Coronavirus, Burioni attacca la Toscana risponde

Il virologo sui 2500 di rientro dal Capodanno in patria: "Quarantena necessaria". Rossi: "Applichiamo le linee di sorveglianza del Ministero". Nardella: "Fiducia nella Regione". Biffoni: "Perché si parla solo della Toscana e non di Milano o Roma?"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 febbraio 2020 14:36
Coronavirus, Burioni attacca la Toscana risponde

(DIRE) Firenze, 19 feb. - "Non riesco a capire per quale motivo la Regione Toscana si intestardisca ad affermare che la quarantena non è necessaria. Sarebbe un minimo sacrificio per i 2.500 cittadini che porterebbe però una grandissima sicurezza per tutti gli altri". Lo afferma in un post su Medical Facts il virologo Roberto Burioni, che torna a spronare alla "prudenza" la Regione nella gestione di chi in questi giorni sta rientrando dalla Cina. "Nessuno - aggiunge - pretende che vengano rinchiusi in un carcere: basterebbe chiedergli di rimanere a casa per due settimane. La stessa cosa che molte multinazionali chiedono ai loro dipendenti che tornano dalla Cina".

Ad avviso del docente del San Raffaele di Milano, in effetti, la decisione della Regione di aprire un ambulatorio dedicato all'Osmannoro (Firenze) per visitare i pazienti a rischio che presentano alcuni sintomi associabili al Coronavirus non puo' bastare. "Limitandosi come leggo- evidenzia- ad aprire un ambulatorio nel quale queste persone potranno recarsi in caso di malattia, quindi troppo tardi, la Regione Toscana decide di fare correre ai suoi cittadini un rischio evitabile con un minimo disagio per pochissimi di loro". La decisione, accusa Burioni, "è a mio giudizio sbagliata, ma non mi stupisce piu' di tanto, arrivando proprio da quella stessa Regione che senza il minimo pudore offre nell'ambito del suo Servizio Sanitario la medicina omeopatica (inefficace e implausibile secondo la scienza) a spese del cittadino".

Il virologo chiude il ragionamento con una scia polemica: "Speriamo che una buona dose di fortuna possa compensare l'azzardo. Se non succederà niente, qualcuno dirà che è stato un allarme inopportuno. Certamente - avvisa- sono gli stessi che quando rivendono l'automobile con l'airbag intatto si lamentano della spesa che hanno sostenuto per qualcosa che si è rivelato inutile, perché non sono andati a sbattere".

"Assolutamente ragionevole. Se tornassi dalla Cina sicuramente non andrei al lavoro o nei luoghi pubblici". Il ricercatore in Epidemiologia dell'istituto superiore di Sanità Paolo D'Ancona sposa con un tweet la proposta di Roberto Burioni di imporre in Toscana una quarantena per i 2.500 cittadini in fase di rientro dalla Cina. E sempre su Twitter arriva la risposta del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi: "Benissimo, ma non equivochiamo oltre, è quello che la Regione sta facendo dalla prima ora, applicando, anche più intensamente che in altre regioni, le linee di sorveglianza disposte dal ministero della Salute".

"Ho grande stima e rispetto per il professor Burioni, che tra l'altro si è contraddistinto per una battaglia trasparente e forte sul tema delle vaccinazioni", ma "confido nel fatto che la Regione Toscana, che ha delle professionalità eccellenti e competenze per questo tipo di situazioni, assicuri tutte le misure possibili e praticabili per la sicurezza della salute, non solo della comunità cinese ma di tutta la comunità". Lo sottolinea il sindaco di Firenze, Dario Nardella, commentando l'intervento del virologo Roberto Burioni sul sito 'Medical Facts', in cui torna a criticare la Regione che non metterà in quarantena i cinesi residenti nell'area pratese e fiorentina di ritorno dalla Cina.

"Del resto - aggiunge - in questo caso noi sindaci non possiamo che essere vigili nel raccogliere gli input che arrivano dal territorio, come sicuramente sta facendo il sindaco di Prato" Matteo Biffoni e "allo stesso tempo applicare le misure" stabilite "dalle autorità sanitarie: è a queste che ci dobbiamo rifare".

"Ho grande fiducia in Burioni, l'unica cosa che non capisco è perché per i 2.500 cinesi in Toscana sì, e per esempio per le comunità di Milano, di Roma e delle altre città italiane no". Lo spiega alla 'Dire' il sindaco di Prato e presidente di Anci Toscana, Matteo Biffoni, rispondendo a una domanda sulla proposta, rinnovata anche oggi in un post sul sito Medical Facts, del virologo Roberto Burioni alla Regione Toscana di mettere in quarantena chi torna dalla Cina. "Se deve essere- specifica- che sia una misura nazionale, sennò siamo punto e a capo considerata anche la grande mobilità della comunità cinese, che si sposta in modo rapido per affari".

Quindi, ribadisce il punto, "se questo deve essere, che sia una decisione dello Stato che obbliga alla quarantena tutti coloro che hanno avuto rapporti con la Cina". Per quanto, fa notare il sindaco, "la situazione sia un po' diversa rispetto a come ci veniva esplicitata almeno all'inizio". In effetti Biffoni torna a sottolineare come quella dei 2.500 cinesi prossimi al rientro fra Prato e Firenze sia una stima massima e che non tiene conto di chi è già tornato da settimane in Toscana. Del resto, chiarisce, "400 bambini nell'area pratese e fiorentina sono gia' in auto-quarantena da giorni.

Se a questi aggiungiamo i genitori, siamo a un migliaio di persone". Quelli che devono ancora tornare, invece, "comunque vada hanno già fatto un pezzo di quarantena o di isolamento nella provincia cinese di Wenzhou, perché non potevano uscire. Non sono andati da tante parti". (Dire)

Questo al proposito l'intervento di Jacopo Cellai, capogruppo Forza Italia, insieme a Giampaolo Giannelli, responsabile prevenzione dipendenze ed Elio Ferlaino, responsabile sanità Forza italia Firenze"

"Oltre 2000 le vittime da coronavirus, oltre 73.000 i contagi. La situazione deve essere gestita, senza panico, ma con serietà e competenza. Oltre 2000 persone morte da una parte; dall'altra, oltre 2500 persone che, secondo i dati di questi giorni, stanno tornando dalla Cina, dopo aver festeggiato il capodanno cinese. Parliamo di persone, perchè non intessa che si tratti di cinesi, italiani, o di qualunque altra nazionalità.

Quel che conta è la provenienza di queste persone. Si tratta di persone in arrivo dalla Cina, un luogo dove è in atto una gravissima epidemia, della quale è molto difficile interpretare i numeri. Quelli ufficiali sono molto poco attendibili e istituti molto autorevoli, come l’Imperial College di Londra, stimano che solo una minima parte delle infezioni venga correttamente diagnosticato. A nostro avviso, quindi, occorre adottare la massima prudenza. Prudenza indispensabile, in quanto la malattia – oltre che molto grave – sembra essere estremamente contagiosa.

Di nuovo i dati cinesi sono difficili da interpretare, ma i 454 infetti su 3700 sulla nave giapponese Diamond Princess (tra cui un nostro connazionale) lasciano pochi dubbi. La malattia ha un’incubazione libera da sintomi e sappiamo con altrettanta certezza che il contagio può avvenire anche da persone che hanno dei sintomi se non assenti, certamente minimi. Uno o più di questi 2500 individui che ritornano dalla Cina potrebbe essere stato infettato, essere apparentemente in perfetta salute e dopo qualche giorno ammalarsi, infettando a sua volta altre persone e iniziando una pericolosissima catena di contagi che a quel punto potrebbe essere molto difficile da fermare.

Fatte tutte queste premesse, risulta incomprensibile la posizione della Regione Toscana che ritiene la quarantena non necessaria.

La quarantena risulterebbe un minimo sacrificio per i 2500 cittadini, ma garantirebbe una grandissima sicurezza per tutti gli altri.

Non è certo con l'istituzione dell'ambulatorio Lilla, di screening ed assistenza, sorto all'Osmannoro, (tra l'altro in un luogo totalmente inadatto e che sta già creando problemi alla popolazione) che si tutela la salute e si assicura la tranquillità della popolazione.

Tranquillità, sicurezza, che verrebbero assicurate da un normalissimo atto di buonsenso e responsabilità. Buonsenso, responsabilità, che tutto il mondo sta adottando. Pardon, tutto il mondo meno la Regione Toscana, ovviamente.

Speriamo vivamente che il Presidente Rossi e l'Assessore Saccardi, una volta tanto, ci sorprendano in positivo, tornando sui loro passi, assicurando una prevenzione adeguata al problema. Senza allarmismi, ma con diligenza e accortezza".

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