Elezioni: i commenti all’esito delle consultazioni del 26 maggio

Rossi: «Ora costruiamo il centrosinistra per regionali 2020». Il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi): “Il Centrodestra a Firenze ha perso una grande occasione. Bocci ha fatto quello che ha potuto, ma per vincere a Firenze serviva altro”. “A Firenze una vittoria netta per il Partito Democratico. Da qui possiamo ripartire per le prossime sfide” ribattono a caldo del segretario cittadino Massimiliano Piccioli e del coordinatore della campagna elettorale Pd Leonardo Bieber. La Parlamentare Di Giorgi: "PD unico argine a populismi"

Redazione Nove da Firenze
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28 maggio 2019 08:10
Elezioni: i commenti all’esito delle consultazioni del 26 maggio

Le elezioni europee appena concluse sono state caratterizzate dalla sfida lanciata dai cosiddetti partiti sovranisti alla sopravvivenza dell’Unione europea come progetto di unificazione sovranazionale. Non era mai successo in passato, e questo fatto, insieme alla vicenda catastrofica della Brexit, ha creato un quadro nuovo. L’esito delle elezioni europee a livello italiano, racconta del Pd di Zingaretti che ha perso nel 2019 poche migliaia di voti rispetto alle politiche del 2018 mentre è incerto il destino politico di Matteo Renzi che raggiunse il 40% come segretario del partito alle precedenti europee del 2014. A destra il partito di Berlusconi ha perso 2.3 milioni di voti rispetto all'anno scorso e la Lega di Matteo Salvini ne ha approfittato per giungere quasi al 35%.

Il M5S perde la metà dei suoi voti del 2018 e adesso ha davanti a sé due vie: smettere di cedere alla Lega e far saltare il governo, oppure accettare l'inversione dei pesi al tavolo di palazzo Chigi. Il M5S paga le promesse non mantenute (ILVA, NO TAP, NO MUOS, Alitalia, Ponte di Genova-Benetton, ecc.), i tentennamenti (NO TAV, ecc.) e il consenso alle politiche della Lega (decreto sicurezza, legittima difesa, immigrazione, ecc.), oltre al cedimento alla Commissione Europea.

La Lega cresce a 9.2 milioni di voti succhiando voti in larga parte da Berlusconi (2.3 milioni dei 3.5 che ha preso in più rispetto alle politiche del 2018). Inoltre l’appartenenza della Lega ad un largo schieramento europeo (a differenza del M5S che a livello europeo è isolato) ha incanalato verso di essa buon parte del voto di chi voleva colpire le politiche della Commissione Europea e della BCE. Non a caso già alle elezioni europee del 2014 il M5S aveva perso voti rispetto alle elezioni politiche del 2013 (era passato da 8.7 milioni di voti a meno di 5.8 milioni di voti), per poi salire a 10.7 milioni alle politiche del 2018. Esiste una differenza tra i voti che il M5S raccoglie nelle elezioni politiche e in quelle europee.

Il Centrodestra a Firenze ha perso una grande occasione! Visto il boom della Lega a livello nazionale e il grande risultato di Fratelli d’Italia, questo era sicuramente il momento per cercare di scardinare il fortino della Sinistra. E invece il risultato è stato molto deludente, e sicuramente sotto le aspettative. Significa che la campagna elettorale, condotta dal Centrodestra e da Bocci in prima persona, è stata perdente, che il messaggio che si voleva lanciare non è arrivato ai cittadini.

Bocci ha fatto quello che ha potuto, ma c’era necessità di altro per vincere a Firenze e non averlo percepito è stato un errore clamoroso. Dispiace che Firenze sia stata trattata come una pedina di scambio per altri obbiettivi che poco hanno a che fare con i fiorentini –commenta il Consigliere regionale Paolo Marcheschi- Sono stati sbagliati in primo luogo i tempi, a cominciare dagli interminabili accordi sul nome da presentare per unire tutto il centrodestra.

La scelta di un “civico” scarsamente conosciuto agli elettori e le modalità della conduzione della campagna elettorale hanno condotto il centrodestra ad una sconfitta annunciata. La scelta di Bocci è stata letta come una fredda e disinteressata operazione politica dettata da dinamiche ed equilibri di partito, non certo dalla volontà di presentare un candidato appassionato e capace di contendere il Comune per Firenze. Abbiamo mancato un appuntamento che poteva essere epocale per Firenze, dove invece si riconferma un improponibile Nardella, che ha così potuto condurre la più facile campagna elettorale.

Qualcuno dovrà per forza assumersi le proprie responsabilità per il fallimento di questa operazione e per la cattiva gestione della campagna elettorale. Il minimo è scusarsi con tutti quei fiorentini che nello stesso giorno, nella scheda rossa, hanno dato voti al centrodestra, e invece, nella scheda azzurra, hanno preferito confermare Nardella al nostro candidato”.

“Una vittoria netta che segna a Firenze una straordinaria discontinuità col quadro nazionale: Dario Nardella vincendo al primo turno con oltre il 55% ha dimostrato come il laboratorio di idee, proposte divenute scelte e progetti realizzati di questi cinque anni non solo ha avuto la conferma degli elettori fiorentini, ma rappresenta anche una luce importante nell’Italia che cerca di contrastare il populismo di Salvini”, commenta il segretario cittadino del Partito Democratico Massimiliano Piccioli. “Hanno contato la forza e la straordinaria popolarità del nostro Sindaco, vero valore aggiunto – prosegue Piccioli - a dimostrazione di quanto conti il lavoro con la gente che Dario ha sempre portato avanti, la coesione della coalizione dove hanno giocato un ruolo importante anche le liste civiche.

E infine la grande tenuta del PD, che già ieri sera con il risultato alle europee ci aveva messo nelle condizioni di credere davvero alla vittoria al primo turno”. “Una bella pagina di politica, tutta fiorentina, che dà anche grande speranza per la tenuta del centro sinistra nelle future sfide in particolare a livello regionale. Esprimo grande soddisfazione a nome di tutto il Partito democratico fiorentino – aggiunge il segretario cittadino - dei nostri 21 circoli e dei loro straordinari segretari che ho avuto l’onore di guidare in questi anni, proprio perché questa vittoria ci dà la possibilità di confermare in Consiglio comunale un gruppo di consiglieri di grande valore con alcuni giovani che troveranno modo di formarsi e costruire le basi davvero per il futuro”.

“Decisiva è stata anche la campagna elettorale – prosegue Piccioli - che non si è mai sovrapposta a quella del Sindaco o delle altre liste della coalizione, ma anzi ha portato avanti un’idea di città dove il ‘fare’ e il futuro sono stati al centro di questi mesi di partecipazione: importante anche il lavoro di Leonardo Bieber, consigliere uscente e organizzatore di tutta la campagna del PD che con energia straordinaria e grande senso di responsabilità ha coordinato la Senatrice Caterina Biti, Alessio Franchino, Ceccarelli Andrea e Marzia Cappelli nel portare avanti molte iniziative, guidare la lista e soprattutto garantire quella coesione che in un grande partito è fondamentale.

Ora al lavoro subito, nella consapevolezza che Firenze e i fiorentini si sono ancora una volta rivelati unici nello scrivere una grande pagina democratica, premiando il buon governo e lo spirito unitario del PD”. “Un risultato straordinario che premia il grande lavoro dell’amministrazione e del Partito Democratico sul territorio. Dal ‘modello Firenze’ il PD può ripartire per tornare nuovamente a vincere anche a livello nazionale”, afferma il coordinatore della campagna elettorale Leonardo Bieber. “Un grande grazie a tutti i militanti, i volontari e in generale a tutti i fiorentini che hanno creduto in noi”, conclude Bieber.

Con il 7% conquistato da Antonella Bundu a Palazzo Vecchio, in Consiglio Comunale siederanno la candidata sindaca e  Dmitrij Palagi, con le sue oltre 350 preferenze, rappresenterà la  coalizione delle forze della sinistra extra Pd, guidata dalla lista Firenze Città Aperta. Le altre liste Sinistra Italiana e Potere al Popolo però raccolgono solo il 3%: "Firenze città aperta, lo ricordiamo, è una associazione nata un anno fa proprio per cercare di riformare la sinistra dal basso, unendo le varie provenienze politiche con personaggi nuovi alla politica, e un programma scritto interamente ai tavoli di lavoro -tiene a sottolineare il consigliere neoeletto Dmitrij Palagi- è il progetto di unità a sinistra che è risultato determinante e non si deve fermare qui, ma continuare.

In consiglio rappresenteremo tutte le liste della coalizione e incalzeremo Nardella sul programma. Porteremo i nostri temi più importanti: la casa, regole più stringenti sugli appalti, la lotta alle grandi opere inutili. Proprio oggi abbiamo saputo che avevamo ragione, e il Tar ha bocciato la Via sull'aeroporto. In generale tutta la lotta sui diritti sociali e civili di cui abbiamo parlato nelle scorse settimane".

«L’affermazione della colazione di centrosinistra guidata da Dario Nardella al primo turno è un fatto di grande importanza per la Toscana. Mi complimento vivamente con lui per il lavoro che ha fatto e gli auguro di proseguirlo nella prossima legislatura. Chi lavora bene raccoglie bene. Guardando verso il 2020 torno a dire che il Pd in Toscana tiene complessivamente per queste ragioni: le radici, la cultura di governo, la tenuta del suo blocco sociale, ma il centrosinistra in Toscana è da ricostruire.

Non solo tendendo assieme i soggetti politici in un’alleanza plurale che va dai moderati agli ambientalisti alle sinistre, ma anche aprendo le porte a esponenti “non politici” di professione; alle liste civiche, al mondo del lavoro e dell’impresa. Il Pd è sì il primo partito in Toscana, e vuol dire che la soglia psicologica non è stata superata. Tuttavia il Pd deve esprimere appieno la sua vocazione federatrice, mettere assieme le forze progressiste, il mondo cattolico democratico, la sinistra, gli ambientalisti, il civismo.

Dare al contrario l’idea di una forza di correnti ed apparato sarebbe invece muoversi col piede sbagliato. Zingaretti ha voltato pagina con l’idea sbagliata di una autosufficienza del partito e ha dato prova che questa apertura è possibile e che anche se siamo solo all’inizio la strada si può percorrere. Il mio ritorno e il mio impegno nel Pd andrà in questa direzione» afferma Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana.

"Le Elezioni Europee 2019 hanno rappresentato il trionfo della Lega, in Italia, in Toscana e anche nella Provincia di Pisa -commenta i risultati delle elezioni il Sindaco di Pisa Michele ContiOvviamente il sistema di potere costruito dal PD in anni di governo è ancora solido, come dimostra la differenza di voto fra le europee e le amministrative in molti comuni della provincia, ma da oggi è molto più debole.

La Toscana rimane l’unica Regione in cui il PD, per pochissimo, rimane il primo partito. Ci sono meno di due punti percentuali di differenza tra il PD e la Lega: abbiamo davanti due settimane per conquistare comuni importanti e un anno di tempo per costruire l’alternativa di governo per la Regione. La partita è aperta e alla nostra portata. Sono davvero molto soddisfatto delle oltre 40 mila preferenze raccolte da Susanna Ceccardi, sarà un bene preziosa per la nostra amministrazione e per tutto il territorio provinciale averla come punto di riferimento a Bruxelles. Guardando l’andamento delle votazioni nel Comune di Pisa la maggioranza che mi sostiene ha aumentato i voti rispetto a un anno fa, passando dai 13795 del primo turno delle comunali ai 16044 di queste europee, vista la somma di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, con quest’ultima che cresce più degli altri (+3% circa) arrivando al 27,29%. Ma questa avanzata, anche in relazione ai risultati dei partiti di opposizione, non ci deve far adagiare sugli allori: c’è tanto da lavorare per Pisa nei prossimi quattro anni e noi lo faremo da oggi con ancora maggiore impegno".

“Le elezioni europee ci rimandano un quadro politico molto chiaro: in Italia il Pd è l'unico argine ai populismi di destra -dichiara la Parlamentare e membro della Direzione nazionale del Partito Democratico Rosa Maria Di Giorgi- Con la guida di Nicola Zingaretti il nostro partito ha ritrovato quella credibilità che pareva smarrita, ed in pochi mesi ha recuperato una fetta del proprio elettorato deluso. Il lavoro ovviamente è solo agli inizi, ma il risultato delle urne, che contiamo di replicare nelle amministrative, ci rincuora.

Come ci rincuora il fatto che, a livello continentale, la temuta spallata dei sovranisti non c'è stata: segno che i cittadini europei sono ancora molto attaccati all'idea dell'UE, anche se chiedono un cambiamento. Quel cambiamento che il Partito Democratico si impegnerà a sostenere nel nuovo Parlamento. Da rimarcare infine il flop del Movimento 5 Stelle, che dimezza i voti rispetto al recentissimo passato. Segno che la linea di vero e proprio vassallaggio verso la Lega sta consegnando il partito di Grillo alla marginalizzazione politica.

Coerenza vorrebbe che Di Maio presentasse le proprie dimissioni e desse spazio ad altri. Cosa che ovviamente non farà. Per quanto ci riguarda, il PD ora deve concentrarsi nel rafforzare il proprio progetto, puntando all'unità del centrosinistra, per il rilancio di una prospettiva progressista che salvi il paese dalla deriva cui il governo gialloverde lo sta portando. Compito sicuramente non semplice, nemmeno in Toscana, dove la Lega è oramai stabilmente il secondo partito con percentuali fino a pochi mesi fa del tutto inimmaginabili"

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