“In Toscana la persona è al centro delle politiche sanitarie e sociali: non è uno slogan, è il principio che guida ogni nostra scelta”. Così l’assessora al diritto alla salute e alle politiche sociali Monia Monni in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, che si celebra il 3 dicembre dal 1992.
“In Toscana vivono circa 200 mila persone con disabilità. Dietro questi numeri ci sono storie, famiglie, bisogni e soprattutto diritti. Il compito delle istituzioni – sottolinea Monni – è costruire risposte concrete che garantiscano autonomia, inclusione e dignità. La strada da fare è ancora lunga, ma l’impegno della Regione è e resterà massimo”.
Tra le eccellenze del territorio l’assessora ricorda la Scuola nazionale cani guida per ciechi, unica struttura pubblica del genere in Italia, con sede a Scandicci, che da quasi un secolo lavora per dare maggiore autonomia alle persone non vedenti, insieme alla storica stamperia Braille attiva dal 1926 e punto di riferimento nazionale per l’accessibilità alla conoscenza. Tutte e due le strutture fanno capo alla Regione. Alla scuola cani guida si addestrano, con la collaborazione pure di cittadini volontari, amici a quattro zampe in grado di regalare autonomia a persone che non vedono (leggi qui), oltre a tanti altri progetti (leggi qui).
Ma un ruolo centrale nelle politiche per le persone con disabilità è svolto anche dal programma “Vita indipendente “, che garantisce percorsi di autonomia ed appartamenti con servizi di accompagnamento e sostegno per le attività quotidiane: sono già oltre mille e ottocento i beneficiari in tutta la Toscana.
“Il 3 dicembre - conclude l’assessora Monni - non può e non deve essere solo una giornata simbolica, bensì un richiamo concreto alla responsabilità di costruire, ogni giorno, una società che non lasci indietro nessuno”.
La Rete RE.A.DY è la Rete italiana delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, anche in chiave intersezionale con gli altri fattori di discriminazione – sesso, disabilità, origine etnica, orientamento religioso, età – riconosciuti dalla Costituzione, dal diritto comunitario e internazionale.
Alla rete hanno aderito gli 11 Comuni dell'Empolese Valdelsa e in questi giorni ogni amministrazione ha portato per l'approvazione un Protocollo che rinnova la collaborazione fino al 2026 incluso e al suo interno propone una progettazione comune per le iniziative realizzate con le risorse destinate ai Comuni da parte della Regione in sostegno della Rete. Per questo Protocollo, il Comune di Empoli è capofila.
Le assessore e consigliere delegate ai diritti civili, alle pari opportunità e alle politiche di genere degli 11 Comuni dell’Empolese Valdelsa dichiarano: "Siamo liete di annunciare l’importante progetto in collaborazione finalizzato alla promozione di azioni di sensibilizzazione/informazione nel contrasto a discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere, di rilevazione/elaborazione a livello locale dei dati relativi alle discriminazioni per migliorare la conoscenza del fenomeno, nonché di promozione dei diritti delle persone LGBTQIA+ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer, Intersessuali, Asessuali).
Il progetto, promosso nell’ambito della Rete RE.A.DY, coinvolge gli 11 Comuni dell’Empolese-Valdelsa in un percorso condiviso per contrastare le discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere. L'obiettivo è quello di realizzare una mappatura territoriale, ma anche campagne di sensibilizzazione, azioni diffuse nel territorio, formazioni professionali e l’avvio di uno sportello territoriale.
Per realizzarlo, il Comune di Empoli, ente capofila del progetto, ha pubblicato un avviso consultabile online.
L’avviso pubblico ha il fine di cercare partner per realizzare gli obiettivi per la selezione di progetti ed assegnazione di un contributo ad azioni di sensibilizzazione/informazione nel contrasto a discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere, nonché di promozione dei diritti delle persone LGBTQIA+
Siamo estremamente soddisfatte - proseguono le assessore e le consigliere - del percorso di proficua collaborazione portato avanti in questi mesi: la volontà di costruire un progetto che coinvolgesse tutti gli 11 Comuni dell’Empolese Valdelsa ci ha portato ad un protocollo d’intesa in cui un importante numero di risorse è stato messo a disposizione da tutti i Comuni, nessuno escluso, ai fini della costruzione di un progetto che avrà certamente un impatto effettivo sul nostro territorio. Mettere a sistema le risorse ci consentirà di svolgere un’importante azione di contrasto alle discriminazioni e di sensibilizzazione verso le tematiche legate ai diritti delle persone LGBTQIA+.
Speriamo e siamo fiduciose che questo metodo di collaborazione e di integrazione delle risorse possa rappresentare un modello per le azioni future, soprattutto su tematiche importanti sulle quali è fondamentale agire come un unico grande territorio. Ringraziamo tutte le Sindache e i Sindaci degli 11 Comuni che ci hanno supportato in questo percorso, nonché gli uffici che si sono messi a disposizione per la realizzazione del progetto".
Si è svolto questa mattina, mercoledì 3 dicembre, nella Sala Baleari di Palazzo Gambacorti, l’appuntamento promosso dal Comune di Pisa in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità, dedicato quest’anno al tema del diritto alla comunicazione. L’iniziativa — che ha coinvolto associazioni, famiglie, professionisti e cittadini — aveva l’obiettivo di raccontare esperienze, strumenti e percorsi sviluppati sul territorio per rendere questo diritto realmente accessibile a tutte le persone con disabilità.
«In occasione del 3 dicembre abbiamo voluto trasformare questa giornata in un momento concreto di condivisione, per raccontare le esperienze preziose delle associazioni del territorio e sensibilizzare tutti sul diritto alla comunicazione, un diritto fondamentale per ciascuno di noi – ha dichiarato l’assessore alla disabilità, Giulia Gambini. Garantire questo diritto non è solo una questione tecnica o giuridica: è un atto di giustizia, di rispetto e di pari opportunità. Ogni persona deve poter dire “io ci sono”, essere ascoltata e avere la possibilità di esprimere ciò che sente, pensa e prova. Una società davvero inclusiva è quella che adatta strumenti, linguaggi e spazi affinché nessuno resti indietro. Ringrazio tutte le associazioni che hanno partecipato e tutti gli intervenuti per aver contribuito a rendere questa giornata significativa e piena di valore».
L’idea alla base dell’incontro era quella di mettere al centro la comunicazione come diritto universale e imprescindibile: un elemento fondamentale della relazione umana, dell’autonomia personale, della partecipazione sociale. Un diritto riconosciuto anche dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, che all’articolo 21 tutela la libertà di esprimersi e comunicare “con qualsiasi mezzo e formato”.
Nel corso della mattinata sono state approfondite le diverse modalità con cui la comunicazione può essere resa accessibile a seconda della tipologia di disabilità: sensoriali, motorie, intellettive o cognitive. Sono state illustrate le difficoltà ancora presenti — barriere fisiche, culturali, tecnologiche — ma anche i progressi raggiunti grazie alla ricerca, alle tecnologie assistive e ai linguaggi alternativi.
Si è parlato dell’importanza della Lingua dei Segni, dei sottotitoli e della trascrizione automatica per le persone con disabilità uditiva; dei materiali in Braille, dei software di lettura e dei dispositivi vocali per chi ha una disabilità visiva; degli strumenti della comunicazione aumentativa e alternativa per chi ha difficoltà nel linguaggio verbale o scritto; delle risorse nate per rendere i contenuti più semplici e comprensibili alle persone con disabilità intellettiva, come i testi in Easy to Read.
Le associazioni presenti hanno condiviso le loro esperienze sul campo, mostrando come linguaggi espressivi, progetti creativi, strumenti tecnologici e percorsi educativi possano abbattere barriere e aprire spazi di partecipazione reale. Racconti che hanno reso evidente come comunicare significhi soprattutto poter esprimere emozioni, volontà e desideri, e dunque esercitare appieno il diritto all’autodeterminazione.
L’incontro è stato realizzato dal Comune di Pisa con il patrocinio della Provincia di Pisa e la collaborazione di: Caregivers Pisa, ENS Pisa, ANMIC, Autismo Pisa, AIPD Pisa, UNITALSI, Talenti Autistici, Eppur Si Muove, Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e ANFFAS Pisa.