Da Lastra a Signa a San Fele, l’inspiegabile strage di famiglia

Il funerale in Basilicata con la delegazione del comune in provincia di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 agosto 2014 00:04
Da Lastra a Signa a San Fele, l’inspiegabile strage di famiglia

Resta ancora avvolto nel mistero il motivo che ha spinto Vito Tronnolone, carrozziere in pensione che trent’anni fa dalla Basilicata si era trasferito a Lastra a Signa, a sterminare l’intera famiglia per poi togliersi la vita. Nel piccolo centro di San Fele in provincia di Potenza è stato proclamato lutto cittadino e una delegazione del comune fiorentino ha preso parte ai funerali che si sono celebrati mercoledì 13 agosto.

Ancora una volta la normalità per un inspiegabile impulso si è tramutata all’improvviso in mostruosa. Cercare e trovare una spiegazione che allontani lo spettro della follia che si cela dietro la più ordinaria quotidianità è stata un po’ per tutti la prima reazione a caldo. Le pagine Facebook della vittima e del suo carnefice sono state scandagliate da chiunque alla ricerca di una frase, un pensiero che potesse aiutare a comprendere l’incomprensibile: cosa è scattato nella mente di un uomo mite, paziente, per spingerlo a privare della vita moglie e figli.

E invece solo sprazzi di una famiglia affettuosa, unita. Nulla che facesse minimamente pensare a quel tragico epilogo.

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Vito Tronnolone un padre amorevole nei confronti dei suoi figli, di Luca un ragazzo autistico di 32 anni e Chiara una giovane ragazza che non vedeva l’ora di fuggire dalla città e tornare in quell’angolo di mondo dove tante estati aveva già trascorso da bambina. Anche il padre l’attendeva con ansia e aveva preparato e sistemato tutto per accoglierla nel migliore dei modi. “Si è fatto quello che si poteva per rendere la tua vacanza più piacevole” scriveva Vito sulla bacheca di Chiara. Perché allora coinvolgerla in quel progetto criminale? Era davvero un progetto o è stato un “raptus”? Entrambe le ipotesi sono state prese in considerazione dagli inquirenti. Quella pistola calibro 38, Vito la deteneva legalmente ma non avrebbe potuto portarla fuori dall’abitazione di Lastra a Signa.

Passare l’estate in quella “casina” di campagna, così la chiamava la figlia Chiara , era un appuntamento annuale, per tutti un tuffo nella tranquillità e nella semplicità che ha il sapore delle proprie radici. Vito, una vita da carrozziere, si era trasferito a Firenze trent’anni fa per lavoro. Qui si era stabilito insieme alla moglie Maria Stella e ai due figli. Il maggiore, Luca di 32 anni, era affetto da autismo e da quando era andato in pensione Vito si era dedicato completamente a quel figlio più debole e difficile ma lui- racconta chi lo conosceva- “non si lamentava mai”.

La secondogenita Chiara aveva 27 anni e come tantissimi ragazzi della sua età lavorava in modo saltuario. E’ stata lei la prima a morire uccisa con due colpi di pistola mentre dormiva in camera da letto, poi Vito ha raggiunto Luca che era in bagno e infine la moglie Maria Stella.“Ho ammazzato tutti, ora mi ammazzo” l’ultimo sms di Vito inviato alla sorella Lucia prima di esplodere l’ultimo colpo e togliersi la vita.

Le indagini degli inquirenti hanno cercato di ricostruire le ultime ore della famiglia, di capire come mai Vito aveva portato con sé la pistola calibro 38. Sembra che il giorno prima della tragedia Vito avesse avuto un malore, niente di grave ma sufficiente a metterlo in ansia, la paura di non riuscire più a provvedere al futuro della sua famiglia potrebbe aver preso il sopravvento e aggravato uno stato psicologico già carico di tensione. Che sia stato l’autismo di Luca che aveva continuamente bisogno di assistenza a spaventarlo e ad armare la sua mano di padre e marito e infine a spingerlo a togliersi la vita?

Il sindaco di san Fele, Donato Sperduto, ha proclamato il lutto cittadino e ha deciso la cancellazione di tutte le manifestazioni estive. Ai funerali celebrati mercoledì pomeriggio oltre alle istituzioni locali hanno partecipato anche una delegazione proveniente da Lastra a Signa guidata dal sindaco Angela Bagni e dall’assessore Stefano Calistri.

Sgomento e stupore accomuna in queste settimane sia il piccolo paesino in provincia di Potenza sia la frazione di Malmantile (Lastra a Signa) in Toscana. Come spesso accade nei piccoli centri ci si conosce a vicenda, più o meno superficialmente si imparano le abitudini e i caratteri altrui. La famiglia Tronnolone non faceva eccezione, la conoscevano un po’ tutti. Nessuno però aveva veramente capito.di  Filomena D'Amico

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