FIALS proclama lo sciopero generale della Sanità in Toscana

E il NurSind proclama lo stato di agitazione del personale del SSR

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 agosto 2022 20:46
FIALS proclama lo sciopero generale della Sanità in Toscana

La situazione della carenza di personale nelle USL e Aziende Sanitarie della Toscana è insostenibile. I carichi di lavoro per gli operatori sono diventati ulteriormente gravosi. Alle attività ordinarie, al maggiore impegno richiesto per lo smaltimento delle liste di attesa si è aggiunta la creazione delle “bolle COVID” all’interno delle Unità Operative decisa dall’Assessorato del Diritto alla Salute della Regione Toscana. Le applicazioni della delibera Giunta Regionale da parte Aziende Sanitarie Toscane hanno comportato per i lavoratori, a causa della carenza di personale, grandi gravami e rischi per operare in sicurezza nell’adempiere allo svolgimento delle attività per i degenti ordinari e per i ricoverati nell’Area COVID.

Il FIALS ha richiesto alla Giunta Regionale Toscana la rimozione del blocco delle assunzioni e domandato in più occasioni il dettaglio di spesa dei finanziamenti ricevuti con leggi statali e dalla Unione Europea. Adesso per il 14 settembre 2022 è proclamato lo sciopero generale per l’intera giornata dei lavoratori dell’USL Toscana Nord Ovest, dell’USL Toscana Centro e della Azienda Osp. Universitaria Careggi.

"Le misure adottate dalla Giunta Regionale si sono rivelate inadeguate e sorprende la risposta generica improntata ad un incomprensibile trionfalismo racchiuso nella dichiarazione del Presidente che sostiene di detenere il primato Nazionale tra le Regioni per numero di assunzioni. Non abbiamo alcuna dimostrazione del primato rivendicato ma abbiamo invece la certezza delle diffuse carenze di personale nelle Aziende Sanitarie Toscane che determinano la riduzione dei livelli assistenziali e dei diritti dei lavoratori.

In ambito sindacale CGIL –CISL-UIL che oggi si lamentano in sede decentrata nelle varie USL Toscane per il mancato incremento del personale debbono smettere di prendere in giro i lavoratori. Non possono fare due parti in commedia. Non possono firmare un Accordo Regionale come quello del gennaio 2022 dove esprimono condivisione e apprezzamento per il primato di assunzioni realizzato dalla Giunta Regionale e dopo nelle sedi Aziendali minacciare fantomatiche iniziative di lotta per la carenza di operatori" spiega Massimo Ferrucci.

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Il FIALS dice basta alle mistificazioni pertanto se i sindacati confederali si sono pentiti usino il ravvedimento operoso ritirando la firma dall’Accordo. Il FIALS ha attuato manifestazioni sindacali, azioni nei confronti delle Direzioni delle Aziende Sanitarie e delle Istituzioni per ricercare soluzioni adeguate per evitare il perpetuarsi di una situazione critica derivante dalle carenze di organico che si ripercuote sulla condizione dei lavoratori e dei cittadini.

Stato di agitazione del personale del servizio sanitario regionale: a proclamarlo è il NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che ha scritto al prefetto affinché convochi un incontro con la Regione e porti avanti i tentativi di conciliazione per evitare lo sciopero. Sono tante le ragioni che hanno portato il NurSind a questo passo, a partire dalle dotazioni organiche insufficienti a garantire cure e assistenza adeguati ai cittadini. Tra le cause principali anche il blocco delle assunzioni, nonostante la presenza di una graduatoria a tempo indeterminato per infermieri. Blocco delle assunzioni che riguarda anche il turnover del personale cessato.

“Inoltre - spiegano Giampaolo Giannoni e Mariarosa Chiasserini, rispettivamente coordinatore e vice del NurSind Toscana - i contratti di collaborazione interinale e a tempo determinato in scadenza non sono certi del rinnovo contrattuale, non è finanziato nessun fondo per il personale in servizio nei reparti Covid per gli anni 2021, 2022 e 2023 e non è stata data nessuna risposta alle nostre denunce riguardo gli atti di violenza verso gli operatori sanitari e la gestione del personale sanitario che opera nelle strutture penitenziarie della Toscana”. Tra le “accuse” rivolte alla Regione c’è anche la mancata attuazione del tavolo tecnico sul fabbisogno del personale, previsto dal verbale di conciliazione del 6 ottobre 2021, l’assenza di qualunque confronto sul PNRR e sulle risorse territoriali, oltre alla non attuazione del “decreto Calabria” (che prevede tra le altre cose un nuovo tetto di spesa alla formazione per il personale) e alla mancata erogazione delle risorse aggiuntive regionali. Preso atto di queste gravi criticità - concludono Giannoni e Chiasserini -, che vanno dalla grave carenza degli organici che mettono a rischio professionale gli operatori sanitari e i cittadini per le mancate cure erogate, alle mancate valorizzazioni del personale sanitario che per oltre due anni ha lavorato e tutt’ora lavora nei reparti covid, ci vediamo costretti a proclamare lo stato di agitazione”.

"La cosiddetta "svolta" della guardia medica in Toscana è l'abbattimento della sicurezza sanitaria del paziente, lo svilimento della professione medica e avrà come conseguenza indiretta Pronto Soccorso e 118 in tilt. Per non parlare dei problemi medico legali che potrebbero sorgere". A dirlo Stefano Scaramelli, capogruppo di Italia Viva in Consiglio regionale della Toscana, sulla sostituzione del 60% delle Guardie mediche con un centralino telefonico avanzata dal Partito Democratico.

"Nella migliore delle ipotesi, già di per sé molto grave, questa riforma - continua Scaramelli - rallenterà i tempi di diagnosi per i pazienti. Nel post pandemia abbiamo assistito all'aumento di situazioni critiche, introdurre adesso qualsiasi elemento che può portare all'allungamento dei tempi di diagnosi è aberrante. La visita clinica, capire segni e sintomi, non può essere sostituita da una comunicazione telefonica. La riforma sposa il concetto grillino che ciascuno può farsi una diagnosi da solo o pensare di poterla fare a mezzo call center. Un concetto che mortifica la professione medica e l'importanza della visita clinica. Con questa assurda riforma ci saranno - continua Scaramelli - sempre più pazienti che ricorreranno al Pronto Soccorso, già in crisi, e al 118 con tutti i rischi che ne conseguono. Per non parlare di chi vive in territori marginali e periferici".

Sul tema economico della riforma, che secondo l'assessore regionale del Pd non porterà a riduzioni, Scaramelli chiosa: "anche portasse a un solo euro di riduzione economica del sistema sanitario regionale i potenziali costi dei ritardi diagnostici, lo svilimento della professione medica, l'intasamento dei Pronto Soccorso e del 118 saranno immani".

"Nella nostra Regione ci sono interi reparti che rischiano di chiudere a causa della mancanza di medici ed infermieri. Al tempo stesso la carenza di personale produce lunghissime liste d’attesa per eseguire operazioni ed esami, oltreché tempi infiniti all’interno dei nostri pronto soccorso. In questa situazione caotica riteniamo non più rimandabile il reintegro dei sanitari sospesi perché non vaccinati per il Covid-19. Oltretutto la situazione sanitaria è completamente cambiata rispetto al tempo dei provvedimenti e quindi non si può continuare a tergiversare! Senza personale e con le nuove assunzioni che procedono a rilento, ci rimettono solo i cittadini che ricevono un servizio indecente.Ad oggi non conosciamo il numero di medici, infermieri e sanitari sospesi, per questo presenterò una interrogazione regionale in merito.

Sappiamo che in Veneto sono 4.500, se anche in Toscana ce n'è qualche migliaia sarebbe il caso di pensare a un loro reintegro in tempi brevi” lo dichiara Diego Petrucci, consigliere regionale di Fratelli d’Italia e membro della Commissione sanità.

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