Covid-19: ancora una testimonianza dai familiari di un'anziana contagiata in Rsa

Dopo aver letto il racconto inviatoci lunedì scorso da un anonimo lettore che ha la mamma ammalatasi in una residenza sociale assistita

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 aprile 2020 15:17
Covid-19: ancora una testimonianza dai familiari di un'anziana contagiata in Rsa

Un'altra lettrice di Nove da Firenze ci scrive, dopo aver letto la testimonianza inviataci lunedì scorso da un anonimo lettore che ha la mamma contagiata in una RSA. Come lui, intende lasciare -pure lei in forma anonima- una riflessione sul tema.

"Da tre giorni mia madre, ospite di una RSA fiorentina è risultata positiva al Covid 19 e ricoverata in ospedale. Da tre giorni oltre al dolore e alla preoccupazione per le condizioni di mia madre non faccio che rimuginare su come sia potuto accadere. Sono consapevole che purtroppo abbiamo a che fare con una malattia terribile e che i rischi di contagio in un ambiente dove il distanziamento sociale è molto difficile erano elevati. Mi chiedo però se qualcosa andava fatto prima, anche  perché dal 10 marzo non abbiamo potuto più avere contatti fisici con i nostri cari e, noi familiari non abbiamo potuto avere un quadro della situazione all'interno della Struttura.

In realtà io voglio credere ancora alla responsabilità e professionalità degli operatori sanitari e della direzione della struttura, ma mi chiedo però perché non siano mai state date informazioni ai familiari sulla presenza e sulla gestione di casi positivi all'interno della Struttura, cosa che io ho scoperto casualmente grazie a un ricovero ospedaliero della mamma per altra causa, alla fine di marzo. La mamma in quell'occasione era risultata negativa al tampone fatto alla luce della presenza di casi positivi in Struttura.

Purtroppo la politica di molte strutture è quella di dare meno informazioni possibili ai familiari, o di assumere atteggiamenti evasivi per evitare polemiche".

In questo momento di crisi e di lontananza sarebbe prezioso essere rassicurati sul modo di gestire l'emergenza?

"Certo. Anche alla luce di quello che sta accadendo nelle altre Rsa in tutta Italia, ormai di dominio pubblico. La scorsa settimana mia madre è stata sottoposta al test sierologico, che si era rivelato negativo. Mia madre, solo lei, mi diceva di non sentirsi molto bene, ma speravo fosse solo un malessere generale. Dopo tre giorni però è arrivato il ricovero con sintomi importanti. Mi chiedo quindi quale sia la reale validità di questo test anche, perché sempre a posteriori, scopro che mia madre ha condiviso per bene tre giorni una stanza tripla dove la distanza di sicurezza era discutibile, con due compagne di stanza positive al sierologico e in attesa di risultato del tampone. Sono passati tre giorni durante i quali è stata chiusa la porta della stanza senza che i familiari avessero notizie".

Cosa vi rammarica di più?

"Oltre al dolore costante che provo nel pensare a mia madre ricoverata, è che in realtà come le Rsa sono stata sottovalutate questo già da prima dell'esplosione dei contagi all'interno di esse. Alcune Rsa come quella in cui era ospite la mamma sono troppo piene di ospiti, come se fossero polli in batteria anche forse al limite di metrature e parametri sanitari. Si dovrebbe investire in formazione del personale a livello di qualità delle relazioni, forse il vero valore che conta sopratutto per chi riteniamo debba prendersi cura dei nostri affetti più cari. Ma spesso il tutto si riduce a questioni di denaro, di posti da riempire, di stipendi troppo bassi e di personale ridotto e sovraccaricato di responsabilità, portato  a pensare agli ospiti solo come numeri e non come persone".

Le Rsa era sottovalutate da parte delle istituzioni?

"Non mi stupisce una loro sottovalutazione e ritardo negli interventi anche di fronte al Covid. Spero che mia madre, così come le altre persone ospiti delle struttura, non sia stata trattata da numero anche alla luce di questa terribile malattia. Vorrei avere la certezza che siano sempre state fatte le cose con responsabilità da parte di tutti e che il contagio di mia madre sia il risultato di una serie di sfortunate circostanze. Solo il tempo ci potrà dire di chi sono le reali colpe dei ritardi, o dei mancati controlli alla luce di quello che ci diranno i dati sui decessi e contagiati. Ci deve sempre essere chi controlla il controllore e spero che nei prossimi giorni alla luce degli screening ,forse tardivi, si possano ridurre i contagi".

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