Firenze in trasformazione: piccoli e grandi contenitori, ecco cosa è cambiato

Aree sopra i 2000 metri quadrati: 5 anni per realizzare i progetti presentati, poi sarà il Comune a decidere

Antonio
Antonio Lenoci
22 aprile 2015 12:24
Firenze in trasformazione: piccoli e grandi contenitori, ecco cosa è cambiato

Firenze ha adottato con Matteo Renzi il criterio della riqualificazione dei volumi già esistenti. "Abbiamo perseguito il principio dei Volumi Zero a costi zero impiegando nei lavori al Regolamento Urbanistico solo tecnici comunali - precisa a Nove da Firenze Elisabetta Meucci, assessore all'Urbanistica del Comune di Firenze nella giunta Renzi e confermata da Nardella - ci abbiamo messo 5 anni, e adesso scatta un anno di "monitoraggio" al termine del quale potremo valutare ulteriori segnalazioni dopo aver già accolto il 65% della documentazione presentata".

Qualche discussione è sorta in merito al termine "Perequazione": "Pensiamo a quegli edifici che hanno una destinazione produttiva e che si trovano oggi inglobati nel centro cittadino. Rappresentano un intasamento degli isolati; per questo abbiamo stabilito che il proprietario, se lo vuole, può manutenere la struttura con la medesima destinazione oppure trasferire altrove il diritto di edificare e trasformare i metri in uso residenziale con un aumento di superficie.

Qual è il guadagno per Firenze? "Uno spazio pubblico. La vecchia area entra in proprietà comunale per poterci realizzare un parcheggio, un giardino o una piazza. Mi auguro che questo istituto venga disciplinato a livello nazionale".Volumi Zero però poi Zero margine di manovra? Davanti all'invito degli architetti ad una maggiore flessibilità l'assessore Meucci spiega a Nove da Firenze: "Dovevamo chiudere i lavori, non potevamo proseguire con le valutazioni.

I miei esperti sono convinti che gli architetti fiorentini non abbiano ancora compreso pienamente i criteri inseriti nel regolamento, e si accorgeranno di poter avere molti più margini di quelli ravvisati, esistono possibilità di manovra ancora sconosciute agli architetti stessi".Unità immobiliare minima di 50 metri quadrati lordi solo in centro storico? "Perché al tempo stesso - replica Meucci - siamo andati incontro a famiglie che fuori dal centro chiedevano di poter realizzare appartamenti piccoli da frazionamenti, ma non saranno comunque inferiori ai 28 metri quadrati.

Abbiamo anche permesso l'uso dei sottotetti e la realizzazione di aperture per le terrazze a tasca o l'uso dei loggiati". Nove da Firenze ha affrontato il tema nel marzo 2014 con uno Speciale sulle dimensioni degli appartamenti e la richiesta del mercato immobiliare.Firenze, pioniera in Italia, unisce casa e laboratorio cosa che nel resto del mondo accade da tempo.

"Sulla base delle numerose richieste pervenuteci - spiega l'assessore - ci siamo resi conto che c'era una grande necessità di accorpare studi e laboratori alla residenza, ovvero liberi professionisti ed artigiani volevano il permesso di avere l'abitazione con lo studio o il laboratorio, una cosa inimmaginabile che adesso viene concessa, così come sarà più facile cambiare tipologia di attività all'interno dei locali su strada. Il fatto di essere i primi in Italia a consentire questo ci vede anche in una situazione precaria rispetto alla normativa nazionale, per effettuare alcune operazioni occorre infatti pagare un contributo statale e siamo su un filo sottile perché la disciplina, che mi auguro invece venga presa ad esempio e recepita a carattere regionale e statale in linea con i principi europei, potrebbe essere impugnata come un danno per mancati introiti.

Ci siamo spinti a cogliere segnali ed indicaziuoni che in Europa sono in vigore, mentre in Italia no. Era però necessario affrancarsi dal vecchio piano regolatore con un regolamento urbanistico che non solo rappresentasse una città piacevole, ma anche fattibile in una fase storica mutata profondamente".I contenitori vuoti e l'emergenza abitativa. "Nel 2013 abbiamo inviato un avviso conoscitivo ai proprietari degli immobili abbandonati; c'è stato chi ha semplicemente proposto idee, mentre altri hanno inviato progetti dettagliati e l'amministrazione dopo aver studiato i disegni li ha accolti.

Parliamo di circa 100 immobili anche enormi come l'ex Panificio militare di via Mariti o l'ex area Gover, vere barriere architettoniche fonte di degrado difficile da attenuare. Nei prossimi 5 anni i proprietari possono realizzare il progetto, altrimenti il permesso decade ed il Comune potrà cambiare destinazione o progetto, è anche uno stimolo quindi a concretizzare le opere. Almeno 3 dei 100 progetti sono già in partenza. A questo si aggiunge il principio del Social Housing ovvero l'edilizia per chi non sostiene prezzi di mercato: il 20% delle nuove realizzazioni sarà destinato all'affitto con canone calmierato".Ci sono infine anche piccoli contenitori vuoti, come i negozi. "Abbiamo proposto un accordo temporaneo tra proprietari ed inquilini che permette ad esempio ai giovani di utilizzare locali dismessi per attività artigianali, artistiche o comunque creative.

In Italia, a differenza di altri paesi, non esiste la destinazione d'uso temporaneo, ma in questo modo il proprietario non vede abbandonato il proprio bene, la strada viene presidiata ed i giovani hanno possibilità di avviare una attività. Per il momento l'accordo dura 6 mesi, ma auspico che anche in questo caso possa essere introdotta una norma nazionale di supporto all'esperimento fiorentino" il sistema è simile al Pop Up Lab presentato dagli assessori regionali Vittorio Bugli e Sara Nocentini su cinque comuni toscani ed in linea con quanto accade ad esempio a Lucca dove, per la rassegna Comics & Games, molti giovani affittano i locali vuoti del centro storico per Temporary Shop a tema dove presentare la propria merce.Non è tutto, in Italia un precedente illustre esiste ed è la Legge 7 ottobre 2013 firmata dal "sereno" Enrico Letta in cui si stabilisce che "I beni immobili statali inutilizzati o non assegnati agli enti territoriali, con particolare riferimento alle caserme dismesse e alle scuole militari inutilizzate, sono concesse ai giovani artisti nei campi dell'arte, musica, danza e teatro per un periodo non inferiore a dieci anni ad un canone mensile simbolico non superiore ad euro 150 con oneri di manutenzione ordinaria a carico del locatario o concessionario. Le entrate derivanti sono iscritte in un apposito fondo destinato all'erogazione di contributi a fondo perduto a favore delle cooperative di artisti ed associazioni di artisti che compiano opere di manutenzione straordinaria, in proporzione alle spese sostenute".

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