Crollo del ponte sul Magra: servono uomini e mezzi

Giani: "Rifarlo subito dove era e come era, essenziale per vita dell'intera area". Colangelo (FenealUil): “Aprire subito un’unità di crisi sulle infrastrutture regionali”. Cisl Toscana: “Si mettano al sicuro tutte le strade e si individuino le responsabilità, partendo da chi non ha fatto le assunzioni e gli investimenti necessari”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 aprile 2020 14:12
Crollo del ponte sul Magra: servono uomini e mezzi

Firenze– In seguito al crollo di ieri del ponte sul fiume Magra e alla conseguente chiusura della strada statale 330 in località Albiano Magra (km 10,500) nel comune di Aulla, in provincia di Massa Carrara, la viabilità è assicurata da due percorsi alternativi. Il traffico proveniente dalla SS62 “della Cisa” e diretto sulla SS330 verso Albiano Magra deve proseguire sulla SS62 in direzione La Spezia/Autostrade, percorrere la A15 “La Spezia-Santo Stefano di Magra” in direzione La Spezia, uscire allo svincolo di Vezzano Ligure e proseguire sulla SP10 in direzione Vezzano/Ceparana fino all’innesto con la SS330.

Viceversa, il traffico proveniente dalla SS330 deve percorrere la SP10 in direzione Vezzano Ligure/Autostrade, proseguire sulla A15 “La Spezia-Santo Stefano di Magra” in direzione Santo Stefano e proseguire sulla SS62 “della Cisa” fino all’innesto con la SS330 in località Caprigliola.

Ricostruire il prima possibile il ponte crollato ieri, tra Albiano e Caprigliola, nel territorio del comune di Aulla. "La ricostruzione dell'opera deve essere al centro dei nostri obiettivi, così come la manutenzione e la realizzazione di infrastrutture necessarie alla vita della Toscana e del Paese" dichiara Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale, dopo che ieri, dal primo pomeriggio e fino a sera, è rimasto sul luogo del crollo partecipando anche a una serie di incontri istituzionali.

Quell'infrastruttura, ribadisce il presidente, "E' vitale per la vita sociale ed economica in tutta l'area, come collegamento tra la Toscana e la Liguria". In primo piano c'è un territorio costantemente valorizzato negli atti votati dall'assemblea toscana per l'intera legislatura: "Per la Lunigiana si tratta di un banco di prova per l'efficenza e l'attenzione delle istituzioni a quest'area strategica per la Toscana"."Noi - continua Giani - dobbiamo essere all'altezza di rendere il nuovo ponte ricostruito simbolo della rinascita sul piano delle infrastrutture". "Il ponte deve essere fatto subito dove e come era - precisa Giani - fugando ogni retropensiero di ricostruirlo in altri tratti del fiume Magra".

E siccome si tratta di un'opera comunque complessa e costosa - 5 arcate e 4 piloni -, per il periodo tra la demolizione e la ricostruzione, nelle prossime settimane, potrebbe essere utile "considerare l'ipotesi della costruzione temporanea di un ponte Bailey o di altra struttura simile, sulla base di un impegno del Ministro della difesa attraverso l'attività dell'esercito con il Genio pontieri, che in altri casi è stato tempestivo e competente". La proposta di Enrico Rossi commissario, come emerge dalle ultime ore, conclude Giani, "è una buona idea".

Il ponte crollato rientra nei 550 km. di strade passati ad Anas nel 2018 da Regione e Province.

“L’attenzione sull’Anas si accende solo per emergenze straordinarie come il crollo del ponte di Albiano Magra, ma anche questa vicenda conferma che l’Anas necessita di assunzioni massicce di personale, quelle peraltro concordate da tempo e mai fatte, e necessita anche di attrezzature idonee per i controlli. Basta ritardi, si mettano al sicuro tutte le strade e si individuino le responsabilità, partendo da chi non ha fatto le assunzioni e gli investimenti necessari.” A dirlo è il segretario generale della Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni, che ricorda “Anas gestisce in Toscana circa 1700 km.

di strade, comprese le superstrade – ricorda Boni -, un migliaio di ponti e cavalcavia: a sorvegliarli ci sono circa 75 addetti operativi e una trentina di responsabili che seguono la gestione e l’organizzazione. La legge (DPR 1.126/81) sul controllo delle strade prevede che ci siano 6 addetti ogni 40/60 km da controllare; siamo quindi molto al di fuori di questi parametri.”“Una situazione allarmante, al punto che il 17 aprile 2019, davanti al Prefetto di Firenze, abbiamo sottoscritto con Anas un accordo nel quale sono state certificate le mancanze di personale: 149 addetti su una forza di 200 persone.

Ma da allora non è successo più niente; anzi, da Roma Anas ha cercato di non riconoscere il valore dell’accordo sottoscritto in Toscana.”“Da allora sono arrivate solo una ventina di persone, che sono state tenute ferme negli uffici, senza formarle o renderle operative, per tre mesi e solo dopo nostra insistenza, in questi giorni, hanno iniziato la formazione in videoconferenza per poi essere destinati al controllo e verifica delle strade della Toscana. Una situazione assurda e una dirigenza nazionale che invece di organizzare e gestire le strade di competenza vive della quotidianità, non prende decisioni, né interviene tempestivamente rispetto alle richieste del territorio e dei cittadini.” “Esprimiamo solidarietà ai tecnici Anas che vengono lasciati soli, senza indirizzi e obiettivi – conclude Boni-.

Mancano tantissime persone (diplomati, ingegneri etc.) e manca un piano straordinario di manutenzione che non si può fare solo a vista, necessita di saggi e controlli con attrezzature specifiche.”Secondo il responsabile di Massa Carrara della Cisl Toscana Nord, Andrea Figaia, “tutto il territorio si aspetta giustizia e necessarie ed opportune verifiche sulla dirigenza assente e lontana. Auspico una veloce partenza dei cantieri, valutando soluzioni temporanee e provvisorie, per alleviare le difficoltà della gente ed aiutare la mobilità, cosi utile e mai così indispensabile alla ripresa delle attività produttive.

Le due zone separate da questo crollo sono strettamente interconnesse e la Lunigiana, in parte, vive del rapporto con La Spezia.”

La FenealUil Toscana chiede il rilancio delle infrastrutture, la riqualificazione e la messa in sicurezza del territorio. "Chiederemo ai prefetti un confronto costruttivo, si vuole capire i tempi e le modalità con cui si vuole intervenire per la ricostruzione del ponte, si chiede le responsabilità, visto che dopo il crollo del Ponte Morandi, l’ANAS ha svolto tutti i sopralluoghi con suoi tecnici per uno studio approfondito delle infrastrutture in Italia. Chiediamo al paese infrastrutture moderne, edifici e territori riqualificati, mettendoli in sicurezza dal rischio sismico e idrogeologico, chiediamo alla Regione Toscana di aprire una unità di crisi sulle infrastrutture regionali e l’impegno di chiedere risposte certe e veloci sulla ricostruzione da parte di Anas del ponte crollato.

Basta con tragedie che spesso, troppo spesso, potrebbero essere evitate con la sorveglianza e la manutenzione -spiega Roberto Colangelo,Segretario Generale FenealUil Toscana- L’unica strada che il Governo potrà percorrere non appena l’emergenza sanitaria sarà rientrata è quella degli investimenti pubblici e privati in edilizia. Occorre un grande piano strategico del settore che sblocchi tutte quelle opere ferme da anni, a partire dalle infrastrutture. Solo in Toscana, per esempio, un piano mirato sulle infrastrutture creerebbe in 5 anni circa 20.000 posti di lavoro senza considerare l’indotto.

Certo non basta: serve anche un deciso intervento di manutenzione, riqualificazione, messa in sicurezza del territorio, a partire dagli ospedali (gli eventi di queste settimane sono lì a dimostrarci quanto sia necessario dotarsi di strutture ospedaliere sicure, efficienti e qualificate). Non possiamo perdere altro tempo prezioso, servono risposte. La FenealUil ha sempre sostenuto con convinzione che far ripartire il Paese coincida con rimettere in moto il settore edile, il comparto con il maggiore effetto moltiplicatore di investimenti e occupazione, un settore strategico per l’economia della regione e del Paese tutto, un settore che non si è mai ripreso completamente dalla crisi del 2008 (durante la quale in 10 anni sono stati persi solo in Toscana circa 27 mila posti di lavoro).

Questa è un’occasione che non possiamo sprecare. Solo partendo da una seria politica industriale che nel nostro Pese è assente ormai da quasi 20 anni, potremo ripartire dopo la fine della pandemia e trasformare la tragedia che ci ha colpito in un’occasione per creare modelli di sviluppo concreti fondati sul lavoro, ed uscirne più forti di prima".

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