Covid 19: 31 milioni ai sanitari impegnati nell’emergenza

Approvata a maggioranza la legge regionale presentata per iniziativa del presidente Enrico Rossi e dell'assessore alla salute, Stefania Saccardi. Le risorse possono essere incrementate con eventuali donazioni. Respinto ordine del giorno della Lega. Monni (Pd): “L'indennità in base a rischio biologico è una scelta politica di grande importanza”. Scaramelli (Italia Viva): "La Toscana è la prima regione a dare un incentivo economico all'esercito buono che ogni giorno è al fronte e merita più di un grazie"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 aprile 2020 23:45
Covid 19: 31 milioni ai sanitari impegnati nell’emergenza

Firenze– 31 milioni e 520 mila euro per finanziare le misure economiche a sostegno del personale impegnato nella gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid 19. E' quanto prevede la legge d'iniziativa del presidente della Regione, Enrico Rossi e dell'assessore alla Sanità, Stefania Saccardi, presentata direttamente al voto d'aula senza passare dall'esame delle commissioni. La legge regionale porta di fatto ad un aumento di indennità dai 20 ai 45 euro al giorno per gli operatori sanitari del servizio pubblico, a seconda del loro livello di esposizione al rischio biologico nel corso dell'emergenza Covid-19. Il Consiglio Regionale della Toscana per primo in Italia riconosce a tutti i lavoratori del Sistema sanitario regionale un compenso aggiuntivo.

L’atto è stato votato a maggioranza. Si sono espressi a favore i gruppi Pd, Iv, M5S, FI e i consiglieri Gabriele Bianchi, Serena Spinelli e Roberto Salvini, tutti del gruppo Misto; ha votato contro la consigliera Monica Pecori (gruppo Misto), mentre si sono astenuti il gruppo di Sì-Toscana a Sinistra e FdI. Il provvedimento è rivolto a tutto il personale che opera nell'ambito del servizio sanitario regionale "dipendente a tempo indeterminato, determinato o con altre forme di lavoro flessibile", impegnato direttamente o indirettamente nella gestione dell'emergenza epidemiologica.

Alla base dell'atto le condizioni di carico di lavoro, stress e di rischio in cui opera tutto il personale impegnato nell'emergenza sanitaria. Secondo la legge l'attribuzione di misure economiche di sostegno risulta un "atto dovuto" per "garantire la continuità dei servizi" e al contempo "il giusto riconoscimento agli operatori impegnati". La legge, che nasce in conseguenza di un accordo con i sindacati confederali, prevede tre fasce di indennità, determinate sulla percentuale del rischio cui il personale è esposto.

La prima fascia, quella con esposizione al contagio più elevata, prevede un’indennità aggiuntiva di 45 euro al giorno; per la seconda fascia si prevede un’indennità pari a 25 euro al giorno e per la terza fascia di 20 euro al giorno. L'importo indicato deriva dalla previsione del d.l.18/2020 che, incrementando i fondi contrattuali destinati alle regioni per il servizio sanitario regionale, destina alla Toscana oltre 15 milioni (euro 15.760.280) per retribuire il lavoro straordinario degli operatori impegnati nell'emergenza.

Un’uguale cifra -15.760.280 - è dalla Regione destinata in ambito più generico alle prestazioni collegate all'emergenza covid. “Abbiamo deciso di andare quasi al raddoppio della cifra per dare un riconoscimento forte a chi è impegnato in prima linea e a tutto il sistema sanitario, che comunque soffre le ricadute che l’emergenza comporta”. Gli oneri della legge trovano copertura nelle risorse stanziate da disposizioni di livello nazionale e in quelle del fondo sanitario regionale. Le misure di sostegno potranno essere garantite sia attraverso strumenti contrattuali - come ad esempio indennità o incentivi - oltre alla dovuta remunerazione per le prestazioni straordinarie, o anche con un beneficio economico giornaliero, per ogni turno di lavoro effettivamente prestato in presenza e diversamente graduato, in ragione del differente rischio espositivo e disagio di lavoro a cui il lavoratore è esposto.

La Regione, recita ancora l'articolo 1, "opera affinché le misure economiche di sostegno siano riconosciute, dai soggetti competenti, anche agli operatori non contrattualizzati degli enti del servizio sanitario regionale che prestino attività sanitaria o socio-sanitaria nell'ambito dell'emergenza Covid".

“La scelta che abbiamo assunto è il segnale più forte che potevamo dare in questa fase di emergenza. Oggi, unici in Italia, decidiamo di erogare un incentivo Covid che guarda alla qualità del lavoro e non più erogato solamente rispetto alle prestazioni aggiuntive, come gli straordinari. Un completo rovesciamento delle politiche economicistiche sulla sanità, iniziate con il Governo Berlusconi nel 2010 e che introducevano un definanziamento alla sanità regionale, una scelta chiara che anticipa le norme nazionali e interviene su una straordinarietà non contemplata dalla contrattazione nazionale collettiva di settore”.

Così la vice capogruppo del Pd in regione Monia Monni intervenendo oggi durante il Consiglio riunito in video conferenza durante la discussione “È doveroso - osserva Monni - ringraziare quotidianamente tutti gli operatori sanitari per come stanno fronteggiando l’emergenza coronavirus, ma alla politica spetta il compito di trasformare quella gratitudine in scelte concrete. La legge che abbiamo approvato va in questa direzione, offrendo una risposta anche a coloro che hanno un minor numero di tutele in virtù di contratti meno stabili.

Lavoreremo nei prossimi giorni per estendere questo incentivo anche agli operatori delle RSA e privati, perché è un impegno che abbiamo assunto anche con le rappresentanze sindacali e a cui intendiamo dare seguito”.

"Un esercito buono che ogni giorno è al fronte per tutti noi con coraggio, competenza e dedizione. Sono i professionisti, tutti, della sanità toscana ai quali abbiamo detto grazie ma a cui è giusto riconoscere anche un incentivo economico per il lavoro che quotidianamente svolgono. Per il rischio biologico al quale sono sottoposti e perché è corretto che tutti noi - che da questa pandemia abbiamo capito che nessuno si salva da solo, ma solo insieme all'altro - ci facciamo carico dell'altro. Oggi l'altro sono i professionisti del nostro sistema sanitario regionale pubblico universalistico che sono al centro di questa legge che con procedura d'urgenza abbiamo fortemente voluto e approvato". A dirlo Stefano Scaramelli, presidente della commissione sanità e capogruppo di Italia Viva in Consiglio regionale.

In fase di votazione sulla proposta di legge, sette dei nove emendamenti presentati da Sì-Toscana a Sinistra e Monica Pecori (gruppo Misto), sono stati dichiarati inammissibili per motivi tecnici, in particolare per quasi tutti è stata evidenziata la mancanza di copertura finanziaria. I due messi al voto, sono stati respinti dall’aula.

Respinto anche l'ordine del giorno presentato dalla Lega e collegato alla proposta di legge per le misure di sostegno al personale impegnato nel SSR nella gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid. Hanno votato contro l'odg Pd, Italia Viva, Serena Spinelli (gruppo Misto) e Gabriele Bianchi (gruppo Misto). Favorevoli Lega, Fi, FdI, m5S e il consigliere Roberto Salvini (gruppo Misto); astenuti Monica Pecori (gruppo Misto) e Sì - Toscana a Sinistra. L'atto impegnava la Giunta e il presidente Enrico Rossi a prevedere che le misure di sostegno fossero riconosciute a decorrere dal 31 gennaio, giorno nel quale è stata dichiarata l'emergenza nazionale, anziché dal 17 marzo quale "data di emanazione del decreto legge con cui sono state attivate le più significative misure straordinarie per il contenimento del contagio", come previsto nell'accordo tra Regione e organizzazioni sindacali.

Il compenso, ancora, avrebbe dovuto essere riconosciuto "almeno fino al 3 maggio, salvo eventuali proroghe". Inoltre, si richiedeva di attivare un contributo di solidarietà per quel personale del SSR che abbia contratto il virus durante lo svolgimento del proprio lavoro. Infine, l'ordine del giorno impegnava al "pieno coinvolgimento", anche di carattere consultivo, di tutte le sigle sindacali e ordini professionali che operano nel settore sanitario, per aggiornamenti e per ulteriori provvedimenti in materia.

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