Dopo l'ex teatro comunale occhio all'ex ospedale militare di San Gallo

Dalla vicenda del "Cubo Nero" all'apertura di un dossier Unesco

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 Settembre 2025 13:57
Dopo l'ex teatro comunale occhio all'ex ospedale militare di San Gallo

La vicenda, grave, dell’ex teatro comunale non è purtroppo l'unico esempio di gestione urbanistica ed edilizia della città di Firenze. Un'altro caso è quello del progetto di ristrutturazione dell’ex Ospedale San Gallo, proprietà pubblica da quando era parte integrante dell’Ospedale degli Innocenti fino a pochi anni fa quando esercitava la funzione di Ospedale Militare.

“L’ennesimo sfregio urbanistico in via San Gallo non è un caso isolato, ma il frutto avvelenato di un modello Firenze che continua a ripetersi da anni” attacca il consigliere regionale della Lega, Giovanni Galli “Dietro alle promesse iniziali di social housing, si nasconde troppo spesso una prassi consolidata: i progetti vengono presentati con un vincolo al 20% a destinazione sociale, ottengono i permessi, poi però i privati preferiscono pagare una penale e di sociale non rimane più nulla. È un sistema che va aggredito, perché genera solo speculazioni”.

Galli ricorda come casi analoghi siano già sotto gli occhi di tutti: “Che destinazione avranno, a ristrutturazione ultimata, Sant'Orsola, l’immobile delle ex Poste di via Verdi o quello in via Masaccio? Quali sono le loro destinazioni future? E la caserma di via del Gignoro? Firenze è disseminata di queste situazioni, dove alle parole non seguono i fatti, e gli immobili restano preda di incertezza e al momento di degrado”.

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Il consigliere leghista evidenzia la contraddizione di un’amministrazione che da anni parla di casa, emergenza abitativa e necessità di spazi sociali: “Nei miei precedenti interventi ho denunciato più volte come l’urbanistica fiorentina sia diventata il regno delle deroghe e delle sanatorie, con progetti che perdono la loro funzione pubblica e si trasformano nell’ennesima occasione di guadagno per pochi. Intanto i cittadini, le famiglie, gli studenti e i lavoratori restano senza risposte concrete”.

“Firenze – conclude Galli – non può essere una cartolina per speculatori e fondi immobiliari, deve tornare ad essere una città che offre servizi, case accessibili e spazi di vita reale. Noi continueremo a vigilare e a denunciare questo sistema malato che, da via San Gallo a via del Gignoro, sta cancellando il futuro urbano della nostra città”.

“Solo pensare, o peggio, tifare, affinché Firenze possa uscire dall'Unesco a causa del cubo nero dell'ex Teatro Comunale mi pare assurdo. Bisogna sicuramente accertare le responsabilità, perché quella ristrutturazione, in pieno centro, così come la vediamo è un pugno nell'occhio che la città non merita”. Così Andrea Ulmi, di Noi Moderati – Civici Per Tomasi e consigliere regionale civico uscente di Merito e Lealtà, interviene nel dibattito che sta coinvolgendo la città.

“Firenze ha molti problemi da risolvere – afferma Ulmi- e non ne abbiamo bisogno di nuovi. La cosa che più mi stupisce, in chiave regionale, è che ci sono norme stringenti che coinvolgono, fino a bloccare, insediamenti nelle aree rurali a tutela del paesaggio, mentre si è permessa una cosa del genere in quella che rappresenta una delle cartoline più famose del mondo. Credo che anche la politica regionale non si possa sottrarre a questo scempio, perché quando si parla di Toscana, tra le tante immagini che si possono cercare c'è anche quella di una città che sul turismo negli ultimi anni ha puntato tanto, e ancora di più, quasi come se questo settore fosse il parafulmine in grado di mascherare tante situazioni critiche di quelle che, solo fino a poco tempo, fa erano le eccellenze produttive cittadine, penso al comparto della moda o di una fetta importante del manifatturiero locale”.

Per questa ragione Ulmi trova assurdo che ci possa essere chi, a Firenze, auspica l'apertura di un dossier Unesco. “Firenze è patrimonio dell'umanità e deve rimanerlo – afferma- Spero che sul cubo nero si possa intervenire per limitare il danno che oggi è evidente, che soprattutto questo sia l'esempio per non commettere nuovi errori e che vengano anche accertate presto le responsabilità di chi ha autorizzato una cosa del genere, smettendo di giocare a fare lo 'scaricabarile'. Quello che Firenze ha rappresentato e rappresenta nel mondo è stato costruito nel corso di una storia durata secoli e, sono convinto, che non sia solo un incidente di percorso, per quanto grave come questo, a farla riscrivere”.

”Proviamo a chiudere bene ben la stalla prima che altri buoi sfuggano al controllo pubblico -dichiarano Alberto Di Cintio e Sergio Paderi della Fondazione Italiana Bioarchitettura- Il progetto vincitore del primo premio presentato dalla Cassa Depositi e Prestiti, altra istituzione pubblica finanziata con i soldi dei contribuenti, prevede una serie di occasioni di investimento dei privati che ruota (60% delle cubature) intorno ad un albergo a 5 stelle extra-lusso per i nuovi ricchi “con vasca idromassaggio con vista sul Duomo di Firenze”.

Ne è passata di acqua dall’accoglienza dei poveri e dei bambini abbandonati:. Ma la domanda che dobbiamo porci soprattutto è questa: cui prodest? Conviene al centro storico che è in preda a un ormai annunciato e più volte denunciato spopolamento?

No di certo se pensiamo che nel progetto non un metro quadro viene speso verso l’obbiettivo di ripopolare il centro, magari con appartamenti a prezzi calmierati per coppie giovani, né viene prevista una struttura legata alla vita dei bambini sempre più segregati dentro spazi confinati e faticosamente difesi (vedi l’esperienza del giardino Nidiaci). Conviene agli abitanti che ancora resistono nel quartiere contro le difficoltà che vanno emergendo in merito alla vivibilità?

No perché si presenta come un’isola fuori dalla vita del quartiere e senza alcuna offerta di spazi che pure sarebbero interessanti per il rilancio del rione di San Giovanni. Perché nell’Ospedale di San Gallo ci sono un anfiteatro da poter utilizzare per manifestazioni culturali, c’è lo splendido spazio della Chiesa di Sant’Agata da riaprire al culto e alle manifestazioni d’arte, ci sarebbero gli spazi per offrire un luogo all’insegnamento delle professioni artigiane, ci sono gli spazi per offrire un luogo di attività fisica ai tanti anziani che abitano il rione. Migliora il rapporto con la città e il suo centro storico?

No perché invece di utilizzare i grandi spazi dell’Ospedale per una penetrazione pedonale dal Parcheggio del Parterre Piazza della Libertà verso il centro si preferisce l’apertura tra Via Cavour e Via San Gallo assolutamente inutile a differenza di un percorso che attraverso l’ingresso nell’area dell’Ospedale porterebbe all’Orto Botanico di Firenze, alla Chiesa di San Marco (con sua rivalorizzazione) e al cuore di Firenze.

E’ un progetto sostenibile?

No perché propone l’ uso di materiali e strutture che non prendono minimamente in considerazione il tema della sostenibilità e presentando volumi degli edifici ben al di sopra di quelli esistenti tolgono la luce solare a tutti gli edifici di edilizia popolare che stanno ai suoi confini: per dare la luce e il panorama ai ricchi turisti lo si toglie a chi nel quartiere ci abita da sempre.

Favorirà la ripresa delle attività economiche del quartiere, arrestando il suo impoverimento economico e culturale?

No perché il risultato sarà quello di mettere ancora più in crisi le botteghe e le attività economiche che già ora sono in difficoltà a causa della concorrenza sleale presente in questa area e non aiuterà le attività che lavoravano sul passaggio delle persone che inevitabilmente verranno attratte dagli spazi dentro l’Ospedale, immiserendo ancora di più il rione e aumentando il numero delle serrande abbassate e dei fondi vuoti già numerosi in via San Gallo e dintorni.

Dove l’Amministrazione Comunale in questo progetto persegua il bene comune è difficile da individuare, salvo il tornaconto economico derivante, immagino, dalle ricche tasse che incamererà dai privati espressione dei fondi finanziari internazionali. E’ questa la nuova politica urbanistica del centrosinistra?”

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