Eutanasia: mercoledì riprende il processo a Massa

Presidio del Popolo della Famiglia davanti al tribunale, dove Cappato e Welby sono accusati di concorso al suicidio di Davide Trentini. Sino ad oggi si sono rivolte all'Associazione Coscioni circa 900 le persone

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 luglio 2020 15:21
Eutanasia: mercoledì riprende il processo a Massa

L’8 luglio presso la Corte di Assise di Massa nuova udienza del processo agli attivisti Cappato e Welby per l'aiuto al suicidio fornito a Davide Trentini. A differenza di Dj Fabo non era “attaccato alle macchine”. La condotta dei due dirigenti dell’Associazione Luca Coscioni è punibile? Stasera, ore 20.45, diretta Facebook e Youtube sulla pagina dell’Associazione Luca Coscioni per l’ incontro online “Quanto dista l’Eutanasia legale?” con ospiti tra gli altri Lorenzo D’Avack (Presidente Comitato Nazionale Bioetica) e la compagna di “DJ Fabo”, Valeria Imbrogno.

Il tema del fine vita ora resta d’attualità, almeno nei tribunali, grazie alle disobbedienze civili. Mercoledì 8 luglio infatti, Marco Cappato e Mina Welby compariranno davanti alla Corte di Assise di Massa per l’aiuto al suicidio offerto a Davide Trentini, 53 enne malato di SLA da trent’anni quando nell’aprile del 2017 decise di metter fine alle insopportabili sofferenze optando per il trasferimento in Svizzera, dove ricorse al suicidio assistito con l’aiuto di Mina Welby - che fornì aiuto per completare la documentazione necessaria accompagnandolo poi fisicamente - e Marco Cappato, che lo sostenne economicamente, raccogliendo i soldi che gli mancavano attraverso l’associazione Soccorso Civile di cui fanno parte entrambi insieme a Gustavo Fraticelli.

Il giorno dopo, Mina Welby e Marco Cappato, rispettivamente co-Presidente e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni si presentarono presso la Stazione dei carabinieri di Massa per autodenunciarsi. L’evoluzione del caso Trentini potrebbe aggiungere ulteriori elementi per rendere necessaria la trattazione del tema da parte del Parlamento, in quanto il processo di Massa ha un valore ulteriore rispetto al precedente che ha coinvolto Marco Cappato, perseguito per l'aiuto fornito a Dj Fabo.

Infatti la rivoluzionaria sentenza della Corte Costituzionale dello scorso novembre ha legalizzato l’accesso al suicidio assistito alla presenza di quattro “Criteri oggettivi, in particolare non è punibile “chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente 1-tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale, 2-affetto da una patologia irreversibile 3-fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che egli reputa intollerabili ma 4- pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”.

Presidio del Popolo della Famiglia, mercoledì prossimo, davanti al Tribunale di Massa, dove si celebra l'udienza conclusiva del processo Cappato-Welby, per il concorso al suicidio di Davide Trentini, in Svizzera. I militanti del PdF, saranno presenti, non solo dalla Toscana ma anche da fuori regione, in questa circostanza importantissima, nella quale sono in gioco i fondamenti della nostra civiltà, non solo giuridica, ma tout court". 

Il referente del PdF per la Toscana, Pier Luigi Tossani, dichiara: "Speriamo di non essere il solo partito politico presente, come è stato la volta scorsa, a ritrovarci a difendere, con la nostra presenza, il principio basilare di civiltà, per cui i membri più deboli della nostra società devono essere sempre accolti nella loro dignità di persona umana, e amorevolmente accuditi fino alla morte naturale, anziché terminati per il loro bene, come fossero cavalli azzoppati o come se si volesse fare una sinistra replica della hitleriana Aktion-T4, nel 1938. Dispiace che gli altri partiti partiti non si siano resi conto che la salvaguardia di questo baluardo fondante deve essere un caposaldo irrinunciabile per tutti.

Non si pensi che, dopo la fase acuta della crisi del Covid-19, l'economia e il lavoro possano riprendere, e il Paese prosperare, se malauguratamente dovessimo imboccare il piano inclinato della legalizzazione dell'aiuto al suicidio. Questa sarebbe la più tragica delle illusioni. Davide Trentini, malato di Sla, non era collegato ad alcun supporto vitale, a differenza di Piergiorgio Welby e DJ Fabo, dunque la questione non integra la fattispecie per cui la Corte Costituzionale ha parzialmente depenalizzato l'articolo 580 del codice penale.

Cappato e Welby hanno voluto prendersi la responsabilità di alzare l'asticella della sfida al rispetto per l'uomo, all'amore e alla vita, per loro motivi squisitamente ideologici. Quindi, nella lettera e nello spirito non solo del diritto naturale, ma nello specifico anche della legge positiva, vanno condannati. Ci auguriamo, non solo per il bene dell'Italia, ma anche dell'umanità intera, che, parafrasando Bertolt Brecht, ci sia un Giudice a Massa."

L’AIUTO FORNITO A D. TRENTINI È PUNIBILE?

Sono tre i requisiti certamente posseduti da Davide Trentini (patologia irreversibile, fonte di sofferenze intollerabili e capacità di intendere e volere), quella che rimane da dimostrare è la quarta condizione prevista: “Davide soffriva dolori insopportabili, ma non era collegato a macchinari. Trentini era affetto da una sclerosi multipla che trasformava progressivamente la sua vita in un calvario - dichiara Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatore del collegio di difesa Welby-Cappato -.

In Italia avrebbe avuto diritto al suicidio medicalmente assistito, ma solo attendendo l’evolversi della sua malattia fino al punto di vedersi costretto ad essere intubato? Solo a quel punto, con un nonsense giuridico e politico, i medici lo avrebbero potuto aiutare a liberarsi delle sue sofferenze?"

Per l’occasione, alla luce della sentenza 242 della Corte costituzionale sul caso Cappato/ DjFabo, la difesa ha chiesto, per verificare i requisiti scriminanti indicati dalla Consulta, l’audizione di un consulente tecnico di parte, il Dott. Mario Riccio, l’anestesista di Piergiorgio Welby, marito di Mina, alla quale passò il simbolico ‘testimone’ di questa lunga battaglia sulla libertà di autodeterminazione. Torna perciò in gioco la questione del diritto all’autodeterminazione individuale. La sentenza di Massa è chiamata a fare chiarezza su un caso singolo, ma sarà significativa anche per altri casi che seguiranno. Il tema verrà affrontato questa sera, ore 20.45, nel corso della diretta Facebook sulla pagina dell’Associazione Luca Coscioni durante l’incontro “Quanto dista l’Eutanasia legale?” Insieme ai dirigenti dell’associazione anche ospiti d’eccezione, come il Presidente del Comitato nazionale di Bioetica Lorenzo D’Avack e la compagna di DJ Fabo, Valeria Imbrogno.

Saranno trasmessi molti messaggi di persone che chiedono l’aiuto a morire e le domande più frequenti sul tema del fine vita.

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