Comunque Nude: la rappresentazione femminile nei monumenti pubblici

L’Associazione “Mi Riconosci?” presenta un volume sull'arte in Italia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 ottobre 2023 23:03
Comunque Nude: la rappresentazione femminile nei monumenti pubblici

di Ginevra Poli

Nei giorni scorsi è stato presentato all'Università degli studi di Firenze il libro che l’associazione “Mi Riconosci?” ha dedicato alla rappresentazione femminile nel monumento pubblico e al concetto  di donna-oggetto nell'arte contemporanea.

“Mi Riconosci?” nasce come movimento alla fine del 2015 sotto la denominazione di “Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali”, per poi diventare associazione nel 2018. Il collettivo porta avanti una vera e propria campagna di sensibilizzazione sull’accesso alle professioni dei beni culturali e sulla valorizzazione dei titoli di studio del settore, col fine ultimo di arrivare ad ottenere dignità ed eque distribuzioni per tutte e tutti i lavoratori e i professionisti del settore, riformando leggi e norme che regolano (male) la gestione e l’organizzazione del Patrimonio culturale italiano. La loro attività viene svolta attraverso eventi pubblici, articoli, conferenze, assemblee, manifestazioni di piazza, e tanto altro ancora.

“Mi Riconosci?”, essendo molto attiva anche sui social, si è costruita nel tempo un grande seguito. Ecco che, nel corso degli anni, l’associazione ha sottoposto al suo pubblico alcuni questionari, utili a comprendere la situazione lavorativa del settore culturale e ad avanzare proposte concrete in tal senso. Tra le tante inchieste, si ricorda quella del 2019, che tiene conto anche delle questioni di genere: è infatti il ‘segreto di pulcinella’ che, nell’ambito culturale, ci sia una prevalenza di donne, categoria senz’altro più debole e facilmente ricattabile.

Nel 2020 sono andati poi a mappare la situazione lavorativa e la salute mentale delle persone durante il periodo di emergenza pandemica con due inchieste a distanza di un anno. Infine, nel 2022/2023 un nuovo questionario: e quando ovunque si parlava di “ripresa economica del settore del turismo”, “Mi Riconosci?” constatava l’esatto contrario. Una prima sintesi della loro attività dà vita al volume del 2021 intitolato “Oltre la grande bellezza. Il lavoro nel patrimonio culturale italiano”, edito da DeriveApprodi, che mette in luce il loro punto di vista sul settore culturale italiano.

Come nasce “Comunque nude. La rappresentazione femminile nei monumenti pubblici italiani”, a cura di Ester Lunardon e Ludovica Piazzi (Mimesis Edizioni, 2023)

Ed è proprio nel 2021 che inizia anche l’indagine sui monumenti femminili presenti nello spazio pubblico italiano. Nell’ottobre di quell’anno, “Mi Riconosci?” ha infatti sottoposto al suo pubblico un questionario al fine di restituire una mappatura completa dei risultati raccolti, sulla base di criteri stabiliti a monte. L’anima del progetto è Ludovica Piazzi, una delle curatrici - insieme a Ester Lunardon - del libro “Comunque nude. La rappresentazione femminile nei monumenti pubblici italiani” (Mimesis Edizioni, 2023).

I criteri stabiliti dall’associazione al fine di restituire una mappatura di busti e statue femminili presenti sul territorio italiano sono i seguenti: è stato deciso in primis di censire le figure di donne realmente esistite (es. “Cristina Trivulzio di Belgiojoso” o “Abbraccio tra Dino Campana e Sibilla Aleramo”), a seguire i personaggi letterali o leggendari (es. “Fontana di Mariedda” o “Isabella e Saul”), poi le figure anonime collettive (es. “Mondina”, “Partigiana” o “Madre”) e i gruppi di figure anonime collettive (es. “Monumento alla famiglia” o “Monumento alle mondine e agli scariolanti”), e infine le opere che rappresentano figure femminili – sia donne che bambini – oppure che intendono raccontare tematiche femminili (es. “Bambina che salta la corda”, “Emancipazione 90” o “Violata”).

I risultati dell’inchiesta sono stati divulgati a dicembre 2021: 203 è il numero totale delle opere censite. Tra queste, quasi la metà è a favore di personaggi realmente esistiti. Evidente è anche il notevole aumento dei monumenti dedicati a figure femminili dall’anno 2000: siamo a circa 300 opere in totale oggi.

La mappatura, disponibile a tutti sul sito online dell’associazione “Mi riconosci” e in costante aggiornamento, è dunque il risultato di questo censimento, contestualmente a ricerche personali effettuate con specifici database e altri elementi di supporto. La “cartina”, premiata per altro nel 2022 dall’Associazione Italiana di Public History come miglior progetto, è divisa in categorie e, al suo interno, troviamo i vari monumenti. Ciascuno di questi ultimi, presenta, quando è possibile, una breve didascalia con titolo, data, autore e anno e una breve descrizione.

La struttura del libro e i risultati raccolti

Il libro “Comunque nude. La rappresentazione femminile nei monumenti pubblici italiani” (Mimesis Edizioni, 2023) è un lavoro collettivo. L’autore del volume è infatti “Mi Riconosci?”: non esiste dunque in quanto persona ma in quanto gruppo, e questo è alla base di una presa di posizione volutamente femminista. Per la precisione, 8 sono le persone che hanno firmato i contributi, ma il lavoro risulta essere ancora più esteso. Il libro parte da un’assenza: è risaputo il fatto che le donne nello spazio pubblico sono meno rispetto agli uomini e non serviva certo un’inchiesta per rendersene conto. “Quello che è sconvolgente sono però i numeri raccolti, ma ciò che è ancora più preoccupante – spiega Mi Riconosci? – è quali donne sono rappresentate e come vengono raffigurate”.

All’interno del libro, emergono quindi tre ordini di problemi. Il primo è una notevole sproporzione numerica: non sappiamo infatti quanti siano i monumenti dedicati a uomini, ma si può affermare con certezza che quelli che raffigurano donne sono pochissimi. In totale 22, se prendiamo soltanto le maggiori città italiane (Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Palermo e Cagliari). Il secondo problema riguarda i soggetti scelti: circa la metà dei monumenti presenti sul suolo pubblico italiano rappresentano donne realmente esistite e tra queste, circa il 25%, sono religiose, sante e beate e, le restanti, sono figure storiche note per lo più per il loro ruolo di cura, per essersi sacrificate per gli altri o per essere morte tragicamente.

A queste, si affiancano figure anonime collettive, ad esempio lavoratrici che svolgono attività particolarmente usuranti sul piano fisico. E ancora madri, mogli, nonne - che hanno il ruolo di figure di accompagnamento – e mogli che aspettano i mariti. In altre parole, sono davvero pochi i monumenti che rappresentano figure femminili e, di quelli esistenti, molti rappresentano donne dedite alla cura, al sacrificio e all’abdicazione di sé. Il terzo e ultimo ordine di problemi riguarda come queste vengono rappresentate: giovani, belle, molto spesso sessualizzate e con un corpo corrispondente agli standard di bellezza egemoni.

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