Covid a Firenze: le misure prese sono insufficienti?

Polemica social tra Burioni e Nardella. Per i consiglieri Scipioni e La Grassa (Lega) "si è destato scetticismo"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 marzo 2020 23:40
Covid a Firenze: le misure prese sono insufficienti?

"Complimenti a Firenze, il modo migliore per combattere la diffusione di un virus estremamente contagioso. Tanta gente tutta insieme dentro al museo. Il coronavirus ringrazia" scrive in un post su Twitter il medico, accademico e divulgatore scientifico marchigiano Roberto Burioni.

"Professore ha tutta la mia stima -ribatte il sindaco di Firenze, Dario Nardella- ma questa volta invece di fare polemica le propongo di incontrarci e lavorare insieme. Nessuno pensa alla calca nei musei: abbiamo previsto ingressi contingentarti e tutte le precauzioni del caso. Non si tratta degli Uffizi, ma dei musei civici che sono già gratuiti per i fiorentini un giorno al mese. Ciò che vogliamo dire al mondo è che Firenze non chiude. Con tutte le cautele e le attenzioni che questa emergenza ci impone e nel rispetto delle ordinanze di regione e ministero, dobbiamo affrontare anche un’altra emergenza pesante, quella economica e dei posti di lavoro".

"Il Sindaco Nardella non può stupirsi se gli Stati Uniti hanno fatto delle restrizioni verso l'Italia. Da italiani - dichiarano i consiglieri metropolitani leghisti del gruppo Centrodestra per il cambiamento Alessandro Scipioni e Filippo La Grassa - è una cosa che ci fa molto male anche e soprattutto perché capiamo le drammatiche ripercussioni per il tessuto sociale, per le imprese e per la nostra gente; ma onestà intellettuale vuole che invece di dare la colpa al presunto allarmismo di altri si guardi chiaramente al fatto che in molti Paesi le misure prese qui da noi sono state ritenute insufficienti e la gestione buonista da parte del governo e di talune Regioni dell'emergenza ha profondamente sfiduciato il nostro Paese".Alcune misure "che potevano essere ritenute eccessive non avrebbero fomentato l'allarmismo, bensì rafforzato un senso di sicurezza verso la capacità del nostro paese di gestire la situazione.

Risultato: forti misure cautelari avrebbero indotto il resto del mondo a fidarsi di noi. L'aver dato l'idea di aver sottovalutato il problema è stato il grave errore degli amministratori che hanno alimentato la sfiducia nel nostro paese ed il conseguente crollo dell'economia che ne deriva".Oltre che la Lombardia ed il Veneto anche l'Emilia-Romagna "ad esempio ha scelto di chiudere le scuole. Noi avevamo proposto appena tre giorni di chiusura anche propedeutiche ad una disinfezione degli istituti superiori di competenza della Città metropolitana, la dotazione per i dipendenti della città metropolitana di dispositivi di protezione individuali quali mascherine e gel igienizzante oltre a dei guanti idonei per gli agenti della Polizia Provinciale.

Abbiamo chiesto un consiglio metropolitano specifico sull'argomento. Ma i nostri regolamenti danno addirittura 20 giorni di tempo dalla nostra richiesta per la convocazione. Una cosa assurda". Le misure concrete che tutelano la salute dei cittadini "danno un'iniezione di fiducia verso i Paesi che le applicano. Chi invece porta avanti misure insufficienti desta lo scetticismo di tutto il mondo sulla propria affidabilità. Se adesso arriva un'altra mazzata per il nostro paese, per le nostre imprese e per la nostra gente la colpa è da ricercarsi nella incapacità della classe governante nazionale e della classe governante locale".

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