Deleghe nuove a Palazzo Vecchio: c'era una volta l'assessore competente

Fino a qualche anno fa ogni tema scottante aveva il suo referente: gli assessori ad un certo punto sono sembrati troppi e si è deciso di ridurli

Antonio
Antonio Lenoci
31 luglio 2015 08:50
Deleghe nuove a Palazzo Vecchio: c'era una volta l'assessore competente

Firenze resta senza Assessore alla Cultura e vede Urbanistica e Sicurezza urbana assegnate come impegni aggiuntivi, alla maniera del "Ci sarebbe anche questo.. occupatene tu". Ma è proprio così? La valutazione è oggi basata ancora sull'impegno tematico oppure si è spostata sulla persona? Con gli Assessori alla Cultura non è andata propriamente bene negli ultimi tempi, le città d'arte soprattutto risentono di un curioso rigetto quando si tende ad identificare in un soggetto la volontà espressiva dell'arte e della gestione dei beni dell'Umanità.Ciò che traspare è invece una riflessione tutta dei giorni nostri: i grandi Enti sono diventati inutili, a cominciare dalle Comunità Montane, passando per le Province sino ad arrivare alle Regioni come ha dichiarato il capogruppo del PD al Consiglio toscano Leonardo Marras, l'ex presidente (inutile?) della Provincia di Grosseto ha infatti attribuito la scarsa affluenza alle urne ad un sentimento popolare di inutilità del soggetto Regione.Niente stupore dunque se, negli ultimi anni, anche gli assessori, che hanno occupato quelle grosse poltrone vicine ai presidenti ed ai sindaci, sono diventati inutili.

La storia ci ricorda che si possono governare imperi con i triumvirati, ma è l'ultimo passo prima dell'uomo solo al comando.Dopo il primo giro di boa il primo cittadino di Firenze ha rivisto e corretto l'assegnazione delle deleghe: a Lorenzo Perra e Federico Gianassi, già impegnati a rispondere alle numerose interrogazioni presentate in Consiglio comunale rispettivamente in merito a:Bilancio, Partecipate, Fondi europei, Innovazione tecnologica e sistemi informativi ed Organizzazione e personale, Lavoro, Decentramento, Trasparenza e semplificazione sono state attribuite responsabilità anche in tema di Urbanistica e Sicurezza urbana.Materie di rilievo che si compattano su pochi soggetti: da una parte una maggiore responsabilità con minori costi di gestione, dall'altra il rischio di dover seguire tematiche che meriterebbero, ciascuna, una dedizione totale.Al termine del rimpasto ci sono dei bocciati eccellenti, ma anche perplessità rilevanti come quelle espresse da parte della sinistra estrema: "Non ci aspettavamo che Nardella nominasse un nuovo assessore all'urbanistica, quindi per noi nessuna sorpresa, però siamo profondamente rammaricati per l'occasione persa: il sindaco avrebbe potuto, senza dover ammettere l'inconsistenza del suo operato, sfruttare l'opportunità del rimpasto per nominare silenziosamente un assessore alla cultura degno di questo nome" così commentano Grassi, Trombi e Verdi.

I tre oppositori di punta di Palazzo Vecchio arrivano a rimpiangere Graziano Cioni e così proseguono l'analisi del rimpasto: "Abbiamo assistito alla vittoria della destra che ottiene la nomina, dopo l'assessora Bettini al decoro, di Gianassi alla Sicurezza urbana e Polizia Municipale. Tutto il contrario di quello che il sindaco Nardella aveva promesso nelle "cento cose antidegrado": il neighborhood watching, ovvero l'integrazione della comunità locale, chiamata ad interagire con le istituzioni e con la polizia locale, viene completamente neutralizzata da questa mossa accentratrice.

Con la scelta di Nardella la comunità locale viene espulsa da ogni sede decisionale arrivando a farci rimpiangere lo 'sceriffo' Cioni e il suo Ufficio Città Sicura, che almeno sapevano di cosa si parlasse". Bassi, Giuliani e Bieber ne sarebbero usciti bocciati e non sarebbe andata meglio ai consiglieri Guccione e Pugliese delegati in materia di politiche giovanili e periferie: "Al primo viene di fatto tolta la delega affidando le politiche giovanili all'Assessore Vannucci che da lunedì potrà disporre dei fondi e sarà il suo commissario politico - commenta Grassi - al secondo la delega è stata confermata, ma l'operato sulle periferie è stato così impalpabile che anche al Sindaco è venuto meno il suo nome nel momento di citarlo in aula". Nel giro di deleghe resta l'incognita della delega ai delicati ed economicamente rilevanti rapporti con la Cina: "Chi curerà gli interessi di Firenze nel regno di mezzo? Il fu delegato consigliere di Forza Italia, Mario Razzanelli oppure la delega, visto che Nardella non ne ha fatto menzione, tornerà alla legittima Assessora Nicoletta Mantovani?" domanda Tommaso Grassi.Guardando a ciò che accadeva ieri ne esce un quadro non troppo edificante: Chi si occupa di cosa, a Firenze? L'organizzazione dei compiti è il primo esame per un leader.

Ma oggi le cose sono cambiate, con la razionalizzazione è necessario che vi siano assessori multitasking da qui forse il bisogno di dare sempre più spazio a rappresentanti di genere femminile che, dati scientifici alla mano, risultano più inclini alla risposta "Niente panico.. ci penso io".

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