Punto primo. Davide Faraoni. Gli devo sinceramente le mie scuse: su un social ho sbertucciato e sbeffeggiato il suo arrivo, ma mi devo ricredere e appunto scusare. Sì, magari lo stato di forma non è dei migliori, e l’anagrafe un tantino condanna, e l’abbiamo visto perfino trotterellare in recupero. Però il gol di Beltran arriva su un suo cross ben messo, teso, non i soliti spioventoni morbidosi sempre, o molto spesso, prede delle difese, vero Biraghi? E dopo il primo tempo da horror di Kayode, che ha bisogno evidente di lavorare tanto (anche sui fondamentali) e giocare molto meno, si è respirata altra aria, là verso destra.
Punto secondo. La Fiesole. Pienza zeppa, al solito, a coprire sotto la pioggia una bella fetta dei 23.686 presenti al Franchi in una serata poco invitante. Ammirevole nell’incitamento a getto continuo, anche durante quel primo tempo di una bruttezza mai vista o quasi: vero che i cori sono un po’ sempre i soliti, ma fanno appunto tanto “casa”. Fischi pochi, meno del dovuto. E di arguzia sopraffina e feroce quello striscione targato 1926 “Nardella tranquillo, alla copertura ci s’è pensato noi” con accanto due o tre gazebini-tenda da spiaggia.
Più che legittimo anche il secondo, “Non è una presa di posizione – solo senso della ragione”, spiegato dal “no alla Supercoppa in Arabia Saudita”, perché sembra sempre più vero: chissà a chi giova. Un po’ meno garbati, un po’ meno legittimi, e soprattutto di sapore stonato i cori offensivi contro il sindaco Nardella. Sulla questione stadio non è l’unico colpevole, anzi. Puzza di intonazione politica, bah.
Punto terzo. La partita, e la partita della Fiorentina. Pareggio contro l’Udinese, che di punti ne ha praticamente la metà e naviga in piena zona retrocessione, acciuffato a un soffio dal 90’ grazie a un rigore che solo Pairetto, confermatosi arbitro assai scadente, ha avuto bisogno di verificare allo schermo del Var, tanto era lapalissiana la manata al pallone di Ferreira sul tiro di Beltran. Dal dischetto pregevole la fredda esecuzione di M’Bala Nzola, a cui il paventato odore di… valigia (e forse con biglietto di sola andata) sembra aver messo il pepe… avete capito dove, se è vero che s’è fatto notare per un bel recupero e successiva azione veemente fino a mettere Bonaventura nelle condizioni di rischiare perfino il piazzato vincente con una botta dal limite stampata sul palo in pieno recupero.
Poi in parte s’è smentito, Nzola, con quella goffa deviazione in velleitario pallonetto oltre la traversa di una bella sponda di Beltran. Buone sensazioni, anche per il Vikingo, l’inzuccata in torsione sul traversone di Faraoni è un bel gesto tecnico. Resta il problema che è un fuscellino, e oggi le squadre piazzano in difesa dei bei quercioli, ma comunque lui si muove bene e combatte assai.
Approfondimenti
Tutto qui? Eh no, proprio no. Perché alle solite la Fiorentina ha regalato un tempo. Nei primi 45’ non si è vista: possesso palla soverchiante ma noiosissimo, ripartenze basse di lentezza esasperante, erba del Franchi logorata, finita dai passaggi laterali con i friulani in tranquilla attesa, ma pronti a schizzare poi come molle per appuntare nuovo medaglie sui guantoni di Terracciano, votato da Sportmediaset miglior portiere del girone di andata.
E un motivo ci sarà: San Pietro ripara a tutto, o quasi, magari una palluccia nemmeno troppo insidiosa gli scappa di mano e va a sbattere sul palo, ma nel primo tempo ne salva almeno tre difficiline, dopo aver preso il gol di Lovric con la squadra imbambolata a seguito di una pallaccia, quella sì, persa male in un pasticcio tra Mandragora e Ikoné, due tra i peggiori in campo, ma non i soli in una straordinaria gara all’ex aequo. O anche senza gara: tolto il solito Ranieri, il resto del pianeta viola per tutto il primo tempo è parso disconnesso, con il francese forse più sconnesso, insieme a Brekalo dato pure per sicuro partente.
Senza rimpianti. Ma il non gioco dei viola era di una noia impressionante, certo Italiano qualche responsabilità ce l’ha se si affida a una media composta dallo spento Duncan e dall’invisibile Mandragora; poi spiegherà che Arthur non può forzare – inserito nella ripresa, la differenza si è vista subito pur senza strafare – ma non spiegherà che di Maxime Lopez semmai non si fida, o comunque pochino.
Certo, come diceva qualcuno, la frittata si fa con le uova che si hanno, ohiohi mi sa che mi ripeto. Ma qualcun altro pontifica che il frigo è pieno. E mi ripeto ancora: non sembra, a giudicare da questo primo tempo. Né in quantità né in qualità. Ecco: le scuse a Faraoni le ho fatte, mi piacerebbe farne altre, almeno tre ma anche quattro, nelle prossime settimane da qui alla fine di un mercato che chiede interventi subito. Magari anche prima di giovedì e cioè dello contro di Riad con il Napoli, semifinale di Supercoppa, trofeo senza accessi europei diretti ma comunque di prestigio (e soldi: 7 milioni) per chi ha bisogno di rinfrescare le bacheche.
Già, la Supercoppa. Detto dei tifosi, ci sta che comunque anche i giocatori avessero testa già a Riad, ben sapendo che l’Udinese non è comunque roba da snobbare malgrado la classifica, vero Thiago Motta? Anche Italiano l’aveva detto chiaramente, però l’avviso, nella prima parte di gara, deve essere volato via nel vento. Nella ripresa s’è visto qualcosa di più e meglio, tolti Kayode e Duncan. Anche se Biraghi ha continuato a soffrire, e tanto, contro Kamara & soci, fino a lisciare un pallone facile offerto a Lovric che ha messo in mezzo per Thauvin, di nuovo svantaggio viola.
Ed era già un po’ tardi. C’è voluta un’iniezione di cuore, benché il gioco continuasse a latitare qualcosa tipo orgoglio s’è riaffacciato, ed eccoci al rigore prima, poi al clamoroso palo di Bonaventura (pure lui ancora un tantino sottotono). Un punto, quarto posto conservato anche se Lazio e Napoli si avvicinano, e l’Atalanta aspetta un non impossibile Frosinone. Di campionato si riparla il 28 in casa con l’Inter. Sperando negli innesti necessari, e già pronti.
Fiorentina (4-2-3-1): Terracciano; Kayode (46’ Faraoni), Quarta, Ranieri (88’ Milenkovic), Biraghi; Duncan (46’ Arthur), Mandragora; Ikoné (88’ Barak), Bonaventura, Brekalo (76’ Nzola); Beltran. All. Italiano
Udinese (3-5-2): Okoye; Ferreira, Perez, Kristensen; Ebosele (58 Ehizibue), Samardzic (58’ Thauvin), Walace, Lovric, Kamara (90’+4 Tikvic); Pereyra, Lucca (58’ Success). All. Cioffi
Marcatori: 10’ Lovric, 56’ Beltran, 73’ Thauvin, 87’ rig. Nzola
Team arbitrale: Pairetto di Nichelino; assistenti: De Meo – Laudato; IV: Gualtieri; VAR: Irrati; AVAR: Aureliano
Note: ammoniti 35’ Kamara, 62’ Ranieri, 86’ Ferreira. Angoli 4-4. Spettatori 23.686