Continua il dibattito sulla Multiutility

Palagi (SPC): "Disorientare la cittadinanza, è questo l'obiettivo del PD?"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 agosto 2024 16:46
Continua il dibattito sulla Multiutility

Sulla stampa locale il presidente di Publiacqua dice oggi che la quotazione in borsa sembra essere l'unico motivo di divisione nella politica locale, rispetto alla multiutility.

"Questo perché ormai il centrosinistra registra l'alleanza PD-Sinistra Italiana, che con il suo Sindaco Falchi ha sempre rimarcato una differenza rispetto ai movimenti per l'acqua pubblica -dichiara Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune- Allora ribadiamo la nostra posizione: è sbagliato fare profitto sui servizi essenziali. Non si possono giustificare neanche dicendo che poi i dividendi serviranno ad abbattere costi per finalità sociali.

La retorica dei campanili e dei confini comunali nasconde una questione di serietà rimossa dal Partito Democratico. La Regione non decide. Non è come dopo la privatizzazione di ATAF, a cui è seguito il ruolo di una gara unica per tutta la Toscana.

Approfondimenti

Decidono i Consigli comunali, a partire da quelli di Firenze, Prato e Pistoia. In Palazzo Vecchio per mesi la Giunta ha rifiutato di rispondere alle domande e siamo ancora in attesa della sentenza del TAR per capire se è legittimo da parte di ALIA negare i nostri accessi agli atti. Non una parola viene spesa sui piani industriali. Manca serietà. E questo disorientamento è funzionale a ridurre tutto a un referendum sulla quotazione. Che è un errore, ma non l'unico".

“L’idea di un accorpamento all’interno dei confini regionali dei servizi pubblici locali parte da lontano -dichiara Fausto Bosco della RSU di Acque SpA- Giusto immaginare economie di scala che permettano di efficientare le reti e gli impianti, di moltiplicare gli investimenti, di abbassare le tariffe, di migliorare ed efficientare le infrastrutture pubbliche. I sindaci promotori della multiutility ed alcuni esponenti sindacali quando parlano di holding Multiservizi citano realtà come Hera, Iren, Acea, A2A, elogiando il loro operato e il loro virtuosismo omettendo, volutamente o meno, alcuni aspetti contraddittori che meritano invece di essere approfonditi.

Per farsi un'idea di come stanno veramente le cose, basti pensare che proprio i colossi sopra citati, su oltre 3 miliardi e 250 milioni di utili conseguiti dal 2019 al 2022, solo 280 milioni degli stessi sono stati reinvestiti in infrastrutture, impianti e migliorie. A proposito di quotazioni in Borsa, L'Antitrust contesta a sette società dell'energia l'applicazione unilaterale di aumenti in bolletta in chiaro contrasto con il divieto normativo. Di queste, cinque (Enel, Eni, Hera, Acea, A2A) hanno una partecipazione pubblica, vedono la presenza come azionisti importanti di fondi hedge e sono quotate in Borsa.

Partendo da questa premessa, credo sia legittimo domandare a chi ancora etichetta come sudditanza ideologica il dibattito attorno alle modalità di finanziamento della Multiutility Toscana quali siano le vere ragioni per cui suddetta società debba essere quotata in borsa, esponendosi alle perverse logiche della speculazione finanziaria.

I dati stanno lì a dimostrare che non c'è nessun abbattimento dei costi in bolletta. Anzi, aziende come Acea, A2A ed Hera, i modelli di riferimento dei sindaci promotori della Multiutility vanno esattamente nel senso opposto applicando unilateralmente aumenti in bolletta col solo scopo di sostenere il valore dei loro titoli quotati in borsa e garantire dividendi agli azionisti. Credo che mai come oggi serva aprire un dibattito intorno alla gestione dei servizi pubblici, una partecipazione democratica attiva della cittadinanza che con tali servizi fa i conti ogni giorno.

Ho accolto con favore le parole del segretario del PD Emiliano Fossi che in una recente intervista a La Repubblica ritiene ormai del tutto superata la visione secondo cui è necessario ricorrere alla borsa per finanziare i servizi pubblici locali. Posizione ribadita dalla coordinatrice Toscana del Movimento Cinque stelle Irene Galletti che va oltre, immaginando un’unica società Toscana per la gestione del servizio idrico integrato posta al di fuori del perimetro della multiutility.

Ottima ed esauriente la lettera del segretario regionale CGIL Rossano Rossi che ribadisce il concetto di monopolio naturale rispetto al quale sono legate rendite di posizione, invitando la politica a scegliere da che parte stare: da quella dei cittadini o da quella dei manager e dei fondi speculativi.

Rossi individua anche modalità alternative per finanziare le holding pubbliche, citando l’esempio di hydrobond, obbligazioni attraverso le quali reperire le risorse per poter fare quegli investimenti necessari di cui la nostra regione ha tanto bisogno.

Inoltre, pone una importante questione che merita di essere citata perché altrettanto importante quanto il reperimento delle risorse economiche: quello del reinvestimento degli utili che devono essere interamente utilizzati per finanziare gli investimenti della holding pubblica, non suddivisi come dividendi fra i comuni altrimenti si commette un’errore esiziale che rischia di vanificare l’accorpamento stesso dei servizi pubblici locali.

La questione che gira attorno alla gestione dei servizi di pubblica utilità è oggi il tema dei temi, perché da essa e rispetto ad essa ci giochiamo il futuro dei nostri territori, il benessere della nostra popolazione, la Toscana del futuro”.

Notizie correlate
In evidenza