessivamente la posizione di 88 ditte, tutte gestite da soggetti di etnia cinese ed operanti principalmente nel settore delle confezioni di articoli in pelle, accessori e abbigliamento, dove erano impiegati lavoratori di origine cinese, di cui 151 risultati completamente “in nero”, tra cui anche 12 clandestini e 5 minori e 54 irregolari.

Complessivamente sono stati emessi 45 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale ai sensi dell’art. 14 del D.Lgs 81/2008 (impiego di personale non risultante dalla documentazione obbligatoria in misura pari o superiore al 20% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro all’atto del controllo) e constatate sanzioni amministrative per oltre 700.000 euro.

Dalle suddette attività ispettive sono scaturiti diversi controlli fiscali che al momento hanno fatto emergere rilievi: ai fini IRPEF, per un imponibile pari a circa euro 520.000; ai fini IVA, per un’imposta dovuta pari a circa euro 110.000.

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