​Criptovalute e Bitcoin: il loro avvento è un bene o un male?

Negli ultimi anni le criptovalute sono diventate sempre più popolari, ma quali sono i vantaggi e gli svantaggi del loro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 giugno 2021 07:35
​Criptovalute e Bitcoin: il loro avvento è un bene o un male?

Criptovalute e Bitcoin: il loro avvento è un bene o un male?

Negli ultimi anni le criptovalute sono diventate sempre più popolari, ma quali sono i vantaggi e gli svantaggi del loro successo? Ecco un’analisi della situazione.

Negli ultimi anni sempre più persone si sono interessate al trading di criptovalute che, seppur particolarmente soggette alle oscillazioni di mercato, non hanno arrestato la loro crescita.

Le criptovalute, tra cui il famoso bitcoin, sono monete virtuali decentralizzate, cioè non sono controllate e gestite dalle banche. Il loro scambio avviene interamente nel web, soprattutto sfruttando apposite piattaforme dedicate.

Gli scambi decentralizzati avvengono attraverso una rivoluzionaria tecnologia chiamata blockchain, che ha reso, di fatto, le criptovalute accessibili ad una platea sempre più vasta. Questa tecnologia è considerata molto sicura perché ogni dato immesso nella blockchain è immodificabile e criptato, come vedremo nel dettaglio.

Tuttavia, nonostante i tanti estimatori, le criptovalute e soprattutto il bitcoin, continuano a creare perplessità e alimentare detrattori. Innanzitutto, l’investimento in bitcoin può comportare dei rischi, soprattutto se non si è esperti, in questo senso è meglio raccogliere informazioni su siti dedicati (come ad esempio immediate Bitcoin).

Un altro punto molto discusso riguarda il grande consumo di energia elettrica richiesto per il funzionamento della blockchain e l’estrazione dei bitcoin che, se per alcuni è fondamentale a garantire l’estrema sicurezza del sistema, per altri diventa un problema ambientale.

Ma vediamo nel dettaglio come funziona la blockchain e perché richiede un dispendio tanto grande di energia elettrica.

Bitcoin e consumo energetico

Recenti studi avrebbero dimostrato come i bitcoin consumerebbero addirittura più energia elettrica dei Paesi Bassi. Il dispendio massiccio di energia sarebbe riconducibile al meccanismo proof of work attraverso cui i cosiddetti “minatori” risolvono complessi problemi matematici utilizzando computer molto potenti, ma vediamo come funziona.

La blockchain, il cui significato può essere tradotto in “catena di blocchi”, va immaginata come se fosse un’enorme agenda virtuale in cui vengono annotati in ordine cronologico tutti i dati, non modificabili e crittografati, aggiungendo di volta in volta un nuovo blocco.

Per far si che questo avvenga vanno risolti, provandoli, dei calcoli matematici molto difficili, e questo compito è affidato, appunto, ai minatori. Le stime indicano che per risolvere ognuno di questi calcoli ed aggiungere un blocco siano necessari 86 miliardi di tentativi.

La risoluzione di questi calcoli richiede chiaramente l’utilizzo di computer e processori molto potenti che consumano, appunto, tantissima energia elettrica.

Tuttavia, questo sistema di convalida delle transazioni e, dunque, di emissione di bitcoin, è quello che garantisce altissimi livelli di sicurezza, evitando che qualcuno si immetta nel sistema in modo fraudolento.

Mentre per i sistemi centralizzati, come quello bancario, le transazioni avvengono solo con la disponibilità dell’istituto di credito, la tecnologia utilizzata dai bitcoin è sicuramente innovativa e molto sicura, nonostante il grande consumo energetico che richiede.

Tuttavia, si stanno analizzando delle soluzioni che permettano da una parte di mantenere il sistema bitcoin uno dei più sicuri del mondo, dall’altra di farlo cercando di abbassare i consumi di energia e renderlo più sostenibili per l’ambiente.

In evidenza