Chiusura E45, mancano le alternative: economia in crisi

I disagi comporteranno un aggravio di costi e danni per le imprese valtiberine

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 gennaio 2019 16:28
Chiusura E45, mancano le alternative: economia in crisi

 Dopo il crollo del Ponte Morandi ed il disastro di Genova si torna a parlare della sicurezza dei viadotti. Per criticità estreme riscontrate sul viadotto Puleto è intervenuto il sequestro dell'infrastruttura SGC E45 che oggi preoccupa il mondo economico toscano e non solo toscano.Mancano le alternative, l'unica sarebbe una vecchia arteria che però è franata in più punti nel corso degli anni.

La chiusura della SGC E45 in entrambe le direzioni nel tratto Valsavignone – Canili, rappresenta "un disastro annunciato" secondo Confindustria. Gli industriali e gli utilizzatori tutti del tratto si domandano oggi quali saranno i tempi di ripristino, perché da questi tempi derivano non solo usi e consuetudini negli spostamenti ma soprattutto carichi economici per quanto riguarda distanze da percorrere e pedaggi autostradali.

La Regione Toscana raccoglie l'appello e lo rilancia al ministro Danilo Toninelli: "Sbloccare subito il progetto, redatto a suo tempo dalla Provincia di Arezzo, per la riqualificazione della vecchia statale Tiberina 3bis, che rappresenta l'unica concreta alternativa di fronte alla chiusura del viadotto Puleto della E45", questa la richiesta contenuta in una lettera che che l'assessore a trasporti e infrastrutture Vincenzo Ceccarelli ha inviato oggi al ministro delle infrastrutture.Sabato mattina l'assessore sarà in Valtiberina per incontrare i rappresentanti istituzionali e economici del territorio.

Il blocco è "un provvedimento – scrive l'assessore - che impatta fortemente sulla vita della comunità locale e sull'economia del territorio, oltre a rappresentare un grave disagio per tutti coloro che utilizzano questa importante arteria stradale. Anas - ricorda Ceccarelli - ha appena consegnato i lavori per un primo intervento sul viadotto e aggiudicato l'appalto per la messa a norma antisismica dell'infrastruttura e l'auspicio è quindi che il provvedimento della Magistratura aretina possa essere rivisto e si possa valutare una possibile riapertura del viadotto, sia pure condizionata e con le modalità necessarie a garantire la sicurezza, priorità indiscutibile. Ma la situazione è comunque aggravata dalla impraticabilità dell'unica viabilità alternativa: la vecchia statale.

La Regione già nel 2013 aveva chiesto ufficialmente, nel parere al Cipe sulla corridoio autostradale Civitavecchia-Ostre-Mestre, che ‘nella fase della progettazione definitiva, fossero inseriti gli intereventi per l'adeguamento della viabilità alternativa fino a Pieve S. Stefano, con la previsione di adeguate risorse' e da 20 anni esiste un progetto della Provincia, messo a disposizione del Comune di Pieve S. Stefano e fatto proprio dall'Anas. Le chiedo dunque – è l'appello di Ceccarelli al ministro – di sbloccare al più presto questo progetto e in aggiunta di intervenire affinché, nell'ambito del riassetto delle competenze sulla viabilità attualmente in atto, la ‘Tiberina3bis' sia inserita tra la strade restituite all'Anas, sia nel tratto romagnolo, come ci risulta sia già previsto, che nel tratto toscano".

"Da tempo, tramite il monitoraggio che costantemente eseguiamo sulle infrastrutture strategiche, avevamo denunciato lo stato di degrado di ponti e viadotti della SGC Orte - Ravenna, in particolare nel tratto di confine con la Romagna – spiega una nota dell’Associazione di Via Roma - il contratto di programma 2016-2020 ANAS -MIT prevede investimenti complessivi di 1,5 miliardi di euro sull’intero tratto Civitavecchia-Orte ed ancora, purtroppo, molti appalti di manutenzione straordinaria devono prendere il via.

Le maggiori criticità esistenti sono proprio nel tratto di E45 che attraversa il Comune di Pieve S. Stefano ed hanno origine da mancata manutenzione e da opere non conformi alle norme antisismiche. L’ANAS nel corso degli ultimi due anni è intervenuta prevalentemente per sistemare le pavimentazioni con consolidamento dei sottofondi, ma poco si è fatto per ponti e viadotti che richiedono interventi strutturali con ripristino di copriferri, giunti di dilatazione, appoggi sismo-resistenti e altre opere di manutenzione straordinaria, senza escludere demolizioni e ricostruzioni per opere ritenute irrecuperabili.

In alternativa alla SGC E45 esisterebbe solo la vecchia SS 3 bis classificata “comunale” dopo un rimpallo di responsabilità tra Anas, Regione Toscana e Provincia di Arezzo ma questa vecchia arteria è franata in più punti ed è stata invasa da enormi massi crollati dall’alto. Il tratto Valsavignone - Canili di tale strada, valutata la pericolosità, è chiuso da anni - continua la nota dell’Associazione Industriali - Nel passato è intervenuto un lungo contenzioso fra Comune di Pieve Santo Stefano, ANAS , Provincia e Regione Toscana perché il declassamento della ex-SS 3 BIS è avvenuto in assenza di consenso da parte del Comune stesso e senza procedere ad una consegna del bene demaniale secondo la buona regola della pubblica amministrazione. Il Comune di Pieve Santo Stefano ha imputato all’ANAS l’onere del ripristino della ex-3bis, anche in relazione alle mutevoli condizioni di transitabilità della SGC E 45 per emergenza neve o ghiaccio.

Nel 2016 iI Ministero del Tesoro ha disposto, grazie all’interessamento del Sindaco Albano Bragagni, un finanziamento di 2,6 milioni di euro su progetto ANAS che non è stato ancora appaltato per problemi di carattere burocratico. Adesso è però giunto il momento, come sosteniamo da tempo, di ripristinare immediatamente il tratto Valsavignone-Canili della vecchia arteria ex-SS3bis per garantire viabilità alternativa alla SGC E45, tenuto conto che la manutenzione e la messa in sicurezza dei viadotti richiederà una loro chiusura totale e/o parziale per un periodo molto lungo e che questo costituisce un danno enorme sia per le aziende che per tutto il territorio.

Ci risulta che a seguito dell’interessamento della Regione Emilia Romagna, l’Anas stia avviando le procedure per rinazionalizzare la vecchia Statale 3bis nel tratto da Canili a Bagno di Romagna. Auspichiamo che la Regione Toscana si attivi immediatamente perché l’Anas riprenda in carico anche il tratto che va da Pieve S. Stefano a Canili per offrire una viabilità alternativa in attesa del ripristino della E45”. Vincenzo Ceccarelli commenta così la nota di Confindustria in cui si parla di un presunto contenzioso tra Anas, Regione, Provincia e Comune.

"Non esiste alcun contenzioso di cui io abbia notizia e non capisco a cosa si faccia riferimento. Condivido, invece, che chi di dovere debba intervenire immediatamente per ripristinare la vecchia viabilità e per questo ho scritto al Ministro".

  Intanto anche il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni all’indomani della chiusura del viadotto Puleto, decisa dalla Procura commenta “La chiusura della E45 e l’assenza di una viabilità alternativa causeranno purtroppo molti danni alle imprese e ai professionisti della Valtiberina, in termini di tempo, denaro e mancati guadagni. Abbiamo quindi intenzione di segnalare questa criticità all’Agenzia delle Entrate affinché ne tenga conto relativamente agli studi di settore.

Se infatti, come purtroppo pare evidente, il problema non si risolverà in tempi brevi, è altamente probabile che le imprese non potranno rispettare i parametri stabiliti. Porteremo la questione sul tavolo dell’Osservatorio regionale sugli studi di settore istituito presso l’Agenzia regionale delle Entrate, e del quale facciamo parte”, spiega Marinoni, “dopo un’attenta valutazione, se l’Agenzia riterrà valida la nostra richiesta provvederà a segnalare il caso all’Agenzia territoriale delle Entrate, in modo che ne tenga conto al momento di valutare la congruità delle dichiarazioni reddituali che saranno presentate”.

Sempre che il sistema degli studi di settore non subisca modifiche nei prossimi mesi.CNA FITA TOSCANA esprime il plauso nei confronti della Magistratura che è tempestivamente intervenuta con la chiusura del viadotto “Quanto accaduto - dichiara il Presidente Giuseppe Brasini - riporta al centro della discussione il tema delle infrastrutture, quale elemento indispensabile per la crescita e lo sviluppo del territorio; purtroppo ancora una volta emerge lo stato di carenza anche nella nostra regione. Ci auguriamo, nel caso non dovessero essere possibili soluzioni diverse per un’apertura anche parziale del viadotto, il tempestivo e imprescindibile ripristino della strada 3 bis Tiberina che da anni necessita di un intervento.

L’altra possibile alternativa è infatti il passo dei Mandrioli che però in questo periodo necessita di grande attenzione per quanto riguarda lo spargimento del sale in caso di neve o ghiaccio. Ci raccomandiamo quindi che gli enti preposti intervengano in tal senso. Quanto accaduto – conclude - produce ingenti danni in termini di tempi e costi per le imprese di autotrasporto che si vedono costrette, allo stato attuale, a percorrere direttrici come per esempio l’A1 fino a Bologna ritornando poi verso Fano sulla A14.

E stiamo parlando di un settore che nella sola Toscana conta 7.517 imprese, con circa 19.000 addetti”.

 Il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella di Forza Italia intanto chiede a Toninelli di "chiarire quali siano le reali condizioni della struttura in questione. L'inchiesta e il sequestro del viadotto, infatti, sono partite solo a seguito di un video diventato virale sul web. I tecnici della perizia hanno decretato la chiusura urgente per rischio crolli. Ci chiediamo chi stia monitorando i ponti e i viadotti toscani in cattive condizioni, che potrebbero crollare da un momento all'altro e che invece sono ancora aperti. Come cittadino ho una domanda urgente e seria: la nostra sicurezza è in buone mani?".

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