Crisi di governo: Forza Italia rifiuta la lista unica con la Lega

Traballa l'ipotesi del ritorno del Centrodestra. Governo di legislatura con M5S? Pd al bivio. Salvini: "Con Renzi 500 mila sbarchi"

Nicola
Nicola Novelli
13 agosto 2019 23:45
Crisi di governo: Forza Italia rifiuta la lista unica con la Lega

Apparentemente il governo M5S-Lega è vittima del contrasto tra le due ali che lo componevano. Ma M5S e Lega hanno entrambi accaparrato voti facendo promesse che non erano in grado di mantenere. Sul “vero motivo” per cui Salvini avrebbe “staccato la spina”, sulla stampa è in corso in questi giorni una sorta di scommessa: dalla “capitalizzazione dei consensi indicati dai sondaggi” all’“ordine impartito a Salvini da Steve Bannon”. Varie sono le soluzioni sul tappeto: una qualche ricomposizione della crisi di governo, un cambio di maggioranza con M5S, PD e LeU “per non consegnare il paese ai fascioleghisti” come invoca Norma Rangeri da il Manifesto oppure con Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia rimpolpati dall’acquisto della cinquantina di parlamentari che mancano all’appello, un governo di scopo o tecnico o del presidente per scongiurare “l’aumento dell’IVA” o “l’emergenza spread”, elezioni anticipate subito o altro che sia.

In attesa del faccia a faccia con Matteo Salvini sulla crisi di governo e le future alleanze di centrodestra, Silvio Berlusconi ha riunito a palazzo Grazioli lo stato maggiore di Forza Italia. Con il Cavaliere ci sono, tra gli altri, il vicepresidente del partito, Antonio Tajani, Gianni Letta e Niccolò Ghedini.

Intanto nel PD si parla esplicitamente di "un governo politico di legislatura", sorretto da una maggioranza Pd-M5S. "Soltanto un accordo di legislatura, basato su una profonda riflessione politica, può consentire al Pd e al M5S di rispondere alla rivoluzione conservatrice lanciata dal leader della Lega" afferma a esempio Bettini.

"Spero che per salvare la poltrona i 5 Stelle non facciano un governo con Renzi perché torneremmo ai 500 mila sbarchi che il Pd 'regalò' agli Italiani negli anni passati" scrive il leader della Lega in un post su Facebook. È questo che nelle elezioni politiche del 4 marzo 2018 ha portato a 16.4 milioni i voti di M5S e Lega, che nelle elezioni europee del 26 maggio 2019 ha portato a 13.7 milioni i voti di Lega e M5S.

"Mi fa piacere apprendere che il Partito Democratico ha a cuore l'interesse dell'Italia più del proprio. Quindi se così è deve per forza di cose onorare il nome che porta e consentire al paese di avere un governo democraticamente eletto, non perdendo tempo a creare complessi equilibrismi parlamentari tra partiti che sono stati designati all'opposizione dalle precedenti elezioni, come nella peggiore tradizione del parlamentarismo in questo paese; ma ridando la parola al popolo sovrano che è l'unico titolare del diritto di disporre della scelta sul futuro del paese. Alla scorsa tornata elettorale il centrodestra aveva chiaramente ottenuto il maggior numero di voti, con la Lega come primo partito dello schieramento vincente, eppure non fu affidato a Matteo Salvini, come richiesto, un mandato esplorativo per cercare di creare una maggioranza. Adesso è doveroso consentire agli italiani di pronunciarsi e decidere a chi affidare le sorti del paese.

Non serve evocare lo spettro di un aumento dell'IVA che potrebbe essere l'anticamera morale per giustificare una pretestuosa chiamata dei cosiddetti responsabili, che altro non sarebbe se non un inciucio per impedire le democratiche elezioni". Dichiara il segretario provinciale della Lega Alessandro Scipioni e capogruppo del centrodestra al comune di Vinci. "In un paese civile e democratico spetta ad un governo legittimato dal popolo fare la manovra finanziaria"

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