Fabbrica Europa 2023, edizione numero 30: il programma

Il cuore del festival vuole essere un richiamo all’essenzialità della terra. Dall’8 settembre al 12 ottobre

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 settembre 2023 14:31
Fabbrica Europa 2023, edizione numero 30: il programma
ph Sylvain Gripoix

Il cuore della XXX edizione del Festival Fabbrica Europa - nella danza, nella musica, nelle artiperformative e nel loro intersecarsi - vuole essere un richiamo all’essenzialità della terra. Non nellasua oggettività, ma in una sorta di sogno creativo, nel guardare a quelle forze generative che la abitanooltre il tempo e la storia, oltre gli stereotipi e i pregiudizi. Un tracciato trasversale è rappresentato dapresenze femminili visionarie, protagoniste sulla scena con la potenza, la profondità e la spiritualitàdelle figure archetipiche o con l’intensità del segno sociale, politico e culturale più attuale.Dall’8 settembre al 12 ottobre, il percorso del festival affonda nei linguaggi della contemporaneità, daimmaginare come una visione dalle radici forti ma con uno sguardo rivolto al futuro.

In particolare, saràun momento per riflettere sull’attuale condizione delle arti performative grazie alla presenza di grandimaestri e di nuovi talenti del panorama nazionale e internazionale. Artisti che attraverso linguaggimultidisciplinari compositi, ibridi, raccontando dell’oggi fragilità e sfide ed evocano identità, ritualità esegni del passato che aiutano a mettere in discussione il presente.Progetti, spettacoli, concerti, performance, creazioni site specific, incontri, workshop abiterannospazi carichi di suggestioni e teatri del territorio pensati e immaginati per ogni proposta artistica, in unageografia diffusa che unisce centro e periferie: PARC Performing Arts Research Centre, ManifatturaTabacchi, Museo Novecento, Palazzina Reale, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, TeatroCantiere Florida, La Compagnia, Tenax.FABBRICA EUROPA XXX: UN MESE DI FESTIVAL CON 26 GIORNI DI PROGRAMMAZIONE, 56 RAPPRESENTAZIONI, 35COMPAGNIE/FORMAZIONI, 8 SPAZI, 2 PRODUZIONI, 5 COPRODUZIONI, 10 PROPOSTE INTERNAZIONALI, OLTRE 100ARTISTI, 15 PAESI.Apre il Festival un protagonista della scena internazionale, Romeo Castellucci.

La sua ultimacreazione, domani, su musiche del visionario compositore e sound artist Scott Gibbons, è un’azioneperformativa concettuale, un intervento minimale che si rivela al pubblico come un’azione reiterata, unmoto instancabile ed essenziale. domani produce segni che, attraverso un gioco di rimandi, esprimonoattivamente dei contenuti, ovvero significano altro da sé. domani, nella sua oscurità, trama con unpotenziale mitico riattivato da fusioni e innesti. Nello sguardo perturbante della performer - la brasilianaAna Lucia Barbosa, imponente per l’altezza fuori scala, piedi nudi e lunghi capelli neri zuppi d’acqua - èconvocato il topos della chiaroveggenza, facoltà divinatoria ricevuta in dote con la cecità e condizioneda cui si prende parola in nome del futuro.

domani è allora una figura del tempo incapace di elaborare iltrauma, di fare i conti con la nuova cosmologia che ha messo in crisi l’andamento progressivo dellafreccia del tempo. La cesura del presente è l’unico intervallo saturabile (8>10/09, Palazzina Reale).Un’artista che ha fatto dell’attivismo uno degli elementi centrali del suo lavoro è Elle Sofe Sara,coreografa, regista e filmmaker norvegese di origine Sami. Le sue creazioni sono legate alla realtàsociale, politica e culturale di questo popolo indigeno – che vive tra Norvegia, Svezia, Finlandia, Russiae che ancora oggi mantiene un profondo legame con la terra – ma raccontano anche le sfide delmondo contemporaneo.

La sua ricerca multidisciplinare, così legata alla memoria e alla saggezza degliantenati, è incentrata sul senso di comunità, sulle migrazioni, sul nomadismo, sull’importanza dellasalvaguardia dell’ambiente. Vástádus eana - The answer is land affonda le radici in tematiche antichee ancestrali ma anche assolutamente attuali e forse più urgenti. Gli yoik, canti di montagna dellatradizione Sami, fanno da contrappunto alla danza sottolineando la forte connessione con il luogo, conla natura e con il senso di solidarietà.

La pièce è un omaggio a tutte le persone che resistono là dovec’è ingiustizia. Verso se stessi, gli altri, la terra. Un omaggio a tutti coloro che si impegnano a rendere ilmondo un posto migliore. La terra è la domanda, la risposta è la terra. Una collaborazione traFondazione Fabbrica Europa e Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (14/09, Teatro delMaggio Musicale Fiorentino).Un’arte in qualche modo militante è anche quella di Jérôme Bel, autore di coreografie che esplorano ilgrado zero della danza, diventando esplicite dichiarazioni a favore della democratizzazione di questaforma di espressione, e che sollevano una riflessione sulla pratica performativa e sulla questionedell’interprete come individuo.

Con Isadora Duncan, ideato per Elisabeth Schwartz, Bel prosegue ilsuo progetto di ritratti di danzatori e danzatrici celebri. Il coreografo francese questa volta ritraeun’artista non vivente basandosi sulla sua autobiografia uscita nel 1928, Ma Vie. Sotto il personaggio

romanzesco, emerge la potenza di una coreografa visionaria che, attraverso la sua grande libertà diespressione e privilegiando la spontaneità e la naturalezza, ha gettato le basi della danza moderna edella danza contemporanea. Unendo registri diversi, momenti parlati e assoli danzati, Isadora Duncanfa rivivere la memoria della danza libera, associando il sapere coreografico all’esperienza dellospettacolo. Messo in relazione con le riflessioni di Bel sulla danza come strumento di emancipazione,l’insegnamento di Duncan qui evocato permette di affermare l’attualità del suo potenziale critico (LaCompagnia, 9,10/09).Adieu et au revoir: il Novecento sottobraccio a Isadora è il talk di Marinella Guatterini che, apartire dal suo lungo saggio, esplora l’effervescenza artistica di Firenze nel XX secolo.

Uninsospettabile susseguirsi di eventi coreutici, nascita di compagnie, scuole, importanti festival e alcunestoriche sorprese. La memoria di un passato che deve risorgere (La Compagnia, 10/09).S.H.A.M.A.N.E.S è l’ultima creazione, introspettiva e al contempo universale, della compositrice,batterista e cantante francese Anne Paceo. Un viaggio senza tempo e profondamente umano dedicatoalle pratiche animiste diffuse in tante culture del mondo da tempi ancestrali, da quando gli uominihanno cercato una forma di contatto tra la realtà e l’invisibile.

Con uno sguardo ampio, che spazia dagliesorcismi di Bali alle cerimonie vudu di Haiti, dai canti divinatori siberiani ai rituali del candombe, lamusicista non cerca di riprodurre le sue fonti quanto piuttosto di usarle come ispirazione per unamusica senza confini (Teatro Cantiere Florida, 5/10).Il tunisino Dhafer Youssef è all’avanguardia di una corrente di musica contemporanea che fondeinfluenze orientali e occidentali. Considerato il più creativo suonatore di oud di oggi, nel corso della suacarriera ventennale ha pubblicato dieci album che mostrano la sua musicalità e la capacità ditrascendere i generi tra jazz, elettronica e world fusion.

L’ultimo album, Streets of Minarets, è uscitonel gennaio 2023. “Questo disco - afferma Youssef - è un viaggio nel tempo con un ponte tra il bambinoche ero, amante della musica e ammiratore di grandi maestri come Miles, Herbie e Dave, e l’adulto chesono diventato. Un ponte tra il jazz anni Cinquanta e la sua versione più rock anni Ottanta. Volevodimostrare di essere un musicista in perenne movimento, evitando di essere etichettato come kitsch oesotico”. Sul palco, insieme a Dhafer, il chitarrista norvegese Eivind Aarset (Teatro Cantiere Florida,6/10).“Tutti i paesaggi sono autobiografici” - afferma il poeta Charles Wright.

E in LANDSCAPE è il corpo diElena Antoniou a diventare paesaggio. Il drammaturgo Odysseas I. Konstantinou nelle sue note allaperformer scrive: “Tiri fuori il culo, mostri le tue movenze più erotiche, respiri, ti stanchi. E intanto vieniguardata e osservata. […]. Ti esponi. E hai chiesto tu di essere esposta. Ed è così che dai ciò chepossiedi, il tuo corpo, prima di tutto come qualcosa di sessuale. Hai ideato questa performance e la staiattraversando. Pensi di essere tu a completarla, ma non è così”.

Gli sguardi degli spettatori e lavicinanza o la distanza da cui scelgono di osservare il corpo/spettacolo sono gli elementi checompletano il lavoro. La coreografa e danzatrice greca rivela senza remore le sue esperienze personalicome un paesaggio collettivo. Sovraespone gioiosamente il corpo femminile - un corpo politico - e sfidail perimetro della rappresentazione, invitando e provocando abilmente lo sguardo del pubblico. Con ilsostegno di Onassis STEGI-Outward Turn Program (Tenax, 21/09).MAPPE DEL NUOVO MONDO è una piattaforma dedicata alla nuova scena performativa emultidisciplinare contemporanea.

Negli spazi di Manifattura Tabacchi, Teatro Florida e PARC vengonomostrati processi, esiti creativi e proposte di giovani artisti e professionisti internazionali che simisurano con i linguaggi del corpo, la musica, il suono, le nuove tecnologie e l’interazione con ilpubblico, grazie a percorsi di ricerca, pratiche di sperimentazione e formati site specific.Al rapporto tra suono e ambiente è dedicato RIZOTRONICA, il percorso didattico e laboratoriale cheporta a far interagire gli studenti della Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio LuigiCherubini di Firenze per un progetto che ha la finalità di ampliare le potenzialità formative verso unaproduzione sonora installativa/performativa (PARC, 14/09).KUTU nasce dall'incontro ad Addis Abeba del violinista e improvvisatore francese Théo Ceccaldi conla voce potente della cantante etiope Hewan Geberewold.

Un viaggio nel cuore delle notti febbrilidell’ethio-trance dove la gioventù si è impadronita della musica tribale verso un motto di libertà. Tra lepoesie di oggi, tra le raccolte di ritmi etiopi, Ceccaldi immagina una performance dove si intreccianoimprovvisazione, slanci vocali ed energia rock, il tutto sorretto da un ritmo vitale e contagioso. A seguireil dj set di CLAP! CLAP!, pioniere dell’etno-elettronica che vanta produzioni e collaborazioni conimportanti artisti di calibro internazionale (Manifattura Tabacchi, 15/09).Giulio Petrucci e Jari Boldrini / C.G.J.

Collettivo Giulio e Jari in Fuego mostrano un circuito didinamiche e ritmi generato da un nucleo coreografico che si espande per moduli. Le azioni del corpo siintrecciano al tessuto sonoro per produrre l’innesco di una composizione che trova, nella ripetizione emoltiplicazione di traiettorie, sequenze e scambi d’informazione, uno spazio e un tempo che si dilatanoe si contraggono oltre i margini codificati (Manifattura Tabacchi, 16/09).In electrica /ecosi’stɛma/ di Flavia Zaganelli indaga la relazione tra corpi visibili (umani, vegetali,tecnologici) e corpi invisibili (sonori, energetici, vibrazionali), utilizzando i linguaggi di musica elettronicalive, danza contemporanea e biodata sonification.

Uno spazio-tempo sospeso, immersivo e mutevoleche può essere attraversato in modalità libera di fruizione (Manifattura Tabacchi, 16/09).WOE/Wastage of Events di Giacomo Lilliù/Collettivo Ønar è un’opera ibrida, in presenza e sullapiattaforma di streaming Twitch. Uno schermo si apre su una realtà virtuale di luoghi disabitati. Unperformer con equipaggiamento VR compie la perlustrazione, un sound artist sonorizza dal vivo gliambienti, uno speaker scandisce cronologie attorno al tema della memoria (PARC, 16,17/09).Il coreografo Michele Ifigenia/Tyche presenta due lavori ispirati dalle figure di Dioniso e Apollo:Citerone e Cuma.

Il primo parte da un’analisi specifica del testo de “Le Baccanti” di Euripideestrapolando la sfera corale della tragedia. Il secondo è un solo ispirato alla sibilla in cui i vari elementiche appartengono all’archetipo della profetessa, sacerdotessa di Apollo, vengono ricostruiti per portarein vita un ultimo messaggio divinatorio (Teatro Cantiere Florida, 17/09).Embodying Absence di Margherita Landi e Agnese Lanza è l’esito di un workshop e tappa di unprocesso di avvicinamento al tema dell’assenza che ne rappresenta l’accettazione come stato interiore.Il progetto lavora sull’apprendimento in tempo reale di una partitura di movimento da un visore di RealtàVirtuale, per poi abitare i vuoti di memoria di ciò che è stato appreso (Manifattura Tabacchi, 17/09).Trascendenze Artificiali è una durational performance che riconfigura il corpo attraverso la fusione disuono, movimento, tecnologia, esplorando nuove possibilità espressive e offrendo una visionepersonale dell’esperienza umana.

La creazione site specific, derivata da un workshop, è diretta daCecilia Lentini e ambientata nel mondo sonoro di Semionauta (Manifattura Tabacchi, 19/09).“Il Bisonte” è una videoinstallazione del 1998 dell’artista iraniano Bizhan Bassiri, accompagnatadall’ambiente sonoro di Stefano Taglietti. È la rappresentazione della natura che inesorabilmente sirigenera. INESORABILMENTEUNAVIA di YoY Performing Arts si pone come negazione diun’energia esplosiva e muscolare, la ripetizione del movimento diventa quasi liturgica e tende a unaspiritualità che trae ispirazione dall’energia vitale delle filosofie orientali (Manifattura Tabacchi, 20/09).Under the influence di Gianmaria Borzillo (Menzione Speciale Biennale di Venezia/Registi Under 30e Menzione speciale dalla giuria del premio Leo de Berardinis/Teatro di Napoli) è il tentativo diricostruzione dopo un crollo.

Ricostruire un attimo di splendore, l’acme lontana che rappresenti unrisveglio per questi personaggi dormienti (Elena Giannotti e Matteo Ramponi) e in conflitto col vuotoche li abita. Lo spazio attorno non è che la proiezione di un paesaggio interiore e il ritmo ordinariodell’azione e l’espressione di un invisibile, di uno stato sconosciuto (Teatro Cantiere Florida, 20/09).Speaking cables di Agnese Banti è un Dispositivo coreografico per voce, cavi e altoparlanti che,attraverso la combinazione delle sue cellule compositive in continua evoluzione, permette diversepossibilità drammaturgiche in relazione allo spazio scenico, acustico e al pubblico.

Portare in scena lapropria voce per interrogarla come altro da sé, costruendo e decostruendo lo spazio attraverso il suonodiffuso che si svela. La ricerca alterna monologhi, cori, dialoghi e silenzi grazie a una coreografia cheunisce esperienze di sound art all’idea che gli altoparlanti siano anche presenze con cui entrare inrelazione (Museo Novecento, 14,15/09).Daniela Pes è una giovane musicista e cantautrice sarda nata nel cuore della Gallura. La sua voce e lasua musica sfuggono alle classificazioni e ai contenitori predeterminati.

Dal talento multiforme, Pes èimmersa nel flusso della musica, come cantante, strumentista, musicista elettronica. Dello scorso aprileè il primo album, Spira, prodotto da Iosonouncane, lavoro che traccia la sintesi delle sue molte vitemusicali, arricchite da riconoscimenti e premi, tra gli altri, la recente Targa Tenco 2023 come MigliorOpera Prima (Palazzina Reale, 22/09).Lorenzo Senni è un compositore e artista multidisciplinare. Dopo studi musicologici a Bologna,comincia ad approfondire i meccanismi della dance music e di alcune sue correnti trance, hardstyle,hard-trance, e altri fenomeni della rave culture anni ’90.

Partendo da questi interessi, inizia a comporre,esibirsi e incidere, maturando un approccio analitico e decostruzionista. Nei suoi pezzi del progettoPersona si trovano forme illuminate di musica sperimentale, noise e abstract computer musicsviluppate attorno a una sua versione di tensione emozionale e teatralità (Tenax, 28/09).Coefore Rock&Roll di Enzo Cosimi coinvolge in forme transmediali e transdisciplinari gli elementivisivi e spaziali sulla scena. In un regno di incubi che richiamano l’infanzia, con giocattoli rotti e copertecolorate - ispirato dall’artista Mike Kelley -, si profila la ferocia di un delitto che mette in discussionel’individuo e l’umanità intera: l’atto di uccidere chi ha donato la vita.

L’impalcatura scenica unisce testo,visione, azione performativa in una drammaturgia liquida e poetica. Nella forma ibrida del lavoro, illinguaggio si apre a uno sconfinamento verso altre discipline in un’azione coreografica dallacostruzione orizzontale ed espansa (Teatro Cantiere Florida, 29/09).Fabbrica Europa da sempre sostiene e supporta le nuove generazioni di autori della scenacontemporanea. Tre sono le COPRODUZIONI da segnalare in questa edizione del Festival:Il coreografo Francesco Marilungo presenta un nuovo lavoro creato per cinque danzatrici.

Stuporosaparte da uno studio delle tradizioni legate alla figura della “lamentatrice” e all’istituto del pianto funebre,un patrimonio di parole, gesti e suoni che media la trasfigurazione simbolica della morte umana. Lospettacolo investiga anche le dinamiche di potere che intercorrono tra individuo e società all’interno diun contesto rituale (Museo Novecento, 16,17/09).Welcome to my funeral è la nuova creazione che il coreografo belga Brandon Lagaert (ha lavorato indiverse produzioni di Peeping Tom, compagnia tra le più visionarie e all’avanguardia del panoramamondiale) ha costruito per i danzatori di Equilibrio Dinamico Dance Company.

La performance sifocalizza sui confini sempre più sfumati fra mondo reale e virtuale, indagando come la tecnologia stiacambiando completamente le modalità di interazione con gli altri e con il mondo che ci circonda grazieal feedback tattile, all’intelligenza artificiale e agli algoritmi che acquisiscono informazioni dalle personetramite i loro input (Teatro Cantiere Florida, 24/09).Beat Forward è la creazione che i coreografi Igor Urzelai e Moreno Solinas, Igor x Moreno, hannoideato e sviluppato insieme ai danzatori di Collettivo Mine.

Presentata al Festival 2022 in forma distudio, torna ora nella sua versione compiuta. Una celebrazione del piacere di ballare ma anche unaricerca su come ci identifichiamo e relazioniamo, su come ci riconosciamo o meno negli altri, e su comesiamo in grado di proiettare immagini molteplici di noi stessi (Tenax, 27/09).Andrea Belfi nel nuovo progetto Eternally Frozen propone una serie di composizioni che nasconodall’utilizzo del canone, un’antica tecnica in cui una melodia è imitata da una o più parti in specificiintervalli di tempo, ricreando un ciclo infinito di ripetizioni.

L’opera si ispira all’immagine del DeprongMori, un pipistrello che secondo la mitologia era in grado di piegare gli atomi e volare attraverso lamateria solida. Si narra che uno di questi pipistrelli sarebbe stato “eternamente congelato” in un muro dipiombo a scopo di studio. Il canone e il Deprong Mori congelato rappresentano simulazioni illusoriedell’eternità create dall’uomo, miraggi che diventano più significativi della realtà, per dar vita a unamusica austera e insieme gioiosa, immersiva e ipnotica (PARC, 30/09).Don Karate è il progetto di Stefano Tamborrino, tra i batteristi oggi più richiesti e apprezzati.

Allergicoa etichette e limitazioni, prende il suo bagaglio tecnico e compositivo accumulato in anni di concerti ecollaborazioni nazionali e internazionali e lo mescola con il pop, con le melodie cinematografiche,sovrapponendole a groove spezzati, innestandole con l’elettronica, creando soluzioni sonore inedite,calde, inaspettate, imprevedibili. Con lui in Space Foresta, due figure della scena jazz come PasqualeMirra al vibrafono e Francesco Ponticelli al basso (PARC, 30/09).Ima, il titolo della creazione di Sofia Nappi, giovane coreografa italiana con un percorso internazionale,in giapponese indica “il momento presente” mentre in aramaico ed ebraico significa “madre” nella suaaccezione di rinascita e rinnovamento.

Ima, un quintetto, è stato immaginato durante il periodo deldistanziamento sociale, momento in cui l’autrice e i suoi danzatori della Compagnia Komoco si sonoritrovati soli nella propria vera casa: il corpo. Una condizione che ha permesso di percepire che tutto,dentro e intorno, non si è fermato, ma è in continuo divenire e che la danza può trasformarsi ininterconnessione universale (Teatro Cantiere Florida, 7,8/10).Due soli di giovani e talentuosi coreografi francesi in un’unica serata.

Leïla Ka in Se faire la belle èuna donna in camicia da notte, uno schizzo di bianco nel buio, luogo della fantasia, dell’oscurità, delsogno. È un corpo, vulnerabile e al contempo sfrontato, che come un leone in gabbia si dibatte in untentativo di rivolta e ribellione e in un irrefrenabile e indomabile desiderio di libertà. Su un palco spoglio,accompagnata da un crescendo di elettronica, urla forte e chiaro il suo bisogno di esultare.Comme un symbole di Alexandre Fandard è un intenso (auto)ritratto che mette a nudo complessità econtraddizioni di una figura controversa, il banlieusard: delinquente, potenziale terrorista, eternostraniero, tra paura, emarginazione, fascinazione, curiosità.

Un emblema, spesso maschile,disprezzato, adulato, immolato, erotizzato, che il coreografo vuole riabilitare, scardinando i cliché.Vestito con i colori della bandiera francese, Fandard fa del giovane delle periferie “un simbolo fattod’oro e di stigmate, malmenato in tutti i sensi, come fosse sacrificato” (Palazzina Reale, 4/10).Ospite in residenza creativa al PARC con The Red Shoes, lavoro ideato per il Nuovo Balletto diToscana (debutto il 19 ottobre a Trento), Philippe Kratz prende ispirazione dall’omonima fiaba di HansChristian Andersen per indagare la relazione tra soggetto e oggetto dandone una rilettura attuale.THE RED SHOES_Focus sulla creazione è un’occasione per aprire la ricerca artistica al pubblicoattraverso 5 incontri che declinano le varie sfaccettature, tra letteratura, danza, musica, cinema, chehanno portato il coreografo a riflettere e a creare su un classico internazionale (PARC, 25>29/09).Promenade.

Documentario sonoro sul parco di Valerio Vigliar: indagare il Parco della Cascineattraverso “l’orecchio selettivo” di un microfono ambientale facendo delle “passeggiate registrate” percrearmi una mia mappa interna, per rendere udibile ciò che è complicato inquadrare nel dominio delvisibile. E dopo essermi perso nei suoni dell’Arno e delle fontane, nel riverbero della piccola piramide eanche negli spazi dimenticati del Parco, la mia attenzione e stata rapita dalle parole e dalle voci che loattraversano ogni giorno.

L’opera che ha preso forma è un viaggio poroso che passa dai suoni delluogo, alla musica che mi ha suggerito, alla manipolazione anche estrema delle registrazioni, aldocumentario in cui si fanno protagoniste le voci (PARC, 1/10).Eleonora Chiocchini e Françoise Parlanti con Solo in due intessono un racconto che si svolgeall’interno di una casa, forse una stanza. Ritagli di quotidianità si susseguono in un tempo indecifrabile,ambiguo, sospeso. Potrebbe trattarsi dello scorrere di un giorno o di una vita.

Una narrazioneframmentata mira a disorientare lo spettatore la cui percezione è pervasa dal dubbio di osservarel’intimo racconto di due donne o forse di una donna sola. L’equivoco è dominante. Il lavoro coreograficosi costruisce gradualmente: aspettare qualcosa, qualcuno o forse semplicemente vivere, accogliendociò che la sua solitudine suggerisce (Teatro Cantiere Florida, 19/09).Un viaggio tra le pagine di Zio Vanja di Anton Cechov. Sonja della compagnia tardito/rendina evoca ilmondo e l’amore non corrisposto di una donna dai delicati moti dell’anima.

Il personaggio, una “figuradai desideri mancati”, arrestandosi sulla soglia della narrazione, ne prende distanza per avvicinarsi alladimensione interiore e dar voce alla parte invisibile. Una danza curata, discreta, mai didascalica, unapoesia corporea che si carica di espressività, significati profondi, sfumature psicologiche, ricordicondivisi, capaci di restare nella memoria e nelle emozioni (Teatro Cantiere Florida, 1/10).Compagnia Xe presenta Variazioni su Giona, seconda riflessione danzata che prende ispirazione dalLibro del profeta Giona della Bibbia, con coreografia di Julie Ann Anzilotti, musiche originali di StevenBrown e Luc Van Lieshout, interpretazione di Paola Bedoni e Paolo Piancastelli.

“È un Libro illuminante- scrive Anzilotti - sulla tendenza dell’uomo a voler sempre giudicare e puntare il dito verso gli altri, cheè molto attuale. La fragilità di Giona mi è risultata da subito simpatica e vicina. Ho trovato molto umanoil suo personaggio: benché fosse coraggioso, un profeta, un uomo di Dio, aveva anche piccolezze e latiinfantili che mi avvicinavano a lui” (Teatro Cantiere Florida, 3/10).Un progetto collettivo per valorizzare la ricchezza e la diversità delle musiche tradizionali italiane.Future Tradizioni è l’iniziativa – ideata e progettata da La Scena Muta - che mette insieme studiosi,divulgatori, dj, producer e musicisti, esperti e addetti ai lavori per cercare di raggiungere un obiettivoambizioso: dare alla musica tradizionale italiana il posto che merita nel panorama delle “musiche dalmondo”, valorizzarla per raggiungere nuovi pubblici oltrepassando i confini nazionali e raggiungere lepiù importanti fiere del settore.

Tantissimi i partner dislocati su tutto il territorio italiano, per quello cherappresenta un progetto unico nel suo genere (PARC, 5/10).► FOTO in alta definizione al link:SELEZIONE FOTO FESTIVAL FABBRICA EUROPA XXXINFO: www.fabbricaeuropa.net | tel. +39 055 2638480Biglietti: da € 25 a € 3. Dettagli su www.fabbricaeuropa.netPREVENDITE su www.ticketone.it | INFO Biglietteria PARC: 055 365707PALAZZINA REALE _ piazza Stazione, 50 FirenzeLA COMPAGNIA _ via Camillo Cavour, 50/r FirenzeMUSEO NOVECENTO _ piazza Santa Maria Novella, 10 FirenzeTEATRO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO _ piazza Vittorio Gui, 1 FirenzeMANIFATTURA TABACCHI _ via delle Cascine, 35 FirenzeTEATRO CANTIERE FLORIDA _ via Pisana, 111/r FirenzeTENAX _ via Pratese, 46 FirenzePARC Performing Arts Research Centre _ piazzale delle Cascine, 4/5/7 FirenzeFONDAZIONE FABBRICA EUROPA per le arti contemporaneePARC Performing Arts Research Centre | Piazzale delle Cascine 4/5/7 - Firenze Italia

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