Cavalli, dei 150 lavoratori solo 30 andranno a Milano

Oggi 31 marzo l'ultimo giorno nello storico stabilimento di Sesto. Le parole dei sindacalisti Cgil e del sindaco Falchi

Redazione Nove da Firenze
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31 marzo 2021 16:02
Cavalli, dei 150 lavoratori solo 30 andranno a Milano

Firenze, 31-3-2021 - Gli anni d’oro del primo decennio del Duemila, la crisi dal 2015, il passaggio a un fondo arabo. E oggi la Roberto Cavalli di Sesto Fiorentino, storico brand di alta moda, chiude, dopo 51 anni di presenza nel territorio. La nuova sede unica del marchio sarà Milano. Dei 150 lavoratori fiorentini, circa trenta hanno accettato il trasferimento a Milano, gli altri hanno dovuto optare per l’uscita incentivata. Si tratta di una oggettiva perdita enorme di competenze, professionalità, lavoro per il territorio.

Nell’occasione, alcuni lavoratori, la Filctem Cgil e la Femca Cisl stamani hanno incontrato la stampa davanti alla fabbrica (era presente anche il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi). “Oggi si chiude una vicenda dolorosa, una sconfitta per il territorio, il lavoro e il marchio, il cui successo aveva ragione d’essere nel legame con Firenze - ha detto Luca Barbetti, segretario generale Filctem Cgil Firenze -. Marchio che ha operato scelte che noi abbiamo contrastato in tutti i modi possibili: oggi diciamo alle istituzioni di trarre insegnamento da questa vicenda affinché non se ne ripetano di analoghe”.

Ha aggiunto Mirko Zacchei (segretario generale Femca Cisl Firenze-Prato): “Oggi è un giorno triste, Cavalli non è più a Firenze e soprattutto tanti lavoratori non hanno più un lavoro, duole constatare che il nostro distretto si sta impoverendo sempre di più. I lavoratori fiorentini che si sono trasferiti sono un numero ridotto, questo deve far riflettere su come sia complicato fare operazioni finanziarie dove non si tiene contro della territorialità, occorre un modello di sostenibilità per chi viene a comprare le aziende locali”.

Stamani alla stampa ha parlato anche Miriana, da 20 anni lavoratrice alla Roberto Cavalli di Sesto Fiorentino: “Questa fabbrica era la mia seconda casa, i colleghi la seconda famiglia. Vedere il cancello che si chiude per sempre dà grande dispiacere. Perché non mi sono trasferita a Milano? Per ragioni di famiglia. Da domani sarò a casa”.

"Oggi - afferma il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, che, questa mattina, ha partecipato all'incontro con i lavoratori della Cavalli - è una giornata di grande rabbia e di grande amarezza. Vedere un'esperienza come quella della Roberto Cavalli, che ha fatto del suo legame col territorio un elemento essenziale per la propria crescita, chiudere a causa di decisioni scellerate lascia senza parole. Attraverso l'unità di crisi, insieme a Regione e Città Metropolitana, abbiamo seguito l'evolversi di questa vertenza iniziata nel 2016.

L'epilogo di questi mesi, con il trasferimento a Milano, ha messo i lavoratori di fronte a un licenziamento mascherato, frutto di una scelta irresponsabile presa dalla proprietà emiratina che ha deciso di svuotare del lavoro la Cavalli e di trarne profitto dal solo marchio, marchio che ha tratto la sua forza e il successo da questo territorio, dalle competenze e professionalità che da domani rimarranno a casa per sempre. Esprimo ancora una volta la vicinanza ai lavoratori che da mesi soffrono e vivono sulla propria pelle una situazione imbarazzante e paradossale e auspico che a livello normativo si intervenga per impedire che casi come questo possano ripetersi".

"Stamani, nel più` completo silenzio, gli ultimi lavoratori della Maison Cavalli che non hanno accettato il trasferimento imposto dalla proprietà` a Milano, sono stati licenziati. Della gloriosa storia della Cavalli per molti anni nell'olimpo della moda quale migliore espressione del Made in florence, non rimane oramai più` nulla. Oggi è un giorno triste, tristissimo, e rimane forte il rammarico che le Istituzioni locali, regionali e nazionali, non abbiano fatto tutto quanto fosse materialmente possibile per evitare questo colpo al cuore a Firenze e a tutta l'area metropolitana".Si è espresso così Paolo Gandola, consigliere metropolitano Forza Italia nel Centrodestra per il cambiamento, intervenendo durante la seduta dell'odierno consiglio metropolitano."Oggi dopo anni di successi e sviluppo Firenze e l'area metropolitana dicono addio ad un polo produttivo e artigianale di assoluta rilevanza - ha aggiunto il consigliere metropolitano - Esprimiamo nuovamente forte vicinanza a tutte le maestranze che hanno perso il lavoro a causa di scelte aziendali immotivate e per questo ancor più` inaccettabili.

Una decisione, oramai attuata, che produce dolore e sgomento, oltre ad una perdita incalcolabile della valenza produttiva del nostro territorio soprattutto nell'ambito dell'alta moda, da sempre fiore all'occhiello della città di Firenze".

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