Destra all'attacco sull’inchiesta per l’acquisto di 200 ventilatori polmonari di Estar

Secondo la Procura di Firenze, l’ente regionale, in piena emergenza Coronavirus, avrebbe pagato 7 milioni di euro senza che sia ancora stata effettuata la consegna. Il Consigliere Paolo Marcheschi (Fdi): “Sarebbe opportuno che le due dirigenti coinvolte si autosospendessero, o rassegnassero le dimissioni”. Stella (FI): "La Giunta venga in aula a riferire sulla grave truffa". Quartini (M5S) "Togliere anche l'aria ai cittadini". Mugnai e Marchetti (FI): «Il cerchio magico di Rossi buono forse per l’hula hoop»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 maggio 2020 17:02
Destra all'attacco sull’inchiesta per l’acquisto di 200 ventilatori polmonari di Estar

Firenze – Sta facendo scalpore l’inchiesta della Procura sull’acquisto da parte di Estar di 200 ventilatori polmonari che l’ente, in piena emergenza Coronavirus, avrebbe pagato 7 milioni di euro ma che non sarebbero mai stati consegnati. La Procura di Firenze ha aperto un'inchiesta per far luce sull'accaduto, indagando due funzionari Estar e un imprenditore. Ventilatori polmonari di cui i medici e i malati toscani avevano bisogno in piena emergenza, pagati dalla Regione Toscana e mai consegnati.

“In attesa che l’inchiesta della Procura di Firenze faccia il suo corso, sarebbe opportuno, a garanzia propria e dell’ente, che le due dirigenti Estar coinvolte si autosospendessero o rassegnassero le dimissioni -dichiara il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi)- Evidentemente non ero l’unico ad indagare sulle mega spese della Regione Toscana per mascherine e vario materiale Sanitario.

Dopo i buchi delle Asl di Massa e di Siena, ancora nuove pesanti ombre sui conti e sulle spese folli della Sanità Toscana, anche nell’emergenza. In uno dei tanti accessi agli atti da noi fatti, Monica Piovi direttore generale di Estar ha dichiarato che ha proceduto a negoziare, senza pubblicazione di bando, ai sensi dell’art. 63 comma 2 del codice degli appalti. Anac, nelle linee guida n.8 prevede che, nonostante sia una procedura di acquisto in deroga alle normali procedure, l’ente pubblico operi nel pieno rispetto dei principi di economicità, efficacia, tempestività e correttezza, ovvero dei principi di concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza e proporzionalità.

Ci hanno negato ripetutamente gli atti, delibere e determine, insinuando il ragionevole dubbio che abbiano proceduto non rispettando i principi imposti dalla legge e dalle disposizioni dell’Anticorruzione. Anche in fase emergenziale la delibera deve essere l’atto fondante di qualsiasi tipo di transazione”.

"Duecento ventilatori polmonari acquistati dalla Regione Toscana in piena emergenza Coronavirus, pagati 7 milioni di euro in anticipo a una ditta di Milano e mai consegnati. Chiediamo al governatore Rossi di venire in aula a riferire sulla vicenda, spiegando il motivo dell'agire della Regione Toscana". Lo chiede il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia). "Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti - sottolinea Stella - la Regione Toscana, tramite la centrale per gli acquisti Estar, nel marzo scorso si procurava in affidamento diretto 200 ventilatori polmonari. Apparecchi preziosissimi in piena pandemia, pagati 7 milioni di euro con procedura d'urgenza, ma mai consegnati dalla ditta milanese. I reati ipotizzati al momento sono quelli di inadempimento in pubbliche forniture e falso ideologico. La Regione riferisca in aula e ci dica chiaramente cosa è accaduto, senza infingimenti".

“L’apertura di un fascicolo da parte della Procura della Repubblica nei confronti di Estar per la spesa di 7 Milioni di euro per 200 ventilatori polmonari mai arrivati, non è soltanto un problema giudiziario, ma anche politico. In attesa che la magistratura faccia il proprio corso, nel quale non ci intromettiamo, pretendiamo invece che Enrico Rossi ed Estar forniscano una spiegazione politica a quanto leggiamo in queste ore sulla stampa”. Così Francesco Torselli, portavoce regionale di Fratelli d’Italia “Quello che deciderà la procura - spiega Torselli - non è affar mio; ma se la Toscana avesse avuto un’emergenza Covid19 maggiore di quella che fortunatamente ha avuto e se quei 200 ventilatori fossero stati fondamentali per salvare la vita di centinaia di toscani, cosa sarebbe successo? Cosa avrebbero raccontato alle famiglie delle eventuali vittime? Che non sapevano dove erano finiti 7 Milioni di Euro? A queste domande Enrico Rossi ed Estar devono rendere conto subito ai cittadini toscani, ancor prima che alla magistratura”.

"Nuovamente un nuovo gravissimo caso -interviene Andrea Quartini, consigliere regionale Movimento 5 Stelle- Quante persone potrebbero non averlo avuto? Noi che vogliamo sempre credere all'errore, alla buona fede, oggi leggiamo dell'ennesima indagine della Procura - a cui va il nostro ringraziamento - che vuole appurare come si sono svolti i fatti. Anche dopo, quando, pur di coprire l'accaduto, qualcuno potrebbe aver accettato di lasciare i cittadini senza respiratore. Lo scopriamo dai giornali.

Non da chi aveva l'obbligo di sorvegliare. A noi non interessa cercare i colpevoli, le responsabilità. A noi interessa che chi è responsabile, chi non ha fatto, chi non ha controllato, paghi. A noi interessa la gestione dell'emergenze, delle vite umane. A noi preoccupano i danni che forse gli stessi cittadini e le imprese che hanno cercato di dare una mano hanno subito, e di cui chiederanno conto. I toscani meritano il meglio; meritano persone di cui fidarsi in ogni ufficio della Regione, non persone di cui pagare gli ennesimi errori fatali.

Voglio trasparenza, voglio la verità. Subito. Per questo ho presentato un'interrogazione urgente."

«In piena emergenza coronavirus comprano e pagano per 7 milioni di euro 200 ventilatori polmonari: non arriva niente. Nel 2013 fanno i primi della classe con una gara europea per la gestione del trasporto su gomma toscano: dopo anni di contenziosi, la Finanza acquisisce gli atti. A metà aprile mentre i toscani, come tutti, cercano di salvarsi la pelle dal covid-19 e dai suoi effetti il Pd, Eugenio Giani in testa, individua come priorità la nomina del Garante toscano per i detenuti e sostanzialmente impone il nome di Giuseppe Fanfani: ed eccolo nelle chat legate al caso Palamara e alla bufera che sta travolgendo il Consiglio superiore della magistratura.

E’ la Toscana Pd e da un po’ anche Iv, col cerchio magico di Enrico Rossi che si rivela a tutti per quel che è: buono forse per l’hula hoop»: lo affermano i vertici regionali di Forza Italia, con il Coordinatore regionale onorevole Stefano Mugnai e il Capogruppo nel Consiglio regionale della Toscana Maurizio Marchetti. «Tutta l’opacità, la faciloneria, la spregiudicatezza. Tutta l’arroganza del potere con cui il governo regionale è stato gestito storicamente dalle sinistre e nell’ultimo decennio da Enrico Rossi in persona ora arriva come gigantesco nodo al pettine della realtà dei fatti.

Annunci, soldi, nomine agli amici degli amici… il tutto a creare un cordone sanitario di protezione attorno non al bene collettivo come ci si aspetterebbe da chi amministra e governa, ma al bene dei pochi potenti di turno e del loro consenso personale. Con in più Enrico Rossi che, nel frattempo, dal Pd ha azzardato un bungee jumping politico verso una sinistra vetero-comunista da cui è rinculato con le pive nel sacco vedendo frustrate le proprie ambizioni di leadership», analizzano Mugnai e Marchetti. «Sì perché questa che ha tenuto in ostaggio la Toscana e il suo bene – sottolineano i vertici regionali di Forza Italia – è una storia di ambizioni personali che vede Enrico Rossi e ora anche Eugenio Giani in prima linea.

E’ una storia che parte da lontano, fin dal 2004 con la fantasiosa creazione delle Società della Salute con cui Rossi, allora assessore alla sanità, intendeva essere modello per l’Italia; invece sono state stroncate dalla Corte costituzionale per impianto consortile e per inefficacia. E’ una storia che prosegue con l’andazzo che ha portato al crac la allora Asl 1 di Massa Carrara, con un buco milionario che Rossi ha tentato di derubricare a ruberie personali ma così non è andata affatto.

E, ancora, è andata avanti attraverso il sodalizio ideologico col Forteto, reciso solo dopo le evidenze giudiziarie e con estrema riluttanza».«In tutto questo ai toscani la sinistra ha lasciato le briciole di una sanità ridotta a brandelli, e l’arretramento tra le Regioni benchmark e nelle griglie Lea lo dimostra, di un servizio di trasporto pubblico vecchio, mal tenuto e male organizzato, di annunci per acquisti faraonici come è accaduto per i ventilatori mai arrivati o per le mascherine poco distribuite rispetto ai quantitativi proclamati.

L’attività inquirente farà il suo percorso. Pd e sinistra invece è il caso che il loro percorso lo fermino qui. Come Re Mida al contrario, hanno trasformato una Toscana d’oro in una valanga di fango», concludono Mugnai e Marchetti.

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