Festa della Toscana, Sciarra e Giani: 'Una terra solidaristica'

Gli interventi della presidente emerita della Corte costituzionale e del presidente della Regione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 novembre 2023 18:41
Festa della Toscana, Sciarra e Giani: 'Una terra solidaristica'

Firenze – La presidente emerita della Corte costituzionale, Silvana Sciarra, rivolge un ringraziamento “per la mia partecipazione alla Festa della Toscana. Da non toscana, ma ormai sentendomi quasi a pieno titolo toscana, per essere stata accolta con tanto affetto da questa regione, è per me motivo di particolare orgoglio”. Tanto più, aggiunge Sciarra, “perché coincide con una riproposizione del dialogo interreligioso, che questa terra ha sempre favorito, e con la presenza degli studenti delle scuole, a cui tengo molto”.

Ricorda che “la Corte costituzionale, che ho lasciato da pochi giorni, ha ripreso il cosiddetto viaggio nelle scuole, proprio con l’intento di diffondere un messaggio costituzionale comprensibile ai più giovani, perché imparino ad apprezzare i valori della Costituzione. Siamo a celebrare un grande uomo – prosegue Silvana Sciarra –, che è espressione di questa terra e ne ha interpretato i valori, la tradizione solidaristica. La cura è un po’ il tema che sottende a tante norme costituzionali, concetto che governa anche la nostra Costituzione.

Ho sfogliato con grande coinvolgimento i due volumi delle opere di Don Milani in questa splendida edizione curata da Alberto Melloni e la sua bella introduzione”. I richiami alla Costituzione, nel pensiero di don Milani, “sono frequenti e fanno riflettere sulla forza pedagogica e sulla sua attualità. La sua figura già emergeva come gigantesca”.

“È giusto collegare la figura di don Milani al contesto del tempo e al contesto di oggi”. Il prete di Barbiana, ricorda la presidente emerita della Consulta, “muore prematuramente, prima che il movimento studentesco se ne potesse appropriare appieno”, anche se “la ‘Lettera a una professoressa’ occupava già il confronto nelle assemblee studentesche del tempo. Fu un richiamo ad una realtà concreta e molto spirituale. È un invito ai genitori a organizzarsi: le scuole e i genitori devono dialogare. Sembra che sia scritta da un ragazzo solo, ma sono otto, secondo un’idea della collettività che è di straordinaria incisività”. Cita molti passi di ‘Lettera a una professoressa’. “Quando si rivolge alla professoressa, esprime una cultura che non si rivolge ai favoriti, ma a chi non sa esprimersi”.

Don Milani e i suoi molti richiami alla Costituzione. Sciarra fa riferimento al “potente messaggio dell’articolo 33 della Costituzione, che esprime una libertà senza confini, senza limiti: ‘l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento’. Al tema dell’istruzione come accesso al lavoro, ovvero il grande tema della formazione professionale. Il messaggio dell’articolo 4 sul diritto al lavoro bisogna costantemente attualizzarlo. Il lavoro dovrebbe essere garantito anche a chi è privato della libertà, talvolta questo è reso difficile da sistemi organizzativi complessi: il lavoro carcerario è ancora poco, la Corte ha scritto che è misura di redenzione”.

E ancora: “La retribuzione sufficiente, prevista dall’articolo 36 della Costituzione. C’è il tema del lavoro povero, la perdita di potere d’acquisto dei redditi da lavoro che l’Italia ha subito più degli altri Paesi europei, tanto che si può dire che forse oggi l’Italia compete più con i Paesi emergenti che con gli altri Paesi europei. Con l’incredibile gap salariale anche tra uomini e donne: elemento più mortificante per le donne che lavorano”. Silvana Sciarra si rivolge ai ragazzi in sala, raccogliendo “l’invito presidente Bindi: studiare, studiare, studiare.

Ed è proprio dell’insegnamento di don Milani anche il tema della responsabilità collettiva nell’educazione, che ho avvertito molto negli anni della mia esperienza nella Corte costituzionale. Richiamo all’ascolto, all’aspetto degli altri, all’I care, alla cura delle relazioni ci riportino ad essere cittadini consapevoli nel rispetto delle istituzioni che governano la nostra democrazia”.

Il presidente della Toscana, Eugenio Giani apre con un ringraziamento al Consiglio regionale “per come è stata condotta e impostata questa giornata dell’identità toscana” e chiede “Un momento di memoria per le otto persone che hanno perso la vita nell’ultima alluvione”, esprimendo “solidarietà profonda e sincera verso coloro che sono stati colpiti da quegli eventi. Siamo maledetti toscani, come diceva Curzio Malaparte, con tutti i nostri difetti, ma c’è un grande pregio: la solidarietà e quando c’è un momento di bisogno ci stringiamo tutti insieme e lavoriamo con forza e con durezza per guardare con fiducia al futuro e raggiungere i nostri obiettivi”.

La Toscana ha una propria identità statuale da più di 450 anni, ricorda Giani. “Nella nostra identità è emersa tutta una serie di valori che sono importanti e fondamentali nello Stato italiano. La Toscana porta questi valori con orgoglio e con forza”. Ricorda che “don Milani ha vissuto 43 anni e ci ha dato tutto quello che oggi ricordiamo. Lo sentiamo con orgoglio un toscano, penso ai tre messaggi che ci ha lasciato: la scuola, tutti ci dobbiamo aiutare quando si tratta di condividere la cultura; in questo spirito – spiega Giani – abbiamo voluto gli asili nido gratis per le famiglie sotto i 35mila euro, spero che possa contagiare tutta l’Italia. Il diritto alla scelta: pensiamo alla straordinaria lettera sull’obiezione di coscienza. La tolleranza religiosa”. La Toscana, dice ancora il presidente, vuole continuare ad essere “una terra di cultura, seguendo un altro concetto fondamentale di don Milani: fare squadra”.

A conclusione degli interventi, il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, accanto ai consiglieri dell’Ufficio di presidenza, ha consegnato una riproduzione argentata del Pegaso alato a Silvana Sciarra, Rosy Bindi, all’imam Izzedin Elzir, al rabbino capo Gad Fernando Piperno e al cardinale Giuseppe Betori.

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