Concordia a Genova, Renzi approva progetto Costa Crociere

Non tardano le reazioni politiche dopo la scelta di trasferire il relitto a Genova

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 luglio 2014 12:27
Concordia a Genova, Renzi approva progetto Costa Crociere

La Costa Concordia andrà a Genova. La decisione è arrivata dal Consiglio dei ministri che ha approvato il "Progetto di trasferimento e smaltimento" presentato da Costa Crociere. "Nei tempi previsti - ha spiegato il premier Matteo Renzi al termine del Consiglio dei ministri - la nave verrà smaltita in Italia"

A nulla è valsa la speranza di un 'risarcimento economico' né la lotta contro il tempo per mettere a norma il porto di Piombino. Dopo anni di spiaggiamento il relitto della morte se ne andrà a breve dall'Isola del Giglio in direzione della Liguria."Peccato - è il commento del presidente toscano, Enrico Rossi - a settembre Piombino sarà pronto e avremmo rischiato molto meno per il mare e per l'ambiente. Continueremo a costruire il nuovo porto e chiediamo al governo di concludere rapidamente l'accordo per lo smaltimento delle navi militari" così su Facebook."Intensificheremo quanto più possibile i controlli contro l'inquinamento e per la tutela del mare" il presidente ha risposto a un gruppo di giornalisti che lo sollecitavano a commentare la decisione del governo. "Certo era meglio se veniva a Piombino come ho sempre sostenuto – ha proseguito – Un percorso di sole 39 miglia, contro le 208 che separano il Giglio da Genova, sarebbe stata la soluzione migliore.

Invece si è scelto quella più rischiosa. In questi casi sarebbe giusto adottare il principio di precauzione, che è nella normativa europea. Dispiace che l'ipotesi di Piombino non sia stata nemmeno valutata, cosa che ha motivato il mio voto negativo nella conferenza dei servizi. Avevo chiesto un sopralluogo nel porto dove è in corso l'escavo il giorno del rigalleggiamento, per verificare lo stato dei lavori. Ora ci auguriamo che vada tutto bene e che non si siano conseguenze negative. Noi vigileremo. Chiediamo al governo – ha proseguito Rossi – di aiutare Piombino a mettersi presto in condizione di accogliere le navi militari da smaltire.

Si tratta di 40 mila tonnellate già assegnate a Piombino dall'accordo di programma per l'area. Nell'accordo c'è scritto che dopo l'escavo deve essere messo a bando il bacino di carenaggio, ma devono essere definiti tempi e condizioni economiche. Sempre nell'accordo si prevede la realizzazione della Tirrenica, e al suo interno la realizzazione della bretella Gagno-Poggio Batteria. Poi c'è la partita delle bonifiche. Come coordinatore il mio obiettivo è che entro luglio venga definito il cronoprogramma per l'intero pacchetto da presentare alla Val di Cornia: escavo, infrastrutture, bonifiche e impegni a sostegno dell'industria. La Toscana – ha concluso il presidente – che si è dovuta sobbarcare il relitto per 900 giorni, ha dimostrato un grande senso di responsabilità.

Per ottenere da Roma i permessi per Piombino ci abbiamo messo molto tempo, evidentemente ci siamo introdotti in un meccanismo di competitività tra i porti, anche parlando per primi della prospettiva della rottamazione dei navigli. Ma ora guardiamo al domani. Continueremo a collaborare, anche con la nostra presenza nell'Osservatorio, per la tutela del mare, dell'isola del Giglio, della Toscana, e per lo sviluppo di Piombino. La vendetta – ha detto rispondendo ai cronisti – non fa parte del nostro orizzonte".

Cgil, Cisl e Uil della Toscana esprimono "rammarico e disappunto per la decisione del governo di smantellare a Genova e non a Piombino il relitto della Costa Concordia. L’interesse del privato ha prevalso su quello pubblico, sulla difesa dell’ambiente e sugli impegni presi con un progetto di riconversione industriale per Piombino che è stato ratificato da Governo, istituzioni locali e parti sociali. Per l’impegno generoso che ha profuso e per i danni in termini ambientali e turistici che ha subito, la Toscana avrebbe meritato un’altra conclusione di questa vicenda. Chiediamo ora al Governo che siano rispettati tutti gli impegni presi nell’accordo di programma e che in particolare l’impegno ad effettuare a Piombino la dismissione di navi militari si tramuti in una certezza".

Il presidente provinciale Marras commenta la decisione del Cdm: "Non condividiamo né scelta né motivazioni, ma collaboreremo lealmente sul piano istituzionale. Priorità è la rimozione, ma in questa vicenda i pubblici poteri hanno abdicato alla propria missione". La Provincia di Grosseto rispetta la decisione del Consiglio dei ministri di trasferire il relitto della Concordia nel porto di Genova. Avrebbero dovuto imporre le soluzioni al gruppo Costa in nome della tutela del bene comune, invece di assecondarne ogni intenzione.

Sin dall’inizio gli Enti territoriali - Comune, Provincia e Regione in testa - hanno sostenuto il peso della rappresentanza degli interessi collettivi a fronte di un evento di portata planetaria, mentre i vari Governi sono stati sempre molto timidi. Ricordo, ad esempio, che il commissario governativo è stato mandato solo 8 giorni dopo il naufragio, e che dalle delegazioni internazionali ai giornali di tutto il mondo, all'identificazione dei dispersi, è stato seguito da qui: dall'Isola e dalla sala operativa della Provincia.La priorità diventa quella di allontanare il prima possibile quella nave dal Giglio, "Facendo quel che dobbiamo per allontanare la Concordia, allontaneremo anche i “gufi” che speculeranno sul trasferimento del relitto - sottolinea Marras - a partire magari da quegli “ambientalisti” che finora non hanno mosso un dito, ma che con ogni probabilità saranno in prima fila ad invocare il disastro ambientale imminente, seguendo la rotta del relitto per Genova.

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