Fase 2: distanziamento sociale a un metro, o a 1,80?

Un atto votato dal Consiglio comunale di Firenze chiede alla Regione di riconsiderare la misura alla luce dei nuovi provvedimenti adottati dal Governo. La Lega: “Uno schiaffo a Rossi e Conte: riduciamo le distanze per far lavorare gli operai”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 aprile 2020 13:52
Fase 2: distanziamento sociale a un metro, o a 1,80?

Riconsiderare la misura di 1,8 metri prevista nell’ordinanza regionale sulla distanza di sicurezza interpersonale per la prevenzione del contagio da COVID-19, armonizzare le disposizioni in essere cercando di evitare di porre, attraverso specifiche ordinanze, ulteriori limitazioni rispetto a quanto previsto dal Governo, salvo specifiche situazioni di emergenza, promuovere un’interlocuzione con il Governo per misure specifiche rivolte alle attività in cui è più complesso o quasi impossibile rispettare il distanziamento sociale, pensando ad esempio all’implementazione dell’ utilizzo di DPI. Sono gli impegni che chiede alla Regione Toscana una risoluzione con oggetto “Misure di distanziamento sociale”, approvata dal Consiglio comunale, primo firmatario il capogruppo Pd Nicola Armentano, sostenuta anche dai capigruppo della lista Nardella, del centrodestra e del movimento 5 stelle.

“Rispettare le regole è il presupposto fondamentale che ci deve guidare anche in questa fase 2, è grazie a questo che siamo riusciti a contenere la pandemia. – fanno presente il capogruppo Pd Armentano e le vicecapogruppo Benedetta Albanese e Letizia Perini – Altra premessa da fare è che mai come adesso bisogna saper tenere assieme salute, economia e diritti, in modo equilibrato. Per farlo è importante armonizzare le disposizioni tra i vari enti, Governo, Regione e comuni, per lavorare assieme in modo sinergico e efficace.

Da qui la richiesta alla Regione, maturata in questo atto, di valutare un’eventuale revisione di quanto prevede ad oggi la misura messa in campo come distanziamento sociale. Siamo ben consapevoli del grande lavoro che è stato fatto dalla Regione per contrastare la diffusione del virus. E in virtù di questo pensiamo che sia necessario fare ulteriori valutazioni su questo aspetto. Il quadro della situazione al momento dell’ordinanza era diverso, la distanza era l’unica misura di sicurezza certa e definita da poter mettere in campo, l’andamento del contagio per quanto non drammatico come in altre regioni era ancora un’incognita.

Sono trascorse alcune settimane, alcuni fattori sono mutati, con l’introduzione dell’obbligo delle mascherine e il trend per fortuna positivo del contagio in questi ultimi giorni nel territorio regionale: per questo riteniamo fattibile adesso questa richiesta, rivalutare questa misura ora che si può bilanciare con l’implementazione di dispositivi di sicurezza, in un quadro generale che ci infonde più tranquillità pur consapevoli di dover adottare la massima prudenza. Questo consentirebbe di avere parametri omogenei in tutto il Paese.

Bisogna fare in modo di garantire condizioni di sicurezza anche in attività impossibilitate a svolgersi a una certa distanza, provare a mettere in campo protocolli adeguati, sulla base di valutazioni scientifiche, perché le attività possano ripartire con tutte le cautele necessarie, grazie a dotazioni adeguate di DPI”.

“L’atto che è stato votato ieri in Consiglio comunale presuppone, superata l’emergenza sanitaria, che le attività economiche debbano essere riaperte, dando delle disposizioni chiare e semplici ai cittadini.Con la risoluzione proposta, e votata anche dal PD, si chiede di concedere la possibilità di riduzione delle misure di distanziamento sociale a tutte quelle attività che sono impossibilitate ad applicarlo, anche attraverso l’implementazione dell’utilizzo di DPI che, diversamente, fallirebbero o neppure riaprirebbero. La Lega, ad ogni livello – dichiara il Capogruppo Federico Bussolin – parla con una voce forte e chiara chiedendo di ripartire in sicurezza.

Il PD ha nei fatti, con l’approvazione di questa risoluzione, smentito le politiche portate avanti dalla Regione Toscana e dal Governo Conte – continua Bussolin – che si dimostra sempre più lontano dalle esigenze dei territori. Questo Governo – conclude Bussolin – sta condannando al fallimento l’intero sistema produttivo del Paese”.

“Sin dal principio sono stato favorevole alla chiusura delle attività commerciali per permettere allo Stato di organizzarsi e fronteggiare il virus – dichiara il Consigliere Andrea Asciuti – ma adesso non ha più senso. il Paese sta rischiando una grave crisi economica come la Grecia – continua Asciuti – pertanto chiedo al Governo Conte l’immediata riapertura di tutte le aziende anche con le necessarie precauzioni”.

“Dopo la sciagurata conferenza stampa del Premier Conte l’assunzione di responsabilità del PD e dei 5 Stelle a Firenze – dichiara la Consigliera Michela Monaco – non è più sufficiente ma, a questo punto, devono sollecitare i loro Parlamentari a togliere la fiducia ad un Governo – conclude Monaco – che sta portando il Paese nel Baratro, nel sordo silenzio delle nostre strade e delle nostre Piazze”.

“Le misure di distanziamento previste dalla Regione Toscana e dal Governo sono impraticabili nella realtà – dichiara il Presidente della Commissione di Controllo Antonio Montelatici – e per capirlo basterebbe recarsi in un qualsiasi cantiere o attività commerciale. Questo atto – conclude Montelatici – va nella giusta direzione, speriamo che la nostra proposta possa venire accolta nell’interesse dell’intero sistema produttivo di Firenze e della Toscana”.

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