Viola più cuore che calcio, con il Bologna vittoria d'oro

Gran gol di Bonaventura, poi segnano su rigore Zirkzee e Gonzalez. Emozionante coreografia della Curva Fiesole

Paolo
Paolo Pellegrini
12 novembre 2023 18:03
Viola più cuore che calcio, con il Bologna vittoria d'oro
Foto tratte dal sito ufficiale www.acffiorentina.com

Mettiamola così. Ci sono vittorie che contano più di altre, perché hanno sapori diversi. Con le “zebre” è il massimo, certo. Ma anche questa sul Bologna ha tanti suoi perché per essere speciale. Primo, perché è arrivata dopo cento minuti cento di lotta con il cuore e l’agonismo, un po’ meno, anzi parecchio meno con il calcio giocato, poi ne parliamo. Secondo, perché con questi tre punti i rossoblù di oltre-appennino te li rimetti dietro, ti avvicini al Napoli frustato in casa dall’Empoli e al Milan graziato a Lecce e affianchi l’Atalanta in affanno a Udine, insomma accorci la classifica anche se cullare certi sogni non mi pare proprio il caso, ma hai visto mai.

Terzo perché segni due volte in una volta sola (vabbè, una su rigore, ma anche quello va comunque messo dentro) dopo tre domeniche di fila a secco, e insomma, per il morale è un bel brodino, e vai alla sosta con un po’ più di sorriso, peccato che a Milano al rientro mancherà di sicuro Ranieri per colpa di un giallo maledetto, era diffidato e va in squalifica, grazie assai al capolavoro nel finale del duo Maresca-Colarossi, arbitro e primo assistente, che si sono inventati il fallo e il successivo giallo, a coronamento di una serie di topiche più o meno gigantesche.

Quarto, perché batti il Bologna, e si sa bene che buon sangue non ci corre.

Eppure era cominciata bene, anche con loro. Fuori dal Franchi, dove sono arrivati in cinquemila o giù di lì belli pieni di livore agonistico. Perché prima il bel gesto, anzi bellissimo l’avevano fatto, con quei sei furgoni sei di aiuti d’ogni genere alla gente alluvionata. Con tanto di striscione vergato in rosso e blu, “Vicini al popolo toscano”, e sotto “mai arrendersi”, e tante grazie per l’aiuto, ma allora perché per tutti quei cento minuti e anche prima le solite offese, “fiorentino pezzo di merda” e “Firenze, Firenze, vaffanculo” e altre amenità del genere, allora mica ci siamo, dice il saggio ”ma quella è la goliardia da stadio”, eh vabbè dai, se fai il beau geste fallo fino in fondo, no?

Ma intanto splendeva, di contro, la coreografia della Fiesole. Sfondo bianco e viola, un grande “50” (gli anni del tifo organizzato) in rosso, e un telone con i volti-simbolo di tre generazioni di tifosi che guardano il futuro. In basso, ai piedi della curva, lo striscione: “Con il giglio cucito sul cuore da 50 anni a fianco del nostro grande amore”. Emozionante. Era quella che doveva comparire la notte della Juve, si giocò malgrado l’alluvione con devastazioni e morti, i club del tifo disertarono il Franchi, e lo hanno ricordato con un altro striscione appeso fuori dal Franchi: “05/11/2023 La partita della vergogna – Lega italiana figli di puttana”. E a proposito di striscioni, altri due in Fiesole, sempre legati al grande cuore dei tifosi accorsi a spalare fango: “Campi: grazie all’esercito di volontari” e poi, un ad personam, “Uomo… capitano… Biraghi uno di noi”, con tanto di coro.

Approfondimenti

La partita. Vibrante, accesa, combattuta, spigolosa. Tanti falli ma Maresca sceglie – male – il profilo british, lascia correre spesso e qualche volta fischia a caso, pochi cartellini uno dei quali assurdo, come già s’è detto, nel recupero finale, Colarossi con la bandierina fa il suo fino a non vedere due volte gli ospiti in fuorigioco: il gol di Orsolini in chiusura di primo tempo (poteva essere l’1-2) lo cancella il Var poi decisivo sui due rigori (però Paterna se ne inventerebbe un altro per il Bologna, ma Maresca lo smentisce...); quello di Freuler evidentissimo in area al minuto 66 poteva far male, per fortuna la difesa viola ha rimediato.

Ma a proposito della direzione di gara stupisce Thiago Motta, “il rigore per la Fiorentina è molto generoso”, riguardatela amico mio perché la trattenuta su Ikoné è netta almeno come il mani di Parisi che ti ha regalato il tuo, e poi “si è giocato troppo poco, appena 50’ di tempo effettivo”, o prova a chiederti perché, visti i pestoni e i diti negli occhi rifilati dai tuoi agli avversari.

Su una cosa l’ammonito Motta – simpatico pari a un calcio nei denti, anche lui – ha però ragione: nei momenti di calcio, il Bologna ha giocato meglio della Fiorentina, e anche di più, visto che la statistica del possesso recita 61-39 per i felsinei. Ampia forbice anche nel numero (489-321) dei passaggi e nella precisione dei medesimo, 82 contro 76 per cento. Ecco, appunto. Squadra organizzata e lineare, eppure molti dei giocatori schierati sono sconosciuti ai più e di sicuro ai meno calciofagi, ma il pallone viaggia veloce, le idee non mancano, la capacità di portare pericolo nemmeno (tre palle gol nitide nel primo tempo, una ciccata in maniera clamorosa da Saelemaekers, alla fine Terracciano risulta tra i migliori in campo), gli esterni si fanno trovare in spazi ampi e corrono sul fondo a crossare, la difesa non sbava.

Qualità che oggi la Fiorentina non ha mostrato, poco anche nei suoi elementi migliori, Nico Gonzalez va troppo a corrente alternata, Jack Bonaventura alterna vere e proprie magie – il gran gol del primo vantaggio: palla in linea poco dentro l’area da Kouame a Nzola a lui, piroetta e botta sotto la traversa, e un paio di veroniche da delirio – a stranissime disattenzioni ma in ogni caso è il più positivo e concreto in una squadra che al solito appare impacciata, con poche idee, incapace di entrare in velocità, succede solo un paio di volte, prima Jack sbaglia l’appoggio a Ikoné solissimo davanti al portiere, poi Nico lanciato bene da Kouame – un altro che alterna cose buone a mezzi disastri però ci mette l’anima – tenta il pallonetto su Skorupsky ma il pallone va fuori di molto, si dirà semmai che era u tantino defilato. Però il gioco latita, la difesa che oggi Italiano ha rivoluzionato più volte spostando le pedine tra centro, destra e sinistra con il solo Milenkovic fisso in mezzo ma non brillantissimo, la difesa va sotto pressione e balla, oggi per Quarta non una grande giornata visto che ha messo due volte gli avversari in condizione di battere San Pietro.

E il centrocampo? Problema, Duncan lotta e arpiona e qualche volta propone anche, Arthur gioca tanti palloni ma tiene ritmi bassi e prevedibili. Infine l’attacco, ahiahiahi. Nzola gioca solo un tempo. Lotta, sì. Ma non corre, perde tempi e offre poche sponde, sicché lo si ricorderà solo per il passaggio a Jack da cui il primo gol.

Foto tratte dal sito ufficiale www.acffiorentina.com

In vista di gennaio, insomma, ci sarà da pensare a diversi interventi in rosa. Però qualcuno in tribuna fa il confronto e commenta cattivo: già, ma il Bologna ha Sartori. Amen.

FIORENTINA (4-2-3-1): Terracciano; Parisi (46' Ranieri), Milenkovic, Martínez Quarta, Biraghi (88' Comuzzo); Arthur (78' López), Duncan; N. González, Bonaventura (90'+1 Mina), Kouame; Nzola (46' Ikoné). A disp.: Martinelli, Christensen, Sottil, Infantino, Mandragora, Pierozzi, Barák, Brekalo. All. Italiano.

BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; Posch (76' Lucumí), Beukema, Calafiori, Kristiansen (76' Lykogiannīs); Aebischer, Freuler (70' Moro); Orsolini (70' Ndoye), Ferguson, Saelemaekers; Zirkzee (84' van Hooijdonk). A disp.: Bagnolini, Ravaglia, Bonifazi, Corazza, De Silvestri, Fabbian, Urbanski. All. Motta.

Arbitro: Maresca di NapoliAssistenti: Colarossi – Di GiacintoIV: FourneauVAR: PaternaAVAR: Longo S.

Marcatori: 17' Bonaventura (F), 33' rig. Zirkzee (B), 49' rig. N. González (F)Note - ammoniti Saelemaekers (B), Thiago Motta (B) in panchina, Aebischer (B), Bonaventura (F), Ranieri (F). Recupero: 4', 6'. Angoli 3-0 per il Bologna 

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